“La riforma della seconda parte della
Costituzione offre alle Regioni a Statuto speciale e alle
Province autonome la possibilità di utilizzare al meglio
l’autonomia già esistente e parallelamente apre nuove
opportunità, come quella di consolidare l’autonomia anche
attraverso la possibilità di assumere delle competenze nuove”.
Lo ha affermato la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora
Serracchiani, nell’anticipare il tema del convegno su “Riforma
costituzionale e autonomie speciali”, in programma a Udine
venerdì prossimo 7 ottobre presso l’auditorium Comelli, con
inizio alle ore 17.
L’incontro sarà introdotto dal presidente del Consiglio
regionale, Franco Iacop, cui seguiranno le relazioni di due
tecnici, la docente di diritto regionale italiano ed europeo
all’Università degli studi di Udine, Elena D’Orlando, e di Franco
Pizzetti, che insegna diritto costituzionale all’ateneo di
Torino.
Successivamente, accanto al sottosegretario della Presidenza del
Consiglio (con delega agli affari regionali e alle autonomie),
Gianclaudio Bressa, sul futuro delle specialità alla luce della
riforma si confronteranno in una tavola rotonda la stessa
Serracchiani insieme ai presidenti delle due Province autonome di
Trento e Bolzano, rispettivamente Ugo Rossi e Arno Kompatsher, e
l’assessore alle riforme della Sardegna, Gianmario Demuro. Il
saluto istituzionale della città di Udine sarà portato dal
sindaco Furio Honsell.
Per le conclusioni interverrà il ministro per gli Affari
regionali e le Autonomie, Enrico Costa.
“La specialità – ha spiegato Serracchiani – non è privilegio ma
capacità di gestire in autonomia partite importanti come sanità,
trasporto pubblico, coordinamento degli Enti locali”.
“Il Friuli Venezia Giulia ha dimostrato responsabilità mettendo
in campo in tre anni di legislatura riforme complicate”, ha
sostenuto Serracchiani, sottolineando come “la specialità non può
essere interpretata in modo statico, con lo sguardo rivolto al
1963 (l’anno dello Statuto del FVG, ndr), ma deve essere attuata
in modo dinamico, adattandola di volta in volta ai nuovi bisogni”.
Ecco quindi che il dibattito che si svilupperà venerdì assume una
connotazione particolare: sono ancora attuali le autonomie
differenziate? Come vanno declinate? Quali devono essere le
competenze e come devono svilupparsi le relazioni con il Governo
centrale, anche e, forse, soprattutto, sotto il profilo
finanziario?
Domande alle quali, prima di tutto, cercheranno di dare una
risposta gli esperti costituzionalisti, preparando il terreno
della discussione politica nel corso della quale sarà
interessante approfondire le conoscenze sugli altri modelli di
specialità.
A questo proposito, si affronteranno i modelli Alto Adige e
Trentino che hanno la base giuridica nell’accordo italo-austriaco
sottoscritto a Parigi esattamente 70 anni fa, il 5 settembre del
1946, dall’allora presidente del Consiglio italiano e ministro
degli Esteri Alcide Degasperi e dal ministro degli Esteri
austriaco Karl Gruber.
Così come si parlerà di Sardegna il cui Statuto, approvato con
legge costituzionale nel 26 febbraio 1948, prevede speciali
condizioni di autonomia legate alla particolare situazione
socioeconomica in cui l’isola venne a trovarsi alla fine della
Seconda Guerra Mondiale.
Se ormai per tutte le diverse realtà ad autonomia differenziata
il contesto è profondamente mutato dalla loro istituzione
(sancita dall’art. 116 della Costituzione e rafforzata della
revisione del Titolo V) oggi la riforma della Carta fondamentale
apre di certo uno scenario nuovo “ma credo – ha ancora detto la
presidente del Friuli Venezia Giulia – che per le Regioni e le
Province autonome vi è la possibilità e l’occasione per
rafforzare il loro ruolo”.
“Condizione essenziale – ha ribadito Serracchiani – è che
l’autonomia vada riletta nel senso della responsabilità,
dell’utilizzo corretto, utile e opportuno della specialità. Per
far capire al Paese che c’è un’autonomia utile, anzi addirittura
indispensabile alla competitività dell’Italia intera e al
risanamento dei conti pubblici”.
Al convegno si potrà assistere fino ad esaurimento dei posti a
disposizione nell’auditorium. E’ prevista una diretta internet
sulla web tv della Regione Friuli Venezia Giulia www.fvg.tv.