Nella vita di tutti i giorni, ascoltando notizie poco piacevoli, assistendo a comportamenti discutibili, o più raramente provando una grande gioia, ci può capitare di rimanere senza parole, sopraffatti dalle nostre emozioni; di solito ci riprendiamo nell’arco di qualche minuto, dopodiché siamo in grado di esprimere verbalmente il nostro stato d’animo, di dare voce a ciò che proviamo.
Purtroppo questo non è il caso di coloro che sono stati colpiti da ictus cerebrale e sono conseguentemente diventati afasici. L’afasia è la perdita del linguaggio causata da lesioni delle aree cerebrali deputate alla sua elaborazione; per chi ne è affetto, si tratta senza dubbio di una condizione molto invalidante, dal punto di vista fisico ma ancor più da quello psicologico. La frustrazione derivante dall’impossibilità di comunicare i propri bisogni e le proprie emozioni dev’essere senz’altro grandissima e per niente facile da gestire; ecco perché già da molti anni la musicoterapeuta Loredana Boito organizza presso la Struttura complessa di riabilitazione dell’Ospedale Maggiore di Trieste (nonché presso la sede dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti – UICI – di via Battisti 2, sempre a Trieste) incontri settimanali di musicoterapia di gruppo, nella convinzione che la musica (processata nell’emisfero non dominante del cervello) costituisca un ottimo strumento di riabilitazione della persona afasica, che invece riporta danni all’emisfero opposto.
Il successo di questi incontri spinge la dottoressa Boito e il primario della Struttura a sognare un po’ più in grande; così nel 2006, con il patrocinio dell’Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale – ALICE FVG Trieste ODV, nasce il “Coro degli afasici”, che si pone l’obbiettivo di aiutare i suoi membri a reagire all’ictus che li ha colpiti, stimolandoli a rimettersi in gioco e ad affrontare positivamente la loro nuova condizione di vita.
Inizialmente il coro si esibiva per i pazienti ricoverati in ospedale, per gli ospiti delle residenze sanitarie assistenziali (RSA), oppure per quelli delle case di riposo presenti nella zona di Trieste; con il passare del tempo però, le doti canore del gruppo sono cresciute e il repertorio si è notevolmente ampliato, spaziando dalle canzoni popolari in dialetto triestino alla musica degli Anni Sessanta e Settanta, in modo da poter soddisfare anche un pubblico diverso. Da qui l’idea dei primi concerti in città, seguiti poi da altri fuori regione, che hanno avuto sempre ottimi riscontri e hanno fatto sì che il “Coro degli Afasici” di ALICE Trieste diventasse un modello da seguire e fosse chiamato per essere il capofila di altri progetti corali sviluppati successivamente in Italia.
La collaborazione più significativa è senza dubbio quella tra la musicoterapeuta Loredana Boito e l’Associazione Italiana Afasici del Friuli Venezia Giulia (AITA-FVG), un’Associazione di Promozione Sociale che ormai da ventisette anni si occupa di informare e sensibilizzare pazienti, medici, familiari e caregiver sui problemi legati all’afasia e che attualmente ha sede presso il Centro di Audiologia e Fonetica della Struttura Ospedaliero-Universitaria “Santa Maria della Misericordia” di Udine; questa partnership, nata circa cinque anni fa per creare un gruppo di musicoterapia all’interno dell’associazione stessa, ha portato alla nascita del “Coro degli Afasici di AITA” ed è culminata l’anno scorso nell’istituzione del “Coro Regionale degli “Afasici”, una realtà allargata che testimonia come la condivisione di problematiche ed esperienze permetta di superare più facilmente le difficoltà, sostenendosi a vicenda e diventando un esempio per tutti coloro che vivono situazioni analoghe e hanno bisogno di stimoli per rimettersi in gioco.
Anche questa formazione corale si è già esibita in più occasioni riscuotendo sempre il favore del pubblico, ma soprattutto dimostrando che l’unione fa la forza e che con una buona sinergia si possono ottenere maggiori risultati; è proprio sulla base di questa convinzione che la musicoterapeuta Loredana Boito sta lavorando per avviare un gruppo di musicoterapia anche a Pordenone. Naturalmente ci auguriamo che il suo progetto vada in porto e che il “Coro Regionale degli Afasici” si arricchisca presto di nuovi membri provenienti da tutte e quattro le province del Friuli Venezia Giulia, diventando così regionale di nome e di fatto e permettendo a quante più persone possibile di ritrovare sé stesse grazie a ciò che credevano di aver irrimediabilmente perduto, di rinascere attraverso la riscoperta della propria voce.