“La norma sul federalismo fiscale va rivista: è
necessaria un’azione molto più approfondita di riscrittura,
perchè non credo sia sufficiente riattivare il tavolo di
confronto tra lo Stato e le Autonomie speciali nato nel 2009 e
finora mai avviato davvero. Si deve tener conto del fatto che nel
frattempo sono state varate normative europee, che le Regioni a
statuto speciale stanno lavorando alla scrittura del metodo
pattizio e stanno rivedendo il sistema delle norme di attuazione,
e che, infine, le specialità regionali sono molto diverse una
dall’altra”.
Lo ha affermato la presidente della Regione Debora Serracchiani,
intervenendo oggi in un’audizione fissata dalla Commissione
parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale.
La presidente del Friuli Venezia Giulia è stata invitata a
intervenire in occasione di un ciclo di audizioni sulle
prospettive del federalismo fiscale nelle Regioni a statuto
speciale e nelle Province autonome di Trento e Bolzano, fissate
dalla Commissione bicamerale che svolge funzioni di verifica e
controllo sulla finanza di Regioni e enti locali e
sull’attuazione dell’articolo 119 della Costituzione.
“La revisione del federalismo va fatta – ha fatto notare la
presidente – non solo alla luce della previsione contenuta
nell’articolo 116 della Costituzione, che dispone per le Regioni
speciali e le Province autonome forme e condizioni particolari di
autonomia, ma tanto più dopo il rafforzamento di quel principio
attuato con la riforma del Titolo V”.
Nel corso dell’audizione Serracchiani è stata sollecitata a
intervenire specificatamente sul ruolo e le prospettive delle
Regioni, e in particolare di quelle speciali, sul dibattito in
merito alle diverse proposte per l’istituzione di “macroregioni
italiane” e sull’utilità delle macroregioni europee.
Nel ribadire “l’importanza delle Macroregioni europee, e in
particolare per il Friuli Venezia Giulia della Regione Alpina o
di quella Adriatico-ionica, in cui la nostra Regione svolge ruolo
attivo e propulsivo”, la Presidente ha precisato il suo pensiero
sull’opportunità di accorpare Regioni all’interno dei confini
italiani: “più che occuparsi di ridisegnare i confini, bisogna
definire meglio ruolo e competenze delle Regioni e metterle nelle
condizioni di esercitarle, favorendo ad esempio l’esercizio
comune di servizi”.
In merito alle Regioni speciali, Serracchiani ha affermato che
“anziché interrogarsi sull’opportunità di ridurne i poteri, si
dovrebbe ribaltare la questione e chiedersi perché in tutti
questi anni le ordinarie, pur essendo già previsto dalla
Costituzione, non abbiano mai richiesto nuove competenze: laddove
possibile, sarebbe meglio lavorare su una ‘maggiore specialità’
delle Regioni ordinarie piuttosto che spingere sul taglio dei
poteri delle speciali”.
Lo stato di avanzamento delle riforme della Sanità e degli Enti
locali in Friuli Venezia sono stati altri argomenti trattati nel
corso dell’audizione. “L’interesse sulle nostre riforme ruota
attorno alla convinzione manifestata dalla Commissione che la
nostra regione sia molto avanzata in materia. Sulla riforma della
Sanità, considerata innovativa, la Commissione ritiene che la
nostra Regione abbia fatto leva più di altre sui poteri che
derivano dal suo Statuto speciale e che anche per quanto riguarda
gli Enti locali la Regione abbia avuto per prima in Italia il
coraggio di affrontare il superamento delle Province e
l’applicazione di una riforma che, agendo sugli equilibri
territoriali, rappresenta una sfida impegnativa”.