Non solo un evento di livello internazionale,
ma anche un progetto sociale per aiutare i profughi siriani a
migliorare le proprie condizioni di vita. E’ quanto mira a
promuovere la neonata Pilosio Building Peace, NPO (no-profit
organization) della Pilosio SpA, che oggi, A Trieste, nel corso
della conferenza stampa di presentazione della quarta edizione
del “Pilosio Building Peace Award”, ha annunciato attraverso il
presidente Dario Roustayan il progetto “Self-built transitional
schools”. L’iniziativa è realizzata in collaborazione con
l’architetto Cameron Sinclair, co-fondatore di Architecture for
Humanity e attuale direttore esecutivo della “Pitt-Jolie
Foundation”.
L’obiettivo, ha detto Roustayan, all’incontro con i giornalisti
nella sede della Regione, presente il vicepresidente Sergio
Bolzonello, è quello di creare strutture sicure, funzionali e
confortevoli nei campi profughi siriani, al fine di facilitare la
formazione scolastica in aree come Giordania, Libano, Turchia,
Iraq, e la stessa Siria. “Abbiamo i fondi per la realizzazione
della prima scuola grazie al supporto della Jolie-Pitt
Foundation, ma il nostro obiettivo, anche se a lungo termine, è
più ampio ed ambizioso, tanto che puntiamo alla realizzazione di
diverse centinaia di scuole in cui fornire non solo la struttura,
ma anche il cosiddetto ‘software’, ovvero le insegnanti”, ha
spiegato.
Secondo le stime riportate da United Nations High Commissioner
for Refugees (UNHCR) e da Save the Children, più di 1.3 milioni
di rifugiati siriani hanno un’età inferiore ai 18 anni. La
maggior parte di questi ha abbandonato la scuola da quasi 3 anni,
mentre sono due terzi i rifugiati siriani che non ha ricevuto
alcuna educazione scolastica.
Per il progetto “Self-built transitional schools” sono stati
uniti elementi naturali come la sabbia e/o la terra, combinate
con elementi quali strutture provvisionali per la costruzione
come i ponteggi. Per il montaggio delle strutture è fondamentale
l’aiuto e il contributo dei rifugiati, donne comprese, facendo in
modo che si sentano partecipi del proprio destino e futuro.
L’idea alla base del progetto è quella di utilizzare la terra
come materiale da costruzione. I pannelli del tetto, oltre ai
“muri”, sono anch’essi riempiti da terra e possono essere
coltivati per produrre generi alimentari. Questo semplice metodo
si adatta al clima locale, favorendo il ciclo naturale della vita
e prevenendo l’inquinamento.
L’iniziativa è sostenuta dalla scrittrice iraniana Siba Shakib,
presente oggi alla conferenza stampa a Triste, che si è detta
convinta della necessità di indirizzare le energie positive per
dar vita a cose concrete e utili, quali appunto le scuole in un
paese come la Siria che deve costruire il proprio futuro.