Abbiamo dovuto attendere anni e anni, prima di vedere una Udinese come quella che abbiamo potuto ammirare domenica scorsa allo Stadio “Friuli / Dacia Arena”, perché una Udinese così non si vedeva dall’epoca in cui a guidare le zebrette era un certo Francesco Guidolin. Poi ne è passato di tempo, ma nessuno mai ci ha reso una Udinese così “sul pezzo” come quella che giusto domenica scorsa ha affrontato addirittura il Napoli, seconda forza sinora nel campionato, in quel di Udine. Finalmente abbiamo rivisto una squadra che per tre quarti di gara è riuscita a tenere sotto scacco una squadra napoletana forgiata per vincere ma che nell’occasione non ha potuto far altro che soccombere, sotto la persistente se non proprio martellante pressione degli uomini di mister De Canio. Si dice che il Paron Pozzo abbia individuato proprio qualche tempo fa nel Deca l’unico uomo in grado di restituire il nerbo vincente alla squadra bianconera. E si può proprio dire pure che a questo punto il patron bianconero ci ha visto giusto una volta ancora. Questo perché la squadra bianconera è già notevolmente cambiata in meglio nonostante che sia passata soltanto una quindicina di giorni scarsa dall’insediamento del mister Lucano, in Friuli per la seconda volta nella sua carriera. In meno di dieci giorni questa squadra è passata dall’essere una squadra che non aveva la forza per durare nemmeno una ventina di minuti netti giocati malamente ad una squadra in grado di asfissiare con la sua pressione la seconda forza del campionato. Un Napoli che giustamente non si racappezzava più in campo di fronte ad una Udinese in grado di mandare fuori giri la squadra azzurra in ogni momento della gara e praticamente in ogni settore del campo. Bene, chiaramente non è detto che la netta superiorità denotata dall’Udinese nella gara di domenica scorsa sia tutta “farina del suo sacco” come si sul dire, perché gran parte dello spaesamento in campo del Napoli dovrebbe essere dovuto ad un suo cattivo approccio alla partita. Se l’Udinese ha avuto un gioco così facile dunque ciò può essere dovuto anche al fatto che il Napoli ha sbagliato approccio alla partita. Bisogna capire se questo è avvenuto perché l’ha presa sotto gamba, ed è l’ipotesi meno probabile, o se la squadra di Mister Sarri abbia pagato proprio per una antitetica sopravvalutazione della partita. Ed è molto probabile che il Napoli abbia cannato la sua partita proprio perché tenuto sotto pressione dalle urgenze di classifica: il Napoli doveva vincere per forza questa partita per rispondere alla continue vittorie di Madama Juventus, e per questo ha sofferto troppo l’immane peso che questa partita aveva nell’economia del campionato dei partenopei. Fatto sta che la verve messa in campo da una Udinese che detto semplicemente ha fatto girare la capa al Napoli per tre quarti di partita ci dice che questa Udinese è cambiata radicalmente, perché non si è mai vista una Udinese di queste dimensioni da lunghi anni a questa parte e pure perché sono già come detto più di dieci giorni che i livelli di rendimento dell’Udinese sono altissimi in ogni momento della vita della squadra. Nelle sessioni di allenamento l’impegno della squadra è cambiato nettamente, così come – e questa è la cosa più importante – il tono dell’umore e quello che si definirebbe il livello di compliance della squadra è cambiato con un livello di evidenza rilevantissimo. Sembra quasi che la squadra non risenta più degli squilibri del gruppo che molto probabilmente prima venivano apportati da chissà quale fattore nefasto e altamente condizionante l’operatività della squadra, che prima risultava soffocata da un umor nero di chissà quale estrazione. E’ logico, non possiamo puntare il dito contro nessuno inerentemente ai malanni della scorsa gestione tecnica, ma di sicuro possiamo dire che durante la gestione Colantuono c’era qualcosa che non andava nel gruppo. Vi erano pressioni tali da opprimere la squadra, pressioni che sono praticamente scomparse dal momento in cui i personaggi della gestione tecnica sono mutati. Che l’aria all’ombra dello stadio di Udine sia cambiata è fuori di dubbio, anche se è un poco azzardato parlare di un vero e proprio complotto teso da elementi della squadra ai danni del precedente staff bianconero, complotto tirato in ballo pesantemente da alcuni altri pulpiti legati alla critica di casa nostra. Di sicuro è il momento di porre sotto la lente un aspetto dell’affaire bianconero considerato da molte voci della critica locale come una questione centrale, cardinale. Chissà dove si attesterebbe oggi come oggi l’Udinese se solo avesse cambiato prima la sua conduzione tecnica. Se solo avesse concesso a Mister Colantuono un poco meno tempo di tutto il tempo che gli è stato dato, nella speranza che potesse riuscire a risollevare la squadra. Chissà quali sarebbero stati i risultati ad oggi rilevabili se soltanto l’uomo con le chiavi giuste fosse giunto ad Udine con maggiore anticipo. Molto probabilmente l’Udinese avrebbe incominciato a macinare gioco con questa facilità diverse settimane prima; possiamo dire una decina di settimane prima visto che Mister Colantuono poteva essere cacciato già un paio di mesi fa o forse anche prima. Se l’Udinese avesse cominciato a macinare gioco con la facilità che oggi la contraddistingue intorno a febbraio, ora come ora molto facilmente l’Udinese si sarebbe venuta a trovare nella zona di classifica che maggiormente avrebbe meritato alla luce del suo spessore dal punto di vista sportivo. Soltanto avendo potuto incominciare prima La Cura De Canio oggi come oggi l’Udinese si troverebbe ai piedi del lato sinistro della classifica della Serie A Tim, e questo avrebbe fatto contenti veramente tutti. Quindi chiudiamo qui la nostra analisi settimanale mettendo una grossa pulce nell’orecchio di chi ha a cuore la nostra Udinese e ne ha seguito negli anni l’incedere. Se solo si fosse pensato ad impartire una svolta alla gestione tecnica con appena due mesi di anticipo l’Udinese si sarebbe trovata oggi in ben’altra zona del ranking, ossia in quella che non è altro che la sua zona di pertinenza. Ma ora godiamoci pure un presente che dice che le cose si stanno mettendo per il meglio, e che ben presto molto facilmente ci dirà che il terreno perduto si è recuperato in buona parte. Grazie alla svolta giusta: quella che arriva direttamente dal cuore bianconero di una squadra. Quel cuore che ha ricominciato a battere consistentemente grazie alle mani esperte dello specialista che mancava: qua la mano Dottor De Canio, le diamo anche qui il nostro bentornato.
Alla prossima edizione della nostra rubrica “Punto Bianconero”… !
Articolo di
Valentino Deotti
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