“Nell’ambito del sistema del welfare del Friuli
Venezia Giulia la famiglia si conferma una vera ricchezza
sociale”, ha sottolineato l’assessore regionale alla Salute e
alle Politiche sociali Maria Sandra Telesca, che oggi ad Udine ha
aperto il convegno “Con le famiglie, per le famiglie –
Associazionismo familiare in Friuli Venezia Giulia’.
L’incontro è stato promosso dalla Regione per fare il punto sugli
effetti del primo bando (previsto dalla legge regionale 11 del
2006, art.18) che ha permesso di erogare risorse alla rete
dell’associazionismo familiare.
L’assessore Telesca ha ricordato che il tessuto sociale
rappresentato dalle famiglie “è ciò che tiene in vita le
comunità” e ne costituisce il cardine.
In questi anni, ha aggiunto, il contesto sociale e la struttura
della nostra comunità si sono modificate in modo importante per
effetto della crisi e di altri fattori, ma il welfare del Friuli
Venezia Giulia, che la Telesca ha definito “straordinario”,
costruito con efficacia, è riuscito a fare fronte ai cambiamenti:
ora, però, ha osservato, va adeguato alle rinnovate esigenze.
“L’obiettivo che ci dobbiamo porre – ha precisato l’assessore –
è quello di dare alle famiglie la possibilità di progettare il
proprio futuro”. Con questo obiettivo la riforma della sanità
dovrà rispondere anche alle attese del sociale e dovrà puntare a
sostenere realmente chi ne ha maggiormente bisogno.
Sarà altresì volta a mantenere il raccordo con l’associazionismo
e il Terzo Settore, in quanto, ha concluso Telesca,
“rappresentano un valore forte per la nostra comunità, e insieme
costituiscono la rete necessaria per costruire sistemi di
protezione sociale”.
I progetti che sono stati finanziati dalla Regione nei due anni
dall’emanazione del bando (2012-2013), ha poi sostenuto Nicoletta
Pavesi, dell’Università Cattolica di Milano, hanno dimostrato una
buona qualità, rispondendo alle esigenze delle famiglie,
stimolandole ad essere protagoniste dei progetti sul territorio,
nonchè a promuovere il capitale sociale che esse rappresentano in
seno alle rispettive comunità.
Una comunità, quella del Friuli Venezia Giulia, che nell’ultimo
decennio è notevolmente cambiata. Come infatti ha riferito il
direttore dell’area Politiche sociali e Integrazione
sociosanitaria della Regione, Pier Oreste Brusori, la crisi della
natalità e l’invecchiamento della popolazione sono gli elementi
che hanno caratterizzato un aumento limitato della popolazione,
che dal 2001 al 2013 si è incrementata soltanto del 3 per cento.
Nello stesso periodo è però diminuito del 2 per cento il numero
di cittadini italiani, mentre è aumentato del 4,3 per cento
quello degli stranieri. Al contempo gli anziani ultra
ottantacinquenni sono aumentati del 37 per cento.
Dati che evidenziano l’accresciuto “carico assistenziale” che il
sistema socio-sanitario del Friuli Venezia Giulia deve
sopportare. Sempre nella nostra regione, il numero delle
famiglie, dal 1971 al 2011, si è incrementato del 38 per cento,
passando da 400 mila a 550 mila unità; quasi 200 mila famiglie
sono costituite da una sola persona.
In questo contesto, la Regione è intervenuta finanziando un bando
emesso nel febbraio del 2012, che ha promosso 123 progetti dei
quali 119 portati a conclusione: 7 sono stati realizzati in
provincia di Gorizia, 33 in quella di Pordenone, 19 in provincia
di Trieste e 60 in quella di Udine.
Rientravano principalmente in due grandi ambiti:
l’auto-organizzazione di servizi a sostegno dei compiti familiari
educativi e di cura (98 progetti) e la promozione di reti di
scambio sociale fra le famiglie, anche per favorire iniziative di
mutuo aiuto e di gestione associate per l’acquisto di beni e
servizi con fini solidaristici (25 progetti).