Il mese scorso vi ho raccontato il Cammino di Santiago attraverso gli occhi di un uomo in sedia a rotelle e del suo accompagnatore, nonché amico fraterno; oggi voglio presentarvi un altro Cammino, forse meno conosciuto, ma non per questo meno impegnativo, interessante o arricchente. Si tratta della Via Postumia, un percorso di 930 chilometri che congiunge Aquileia (cittadina del “nostro” Friuli conosciuta in tutto il mondo per essere stata un centro nevralgico dell’Impero Romano, costituisce oggi un importante sito archeologico, dichiarato patrimonio dell’UNESCO dal 1998) a Genova (che già in epoca romana fu un importante porto di scambio, divenendo poi una delle Repubbliche Marinare a partire dal Medioevo e infine balzando tristemente alle cronache nell’agosto 2018 per il crollo del ponte Morandi, o viadotto Polcevera che dir si voglia).
A percorrere questo Cammino tutto italiano è e sarà Andrea Devicenzi, un quarantasettenne di Martignana di Po (CR) che ormai da trent’anni vive su una gamba sola, appoggiandosi a due stampelle. La vita di Andrea cambia per sempre la sera del 28 agosto 1990, intorno alle 22.00, quando a 17 anni è in sella alla sua moto, si scontra con un’auto che giunge in senso opposto, cade, scivola per alcuni metri e poi si ferma rendendosi conto di essere senza la gamba sinistra; il giorno dopo si risveglia in ospedale, reduce da un intervento chirurgico delicatissimo durante il quale il suo cuore cessa di battere per ben tre volte; come lui stesso afferma, in quei frangenti si trova a un passo dalla morte, ma probabilmente non ha ancora compiuto la sua missione sulla Terra, così Qualcuno lo rimanda indietro.
Dopo cinque mesi di ricovero e varie operazioni per stabilizzare il moncone, Andrea torna a casa e riprende in mano la sua esistenza scendendo a patti con la sua nuova condizione, che sin dall’inizio accetta come un’opportunità per vivere una vita ancora più straordinaria della precedente; trova lavoro come impiegato in un’azienda (dove non permette che nessuno lo tratti da diversamente abile, anche se lavorare esattamente come gli altri gli costa fatica e dolore), si sposa, ha due figlie, studia musica al Conservatorio e dal 2007 si avvicina quasi per gioco al mondo dello sport paralimpico.
Visto che dal 1996 sceglie di non portare più la protesi e di usare invece le stampelle, sono le sue braccia e i suoi polsi che insieme alla gamba rimasta devono sostenere il peso del corpo e che quindi vanno continuamente sotto sforzo; i dolori alle articolazioni cominciano a farsi sentire, perciò Andrea decide di abbandonare per qualche mese lo studio della musica e condurre una vita più attiva, nella speranza di dimagrire un po’ e ridurre così il carico sui polsi. Con quest’intento inizia a praticare il paraciclismo, passando in breve tempo dalle Granfondo di un’ora e mezza o due, ad avventure estreme quali ad esempio un viaggio in India nel quale percorre ben 700 chilometri in otto giorni, sempre in sella alla sua bicicletta; dopo quest’impresa che nel 2010 lo porta sulla strada carrozzabile più alta del mondo (fino a 5602 metri, in vetta al KardlungLa), l’anno successivo tocca alla “Parigi – Brest – Parigi”, una manifestazione ciclistica amatoriale che dal 1951 si svolge ogni quattro anni e impone agli atleti partecipanti di coprire una distanza di 1230 chilometri in un massimo di 80 ore. Manco a dirlo, l’atleta lombardo arriva al traguardo dopo 72 ore e 42 minuti, quindi in largo anticipo rispetto al tempo limite!
Le soddisfazioni ricevute con il paraciclismo galvanizzano Andrea così tanto da indurlo a praticare anche il paratriathlon, uno sport nel quale si uniscono tre discipline, ovvero il nuoto (per questa disciplina la distanza da percorrere alle Paralimpiadi è di 750 metri), il ciclismo (20 chilometri) e la corsa (5 chilometri). Ancora una volta i risultati arrivano presto e Andrea può vestire quasi subito la maglia della Nazionale italiana; tra i riconoscimenti più importanti ottenuti in azzurro ricordiamo una medaglia di bronzo agli Europei di Eliat (Israele) nel 2012, la sua prima vittoria in una gara internazionale a Besançon (Francia) a maggio 2013 e il secondo posto agli Europei di Alanya (Turchia), conquistato appena un mese dopo.
Il vero traguardo che Andrea riesce a raggiungere grazie a questo sport è la completa accettazione di sé stesso e della sua disabilità, che diventa palese quando prima di una frazione di nuoto indossa lo slip incurante del fatto che migliaia di spettatori lo stiano osservando. Ovviamente accettarsi significa anche prendere coscienza dei propri limiti, di quanto possiamo chiedere al nostro fisico; ecco perché al sopraggiungere di una forte infiammazione alla schiena Andrea decide, seppur a malincuore, di abbandonare il sogno azzurro e dedicarsi a un’attività sportiva non agonistica, con ritmi più lenti e più tollerabili per il suo corpo.
Così, da tre anni a questa parte, inizia per lui una nuova era, quella dei Cammini. Nel 2018, con la sua gamba e le sue stampelle, percorre 500 chilometri in 22 giorni camminando lungo la Via di Francesco – Via di Roma, che fra Toscana, Umbria e Lazio attraversa alcuni dei luoghi più significativi per la vita e la preghiera del Santo di Assisi. L’anno successivo raddoppia le distanze camminando lungo la Via Francigena del Nord, dalla Valle d’Aosta a Roma; infine nel 2020, proprio in questi giorni, sta “macinando” i 930 chilometri della Via Postumia, che vi ho presentato in apertura. All’itinerario tradizionale, che come ho già scritto parte da Aquileia, Andrea ha voluto anteporre la cosiddetta “tappa 0” (nella giornata di venerdì 21 agosto), facendo iniziare la sua avventura dalla spiaggia di Grado (GO); in questo modo ha allungato il percorso di ben 11 chilometri, ma ha idealmente unito il mare Adriatico (che è appunto quello che bagna Grado, la spiaggia friulana più prossima ad Aquileia) e il Mar Ligure (cioè quello sul quale si affaccia Genova, dove Andrea approderà sabato 17 ottobre). Dopo questa tappa dal valore altamente simbolico ve ne sono altre 47, suddivise in tre “blocchi”, per una distanza media giornaliera di circa venti chilometri; il primo step (tappe dalla 1 alla 17, da Aquileia a Vicenza) si è felicemente concluso il 7 settembre scorso, il secondo (tappe dalla 18 alla 30, ovvero da Vicenza a Martignana di Po) è iniziato il 14 settembre e si concluderà il 26, mentre il terzo e ultimo è previsto dal 1° al 17 ottobre (tappe dalla 31 alla 47, da Martignana di Po a Genova).
Le imprese di Andrea sono tutte esempi concreti di resilienza, di voglia di crederci nonostante i limiti e le difficoltà che la vita ci pone quotidianamente davanti; percorrere la Via Postumia quest’anno assume però un significato ancor più particolare: innanzitutto il Cammino si snoda quasi interamente nella Pianura Padana, famosa soprattutto per la proverbiale nebbia, ma in realtà molto ricca e variegata nei suoi paesaggi, un ambiente tutto da scoprire; in secondo luogo, lungo il percorso si incontrano molte aziende che dopo il lockdown imposto dal Governo nei mesi scorsi per tentare di bloccare la diffusione Covid19 (che proprio in queste zone ha colpito maggiormente) stanno cercando di ripartire con ogni mezzo possibile, quindi l’idea è quella di lanciare un messaggio di speranza attraverso i racconti degli imprenditori che durante la pandemia non si sono persi d’animo e sono riusciti a trasformare le difficoltà in opportunità; infine è piuttosto evidente che percorrere la Via Postumia a piedi consente ad Andrea di sensibilizzare ancora una volta l’opinione pubblica e le istituzioni sul tema della disabilità, che dovrebbe essere una condizione esistente ma non limitante.
Ad accompagnarlo passo dopo passo, oltre al suo staff e ai camminatori che a ogni tappa decidono di unirsi a lui, ci sono le sue inseparabili stampelle in carbonio, da lui stesso progettate e prodotte da” laDueDue srl”, l’azienda che ha fondato nel 2018 e che produce ausili medici in grado di migliorare la vita quotidiana di chiunque li usa, ma soprattutto le prestazioni degli atleti paralimpici. Le “Katana”, con un nome di ispirazione giapponese e un design futuristico, sono dotate di gommini e manopole ergonomiche che danno la sensazione di essere ben saldi a terra e di formare un corpo unico con la stampella stessa; inoltre sono personalizzabili in ogni dettaglio, anche nell’estetica, diventando così un vero e proprio accessorio, parte integrante dell’abbigliamento di coloro che le utilizzano per vivere e/o praticare sport.
Come già nei Cammini precedenti, anche quest’anno Andrea avrà modo di incontrare molte persone e di condividere con loro parole, pensieri ed esperienze di vita, affinando così le sue abilità di motivatore, formatore e mental coach, una professione per la quale si è qualificato nel 2014. Ogni volta che si cala in questo ruolo, che si trovi su una strada, in un’azienda, oppure in una scuola, cerca di far riflettere i suoi interlocutori sull’importanza di avere degli obbiettivi e di lavorare sodo per raggiungerli; in fondo è proprio il desiderio di ottenere risultati che ci motiva e ci spinge a dare il meglio di noi, alzando sempre di più l’asticella e superando anche i nostri limiti, fisici o mentali che siano.
Con questo messaggio in testa e nel cuore, due stampelle di ultima generazione e una sola gamba, l’atleta lombardo procede sicuro sulla strada della vita, passo dopo passo, tappa dopo tappa, impresa dopo impresa; se anche voi volete camminare insieme a lui (letteralmente o metaforicamente), date un’occhiata al suo sito web, iscrivetevi al suo canale Youtube, oppure seguitelo su Facebook e Instagram: indipendentemente dalla modalità che sceglierete per compiere questo viaggio in sua compagnia e dal tempo che trascorrerete con lui, sarà sicuramente una bella avventura, al termine della quale vi sentirete senz’altro più “in gamba”!