“Altrochè conti in ordine,
come afferma l’assessore Telesca, i conti continuano a lievitare
incessantemente con un’incidenza sempre più pesante sul bilancio
regionale viste le minori entrate rispetto ad alcuni anni fa. A
fronte di questa continua crescita della spesa avevamo
predisposto un ordine del giorno in sede di legge di stabilità
perché venisse nominato all’interno della Direzione regionale
competente in materia di salute un soggetto responsabile della
spending review per il comparto sanitario che, in stretta e
diretta collaborazione con i direttori amministrativi degli enti,
o con personale da loro a questo scopo delegati, predisponesse un
piano operativo di contenimento della spesa sanitaria specifico
per ogni ente. Una parte dei risparmi conseguiti a seguito
dell’applicazione del piano dovevano essere riservati per
incrementare le risorse disponibili per la contrattazione
aziendale degli enti e una percentuale per investimenti
tecnologici innovativi. Una normale procedura che le aziende
private applicano quotidianamente, in particolare nei periodi di
crisi che, per sopravvivere, hanno eliminato gli sprechi dai
propri conti; è ormai una regola nel privato che il primo 10%
risparmiato dai tagli non venga percepito né dagli operatori né
dai beneficiari. In sanità, alla quale vengono destinati oltre 2
miliardi di euro ciò non avviene anzi, per cercare di far
funzionare una riforma che fa acqua da tutte le parti,
l’assessore Telesca annuncia un maxibonus da 45 milioni di euro
per il prossimo triennio per stimolare i medici di famiglia ad
adeguarsi alla riforma sanitaria”.
A intervenire sul tema della sanità è il consigliere regionale di
Autonomia Responsabile Roberto Revelant, anche in seguito dei
recenti risultati finanziari negativi dell’azienda n.3 Alto
Friuli-Collinare-Medio.
“Senz’altro il primo dato che dovrebbe far riflettere è che in
Alto Friuli il bilancio della sanità era negli ultimi anni sempre
stato positivo e aveva generato utili, che poi venivano comunque
destinati per rimpinguare i buchi di altre aziende. Ora emergono
invece le criticità di un’Azienda sanitaria che comprende la
montagna friulana arrivando fino al codroipese, una disomogeneità
territoriale che porterà, ma lo sta già facendo, da una parte
disservizi e dall’altra un aumento di costi”.
“E’ incredibile – continua Revelant – che a fronte di conti in
rosso aumentino gli oneri per i dirigenti e diminuiscano quelli
per il personale, che lamenta quotidianamente turni sfiancanti e
un organico limitato. Nel frattempo rileviamo oramai che
l’ospedale di Gemona non sarà più tale e anche Tolmezzo e San
Daniele subiscono ridimensionamenti. Ma se il sindaco di San
Daniele Menis lo ha capito subito, e l’astensione nella recente
votazione per il PAL 2016 apre al gemonese perché diventi
l’ospedale di riferimento, Tolmezzo abbraccia la Serracchiani
fino in fondo, ma tra qualche anno perderà i numeri fondamentali
per la propria sopravvivenza e allora sarà troppo tardi, perché
l’attuale presidente non ci sarà più, e rimarrà solo cenere”.
“La Carnia – conclude Revelant – ma direi la montagna friulana
più in generale, interessata da un inarrestabile decadimento che
dura oramai da decenni, batta un colpo, si rialzi con l’orgoglio
e la qualità della propria gente che la contraddistingue aprendo
una nuova fase di coinvolgimento e concertazione fra i territori,
allargando le collaborazioni invece di chiudersi in se stessa, e
riprogrammi il proprio futuro”.