C’è un film, una commedia tipicamente femminile, chiamato “ Ma come fa a fare tutto?” del 2011. Sicuramente non è il miglior film di tutti i tempi, però dà uno spunto interessante. Parlo di commedia tipicamente femminile perché la maggioranza delle volte, la mancanza di tempo per badare a lavoro e famiglia è ancora un problema che riguarda le donne. Ci si aspetta ancora che la donna faccia le faccende domestiche, badi ai figli o ai genitori anziani e inoltre contribuisca al bilancio familiare. Grazie a Dio, molti uomini adesso capiscono che la gestione della casa e dei figli è un compito condiviso eppure le generazioni passate storcono ancora il naso quando vedono una donna lavorare e di conseguenza prestare meno attenzione alla famiglia o alla casa.
Ai tempi dei miei nonni (ovvero nell’immediato dopoguerra), sia l’uomo che la donna lavoravano, vivendo con i genitori anziani che molte volte gestivano il bilancio familiare, la casa e si occupavano anche della crescita dei figli. Il motivo era ovvio: servivano due stipendi per tirare avanti. Senza però l’aiuto di qualcuno, riuscire nell’impresa non era fattibile avendo una famiglia. Nel caso però che l’aiuto della famiglia non ci sia… come si fa?
Bisogna davvero rinunciare a una propria identità lavorativa e sociale per mettere tutto a disposizione della famiglia? E in questo caso… basterebbe questo per mantenere una famiglia? Consideriamo quanto guadagna in media un operaio oggi giorno. Quanto costa un affitto medio. Quanto costa il cibo. Consideriamo quanto costano i bambini in generale. Per non parlare delle tasse e delle bollette che ogni mese puntuali arrivano (l’unica cosa di cui si può essere sicuri nella vita oltre alla morte è questa). O si lavora in due o non si campa.
Nei paesini più piccoli però specialmente i più anziani si lamentano. Sono sempre da soli, è innegabile. Molti sono felicissimi di vedere le proprie famiglie anche solo una domenica ogni tanto. Altri invece sarà per l’età o per una mentalità d’altri tempi, invece di godersi la famiglia che hanno se ne lamentano ( e generalmente questi sono proprio coloro che la famiglia la vedono minimo una volta al giorno). Di solito rimproverano soprattutto le donne (poco male che sia la figlia, la nuora o la nipote) di non fare abbastanza per loro. Si aspettano che svolgano loro tutti i compiti domestici. Continuando però a lavorare. Sposandosi. Avendo dei figli (i nipotini danno sempre una gran gioia ai nonni. Mi è capitato di vedere uomini impettiti in giacca e cravatta, che ai figli davano sì e no un abbraccio, rotolarsi e giocare con i nipoti come se fossero tornati anche loro bambini).
Gli anziani sono da sempre custodi di ricordi, esperienze e vissuti che noi non potremmo mai, se non forse con l’età, capire. Eppure, nonostante ciò, alcuni non hanno ancora imparato la gioia di godersi qualcosa invece che lamentarsene. Si aspettano di essere accuditi da quelle donne che una volte loro stessi avevano cresciuto senza tener conto che però una vita non si dona con la pretesa di ricavarne poi qualcosa un giorno. E se invece di aspettarselo si godessero solamente quegli incontri senza lamentarsene?
Forse a una donna, dopo una giornata di lavoro, dopo aver fatto i suoi doveri a casa, dopo aver messo i figli a letto, verrebbe molta più voglia di sedersi a tavola con la madre o il padre e parlare un po’ tranquillamente così, senza critiche.