“Safilo rilanci la produzione anche sul sito di Martignacco”. E’ l’invito che il presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini rivolge alla storica azienda di occhialeria che, oltre alla sede friulana, dispone di stabilimenti produttivi a Longarone (1100 dipendenti), Santa Maria di Sala (Ve, circa 900 dipendenti) e Padova (magazzino, circa 900). Un appello che si basa sull’attuale organizzazione dell’attività lavorativa. “Mentre nella sede di Martignacco è attivo il contratto di solidarietà per 250 lavoratori, a Longarone si effettuano straordinari; tre i sabati del mese di giugno nei quali il personale era operativo – fa sapere Fontanini -. Se il gruppo si è ben avviato sulla via del risanamento i cui effetti si riscontrano nella riduzione dell’indebitamento, rilanci la produzione anche a Martignacco”. Il contratto di solidarietà attivo sulla sede friulana della Safilo è in vigore fino alla fine di agosto; si tratta di una prima tranche di sei mesi che potrebbe essere prorogata per un analogo periodo ma l’eventuale prosieguo verrà valutato sulla base dei flussi di lavoro a loro volta conseguenti alle operazioni di rilancio avviate dal gruppo in particolare sui marchi propri (Polaroid, Carrera, Smith, Safilo, Oxydo) e al mantenimento/potenziamento delle griffe di prestigio. Attualmente a Martignacco i dipendenti sono impegnati in operazioni di assemblaggio e finissaggio.
“L’impegno che viene richiesto in Friuli è più che mai opportuno visti anche i pesanti tagli effettuati dall’azienda nel forte periodo di crisi iniziato nel 2009 e che per il nostro territorio hanno significato la perdita di 800 posti di lavoro con diversi stabilimenti chiusi – aggiunge Fontanini – . L’unico rimasto operativo è quello di Martignacco, sebbene limitato nelle sue funzioni e nelle potenzialità legate al know how delle maestranze. Il nuovo gruppo ha deciso di investire su Longarone trasferendo il reparto di stampaggio precedentemente operativo a Martignacco, scelta cui hanno fatto seguito interventi quali formazione e personale in trasferta, depauperando l’esperienza e l’attività che contraddistingueva il sito friulano”. “Pur non entrando nel merito delle strategie aziendali – conclude Fontanini – invito l’azienda a valutare un potenziamento del sito friulano per ricreare un’occupazione stabile per i lavoratori attualmente operativi ma anche aprire la possibilità di nuove assunzioni”