La riforma sarà esaminata dal Consiglio Provinciale di Udine aperto ai contributi dei Sindaci. L’appuntamento è per lunedì 27 ottobre, alle ore 16
Il presidente Pitton invita i Sindaci a partecipare al dibattito
“Con la riforma degli Enti locali i Comuni saranno sempre più poveri, conteranno sempre di meno e per continuare a garantire i servizi saranno costretti ad aumentare le tasse. Ai cittadini che invocano più efficienza e contenimento della spesa, saranno chiesti, invece, ulteriori sacrifici”. Pietro Fontanini, presidente della Provincia di Udine e dell’Upi Fvg tratteggia i contorni della situazione con la quale Sindaci e amministratori locali dovranno confrontarsi se la riforma degli enti locali, che si appresta all’esame dell’aula, entrerà in vigore così come delineata dall’esecutivo regionale. Da palazzo Belgrado, il presidente lancia un avvertimento che suona come un campanello d’allarme all’indirizzo dei Sindaci per invitarli a riflettere attentamente sulle implicazioni del riordino e a discutere delle stesse nel Consiglio Provinciale aperto in programma lunedì 27 ottobre con inizio alle ore 16. “Un’occasione di confronto organizzata per approfondire insieme ai Comuni il testo di legge con tanto di dati e proiezioni finanziarie, conseguenze operative e organizzative per le amministrazioni locali nell’ambito delle future Uti e riflessi sulle casse regionali”, precisa il presidente del Consiglio provinciale Fabrizio Pitton sollecitando la partecipazione all’incontro da parte dei Sindaci e degli amministratori comunali affinché siano i protagonisti del futuro delle loro comunità.
I Comuni, in qualità di attuatori del riordino, dovranno confrontarsi con la nuova organizzazione, la nuova gestione delle funzioni in forma associata ma anche con le penalizzazioni finanziarie. Ecco cosa sta per abbattersi sui Comuni: una riduzione non inferiore al 30% dei trasferimenti regionali ai Comuni tra i 5 mila e i 30 mila abitanti non aderenti all’Uti; penalizzazioni di natura finanziaria per le Unioni e i Comuni aderenti che nel primo triennio non abbiano conseguito significativi risparmi di spesa e livelli di efficacia ed efficienza nella gestione; spesa per il personale bloccata: per i primi tre anni la spesa per la gestione delle funzioni esercitate in forma associata (funzionamento generale dell’Unione e personale) non può superare la somma della medesima spesa sostenuta dai singoli Comuni calcolata sulla media del triennio 2012-2014. “Tutti riteniamo che la riforma degli enti locali sia necessaria – rileva Fontanini – ma quella impostata dalla Giunta regionale che trasforma l’ente Regione in un apparato amministrativo e cancella 4 Province per sostituirle con 17 macroComuni farà lievitare i costi, aumenterà la burocrazia, renderà i cittadini insoddisfatti e sempre più critici nei confronti delle istituzioni perché invece di risolvere i problemi ne creano ulteriori. E – conclude – non ci saranno risparmi nella spesa pubblica”.