È sempre difficile fare previsioni per il futuro, sapere cosa ci riserverà il domani non è mai possibile e quest’anno lo è ancora meno del solito… In questo 2020 che non sembra mai finire, con il suo tempo dilatato e allo stesso tempo rarefatto, l’incertezza la fa da padrona e guardando avanti è quasi normale vedere tutto grigio, se non addirittura nero… La situazione emergenziale che stiamo vivendo rischia di oscurare i colori della nostra esistenza, di questo passo l’azzurro sarà solo quello delle mascherine chirurgiche, il rosso quello del sangue (che purtroppo non smette mai di scorrere, tra pestaggi, femminicidi e violenze di ogni genere), il verde quello dei nostri portafogli vuoti…
Ma forse non tutto è perduto, forse c’è ancora qualcuno che vuole colorare il mondo per davvero, utilizzando la sua arte per portare un messaggio di speranza e resilienza ovunque ce ne sia bisogno; mi riferisco ad Andrea Casillo, un writer nato e cresciuto in provincia di Bergamo, ma all’occorrenza operativo in tutta Italia (e se capita anche all’estero, basti pensare che le sue tracce sono visibili perfino a Los Angeles!). I disegni sui muri lo affascinano sin da bambino, ma è nel periodo delle scuole superiori che, grazie a un compagno di classe più “esperto”, inizia a conoscere da vicino questo mondo, diventandone parte attiva a diciassette anni; da allora fino al conseguimento del diploma, le sue vacanze estive trascorrono con la pala per infornare le pizze in una mano e la bomboletta spray nell’altra. Questa routine gli piace al punto da volerla fare propria anche in età adulta, aprendo una pizzeria per asporto e continuando a dipingere muri nel tempo libero; ormai la sua vita sembra scorrere tranquilla su un binario prestabilito, il terzo millennio è appena iniziato e il futuro si preannuncia felice, sebbene sia ancora tutto da scrivere, o meglio da colorare.
Tutto procede bene fino a quella fatidica sera dell’agosto 2005, quando Andrea inizia ad accusare forti dolori alla schiena; lì per lì non ci dà troppo peso, dopotutto nei giorni precedenti ha fatto molta attività fisica, forse ha esagerato un po’… “Una bella dormita e passerà tutto, domani mattina sarò come nuovo” – pensa andando a letto. Durante la notte però i dolori aumentano, tanto che alle sei del mattino non riesce più a dormire, allora prova ad alzarsi, ma le gambe non lo reggono; a questo punto è chiaro che qualcosa non va, meglio chiamare l’ambulanza e avvisare i genitori. In ospedale iniziano gli accertamenti, con il passare delle ore Andrea perde progressivamente la sensibilità agli arti inferiori, finché verso mezzogiorno si ritrova paralizzato dalla vita in giù.
I medici gli diagnosticano una mielite trasversa, ovvero un’infiammazione del midollo spinale generalmente causata da un virus o un batterio, che nel suo caso rimane a tutt’oggi sconosciuto, ma che comunque sia lo rende paraplegico da un giorno all’altro; pur consapevole della drammaticità della situazione, Andrea Casillo non vive mai dei veri momenti di sconforto, sin da subito preferisce porsi dei piccoli obbiettivi giornalieri per riconquistare la propria autonomia e indipendenza nel più breve tempo possibile.
Tra i traguardi che Andrea si prefigge nella sua nuova vita, c’è ovviamente quello di ricominciare a dipingere, per riuscire di nuovo a liberare tutta l’energia che ha dentro di sé; “Potrò farlo anche da seduto?” – si chiede perplesso. L’unico modo per saperlo è provarci, così un giorno, dopo essere uscito dall’ospedale con un permesso per andare a casa, ritrova le adorate bombolette spray, inizia a usarle su una tela bianca e si sente rinascere.
Da quel momento in poi le tele si moltiplicano e spesso vengono appese in alto, così la sua arte arriva anche dove lui non riesce più ad arrivare fisicamente; si tratta senza dubbio di una grande vittoria che lo sprona a continuare, ma il richiamo della strada e dei suoi muri grigi è troppo forte, Kasy23 (questo è il nickname con il quale il writer lombardo firma le sue opere e si fa riconoscere come artista) deve assolutamente tornare a essere un graffitaro in senso stretto! La sua volontà e determinazione sono tali che la sedia a rotelle non rappresenta un limite, con un po’ di fatica in più e qualche piccolo accorgimento (come per esempio quello di sviluppare i disegni in orizzontale piuttosto che in verticale), grazie all’aiuto di alcuni amici e a ponteggi più o meno improvvisati, il sogno si avvera.
Con il passare del tempo Andrea, che è l’unico writer paraplegico d’Italia, si rende conto che la sua passione può diventare la sua professione, permettendogli di mantenersi e poi (da settembre 2014) anche di crearsi una famiglia; tra i lavori più importanti eseguiti da lui e dai suoi collaboratori negli ultimi anni ricordiamo: il murales che riprendendo alcune scene del cartone animato “Up” abbellisce l’area del carcere di Bergamo nella quale le detenute incontrano i loro figli; la raffigurazione dei personaggi che hanno fatto la storia di Milano sui muri adiacenti alle Colonne di San Lorenzo; le pareti della sala d’aspetto della stazione ferroviaria di Chiuduno (BG), colorate ispirandosi al film d’animazione “The Lego Movie”.
Con le sue opere Kasy23 riporta i colori e la vita laddove lo smog e l’avanzare del cemento minacciano di spegnerli; inoltre, scegliendo sempre la strada della legalità, vuole far capire che un graffitaro è ben diverso da un vandalo che imbratta i muri, perché tutti sono capaci di usare una bomboletta spray ma pochi sanno usarla per fare arte. Andrea non nasconde che nella trasmissione di questo messaggio la sua carrozzina lo aiuta, il buonismo che (purtroppo) ancora aleggia intorno alla disabilità lo fa apparire innocuo agli occhi della gente, al contrario di quanto invece avviene per gli altri artisti di strada, che spesso vengono guardati con sospetto, se non addirittura con disprezzo.
L’altro messaggio che senza dubbio arriva a tutti coloro che direttamente o indirettamente conoscono la storia personale e professionale di Andrea Casillo è quasi scontato, ma molto importante: le difficoltà della vita non risparmiano nessuno, prima o poi tutti dobbiamo fare i conti con un evento inatteso che sconvolge i nostri piani e spesso ci cambia per sempre, tuttavia se dentro di noi arde una passione o se abbiamo ancora un sogno nel cassetto, un obbiettivo da raggiungere, dobbiamo usare tutte le nostre energie per provare a rialzarci e a ripartire all’inseguimento di quel traguardo; in questo modo scopriremo di avere dentro di noi potenzialità e risorse inaspettate che ci permetteranno di superare tutti i nostri limiti, o almeno la maggior parte di essi. E quando finalmente arriveremo alla mèta, seppur stanchi e stremati, saremo felici, il buio svanirà e il mondo si tingerà di nuovi colori, quelli che noi stessi, più o meno scientemente, gli avremo dato!