L’ingresso della Serbia nell’Unione europea
è stato al centro, oggi a Belgrado, del colloquio che la
presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani ha avuto
con il presidente della Repubblica di Serbia, Tomislav Nikolic.
Il Friuli Venezia Giulia, ha dichiarato la presidente
Serracchiani al presidente Nikolic nel corso di un colloquio
svoltosi nella sede della Presidenza della Repubblica, al quale
ha partecipato l’ambasciatore d’Italia a Belgrado Giuseppe Manzo,
intende svolgere “ogni azione, sostanziale e non formale, per
favorire e sostenere l’ingresso della Serbia nella Ue”.
Una volontà – ribadita sempre oggi a Belgrado anche negli
incontri con la presidente del Parlamento Maja Gojkovic e la
responsabile nei negoziati per l’adesione della Serbia alla Ue,
Tanja Miscevic – dettata anche dal ruolo e dalla collocazione
storico-territoriale del Friuli Venezia Giulia, da sempre
coinvolta nei processi e nelle relazioni con l’area balcanica e
soprattutto con la Serbia.
“I Governi cambiano – ha così sottolineato il presidente Nikolic
– ma le relazioni con l’Italia rimangono buone” e questo
orientamento non subirà modifiche in futuro, ha aggiunto,
ricordando anche le strette collaborazioni in atto tra la
Provincia autonoma della Vojvodina ed il Friuli Venezia Giulia:
“la sua regione è molto sviluppata – ha annotato Nikolic – e
forse oggi questo tipo di relazioni debbono essere incrementate
al livello nazionale”.
“Siamo una regione ‘ambiziosa’”, ha indicato Serracchiani, e
dunque “non ci accontentiamo”, volendo incrementare il tasso di
cooperazione con l’intera Serbia, a partire ad esempio dalla
partita delle infrastrutture viarie, strategica per tutta l’area,
e dal settore della ricerca e sviluppo.
“IL Friuli Venezia Giulia sostiene ed incoraggia il cammino di
riforme avviato dalla Serbia”, ha poi osservato Serracchiani,
confermando – in questo contesto – il rinnovo dell’accordo di
collaborazione (sottoscritto nel 2009) tra Serbia e Friuli
Venezia Giulia, “arricchendolo e potenziandolo, per una sua
maggiore efficacia”: il nuovo testo, ha sottolineato
Serracchiani, dopo le verifiche con il nostro Governo nazionale,
“ci auguriamo possa essere firmato a Trieste nei prossimi mesi”.
Ai presidenti Nikolic e Gojkovic, Serracchiani ha anche rinnovato
da parte della Regione e della sua comunità la solidarietà e la
vicinanza al popolo serbo a seguito della catastrofica alluvione
che ha colpito la Serbia, ed i vicini Paesi, lo scorso maggio,
causando decine di vittime e danni ingentissimi. La fase di
ricostruzione è già iniziata, ha segnalato la presidente del
Parlamento, e dovrà chiudersi entro l’inverno: “sono convinta che
avrete la stessa determinazione e lo stesso coraggio dimostrato
dal Friuli devastato dal terremoto del 1976″, ha detto la
presidente del Friuli Venezia Giulia.
Un fattivo ruolo del Friuli Venezia Giulia nelle relazioni tra
Italia e Serbia, focalizzate a quella crescita ed a quell’aumento
dell’occupazione cui sono orientati “gli indirizzi e le politiche
che il Governo Italiano, ed in maniera sinergica la Regione
Friuli Venezia Giulia, intende perseguire nel corso della
Presidenza italiana del Consiglio della Ue” (avviato gli scorsi
giorni), potrà concentrarsi in particolare nell’ambito della
Strategia europea per la regione Adriatico-Ionica che vede
proprio il Friuli Venezia Giulia quale coordinatore regionale,
per il nostro Paese, sui temi del trasporto, delle infrastrutture
intermodali e dell’energia. Alla Strategia Ue, che potrà essere
sostenuta dai Fondi comunitari d’investimento strutturale
2014-2020, partecipano, accanto ad Italia e Serbia, Albania,
Bosnia-Erzegovina, Croazia, Grecia, Montenegro e Slovenia.
Per il Friuli Venezia Giulia, comunque, una Strategia d’azione
adriatica non può essere vista in modo disgiunto da una naturale
proiezione danubiana: per questo motivo la presidente
Serracchiani ha espresso l’intenzione di veder coinvolto il
nostro territorio regionale nel Programma di cooperazione
transnazionale “Danubio”: “confermiamo anche a Belgrado – ha
detto – l’interesse del Friuli Venezia Giulia a poter partecipare
in qualità di osservatore permanente, attento ed interessato, ai
gruppi di lavoro istituiti per dare attuazione al piano di azione
di questa Strategia”, che coinvolge tra gli altri, oltre alla
Serbia, Austria, Germania, Ungheria, Croazia, Romania,
Bosnia-Erzegovina e Montenegro.
Iniziative adriatico-ionico e danubiana che di fatto “legano” gli
sviluppi infrastrutturali e del trasporto marittimo-fluviale,
nonché ferroviario, di Friuli Venezia Giulia e Serbia: per questo
motivo, nei colloqui oggi a Belgrado, Serracchiani ha lanciato il
progetto “porto di Trieste gateway per Belgrado”, per attivare
“un canale ferroviario-marittimo che consenta alla Serbia e a
Belgrado di considerare i terminali portuali di Trieste e
Monfalcone come propri scali marittimi”.
Primi passi in questo senso già esistono, è stato oggi ricordato,
a partire dal collegamento ferroviario multimodale
Trieste-Belgrado, concepito nel 2009, che, che se oggi vede una
prevalenza di carichi di container in direzione Serbia, potrebbe
ora intercettare anche trasporti diretti verso l’Italia e verso
l’oltremare da parte di aziende insediate a Kragujevac e nella
zona franca di Pirot. Nel frattempo sono stati avviati alcuni
studi-pilota per un collegamento su rotaia
Trieste-Fernetti-Zagabria-
Fiume) e successiva prosecuzione dal porto fluviale di
Belgrado/Pancevo fino a Costanza, sul mar Nero.
La presidente Serracchiani ha infine incontrato in serata, in
ambasciata, anche il presidente della Vojvodina, Bojan Pajtic, e
l’ex presidente della Repubblica Boris Tadic.