Il progetto di legge regionale è al centro del Consiglio Provinciale di Udine aperto ai contributi dei Sindaci. I lavori hanno preso avvio alle 16. 126 i presenti tra Sindaci, Assessori e consiglieri comunali
“La Regione sarà l’unico e vero centro di potere mail suo destino è segnato dai continui attacchi alla specialità che giungono da più fronti. Un accerchiamento che prima o poi ci cancellerà”. Così il presidente della Provincia di Udine e dell’Upi Fvg Pietro Fontanini nel suo intervento durante la seduta odierna del Consiglio provinciale aperto ai contributi degli amministratori locali invitati a palazzo Belgrado in qualità di soggetti protagonisti/attuatori del disegno di legge regionale n.68 che rivoluzionerà l’ordinamento istituzionale/amministrativo e gli equilibri finanziari della nostra regione. “Un’operazione pericolosissima, velleitaria, sprezzante nei confronti degli amministratori locali che allontana i cittadini, le imprese, le associazioni, dal governo del territorio. I territori saranno più poveri e totalmente sudditi della macchina burocratica regionale e di chi la governa altro che sussidiarietà e adeguatezza. Un disegno totalmente contrario alla nostra storia, all’identità e alle vocazioni delle nostre popolazioni. Ma anche fonte di maggiori spese, disfunzioni e ritardi” ha aggiunto Fontanini. A Sindaci, assessori e consiglieri comunali (126i presenti nel salone del consiglio accolti dal presidente del Consiglio provinciale Fabrizio Pitton che ha richiamato, in apertura, le motivazioni della seduta speciale, l’importante e numerosa presenza degli amministratori locali),il presidente Fontanini ha riepilogato i principali effetti che la Riforma produrrà. “Ai Comuni tramite le Unioni intercomunali (Uti), verranno assegnate nuove competenze ma nulla si sa ancora delle risorse e degli apparati amministrativi con le quali le nuove funzioni dovranno essere gestite. La norma non dice nulla al riguardo mentre è molto esplicita nell’imporre: penalizzazioni ai Comuni non aderenti alle Uti (una riduzione non inferiore al 30%); decurtazioni per le Unioni e i Comuni che non supereranno l’esame sui risparmi nel primo triennio e blocchi alla spesa per il personale e per il funzionamento dei nuovi enti. Il ddlr non porterà al cambiamento: i cittadini dovranno confrontarsi con 4 livelli ordinamentali e almeno 5 livelli di amministrativi, alla faccia della semplificazione. Il nostro territorio rischia l’impasse e a pagare saranno i cittadini ai quali verranno chiesti ulteriori sacrifici per poter continuare a usufruire di servizi essenziali”. Fontanini ha quindi richiamato lo studio della Cgia di Mestre commissionato dall’Upi Fvg per analizzare gli effetti della riforma. “Dalle proiezioni della Cgia di Mestre chieste dalle Province, le spese lieviteranno. Solo per il personale si parla di oltre 5 milioni di euro in più all’anno ma, con la moltiplicazione dei centri di spesa, aumenteranno i costi per la nuova gestione delle strade e delle scuole, senza includere i costi per avviare le nuove Unioni per le quali si prevede anche la figura del direttore. Sul finanziamento del disegno di riordino – ha evidenziato Fontanini – manca ancora una relazione tecnico/finanziaria”.
Fontanini ha quindi ribadito che “la riforma degli enti locali impostata dalla Giunta regionale che trasforma l’ente Regione in un apparato amministrativo e cancella 4 Province per sostituirle con 17/19 macroComuni farà lievitare i costi, aumenterà la burocrazia, renderà i cittadini insoddisfatti e sempre più critici nei confronti delle istituzioni perché invece di risolvere i problemi ne creano ulteriori. E per di più non produrrà risparmi bensì significativi costi aggiuntivi”. Un progetto insomma che metterà sotto scacco l’intero Fvg anziché rilanciarlo, renderlo più moderno e al passo con i tempi come tanto viene sbandierato. “Se così fosse – ha rilevato Fontanini -, perché le Province continuano a essere uno degli anelli fondamentali delle architetture istituzionali dei grandi Paesi Europei, Germania in testa? E anche in Italia, le Province continuano ad esistere, seppure modificate nelle governance e con una consistente serie di competenze. In Fvg, invece, questa legge rischia un grosso buco nell’acqua”.
In conclusione, Fontanini ha chiesto ai Sindaci di fare fronte comune per mantenere l’integrità sostanziale delle Province – enti che hanno dimostrato di saper funzionare e bene e sono peraltro tuttora disciplinati dallo Statuto – adottando anche in Fvg la Legge Delrio, norma che assegna alle Province funzioni programmatorie e gestionali di area vasta e trasferisce ai Comuni le funzioni contributive (agricoltura, ambiente, cultura, sport e associazioni). Al tempo stesso, la Regione dovrà spogliarsi delle competenze amministrative e abolire i tanti enti inutili per ridurre la spesa pubblica ed evitare la dispersione di responsabilità.