Domenica 13 ottobre 2002, ore 20, minuto più, minuto meno.
I miei genitori se ne sono appena andati, lasciandomi in quella che per i prossimi tre anni sarà la mia nuova dimora, lo Studentato “Sant’Anna” di Forlì. Sono un po’ triste e alquanto spaesata, in fondo è la prima volta che cambio città e mi trasferisco a 330 chilometri di distanza da casa; poi c’è anche l’Università, che inizierò a frequentare da domani: anche questa è una realtà completamente nuova, non so cosa aspettarmi e sono spaventata…
Intanto Chiara, una “veterana” dello Studentato mi accompagna in salone, dove tutti si riuniscono a vedere la TV, così, per farmi conoscere un po’ di gente. Mentre percorriamo il corridoio che separa la cucina dal salone, vedo arrivare in senso opposto un ragazzo: cammina veloce, ma mi sembra dondoli un po’; punta diritto verso di me, non faccio in tempo a spostarmi che… SBAM! contro la mia carrozzina. Sono spiazzata, non dico nulla, il primo a parlare è lui, chiede: “Cos’è?”.
Ecco, questo è il mio primo “incontro-scontro” con Maurizio Molinari, un ragazzo nato a Pescina (AQ), cresciuto a Roma e maturato nel mondo. Eh sì, perché Maurizio, che oggi ha 35 anni, di mondo ne ha già visto un bel po’: non ha mai potuto osservarlo con gli occhi, ma ha sempre usato tutti gli altri sensi per catturarne ogni molecola, fino quasi a farla diventare una parte di sé.
Il fatto di essere non vedente dalla nascita non gli ha impedito di iniziare molto presto a viaggiare: a undici anni la prima vacanza-studio in Inghilterra, in mezzo a ragazzi più grandi e normodotati, poi è stata la volta dell’isola di Malta e della Francia; attraverso queste prime esperienze, Maurizio ha scoperto la ricchezza derivante dal contatto con altre culture, altre mentalità e altre visioni del mondo. Forse proprio per poter godere appieno di questa ricchezza e per poter comunicare più facilmente con le persone che incontrava nei suoi viaggi, scelse di iscriversi al liceo linguistico e in seguito, dal 1998 al 2004, alla Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori di Forlì.
Al periodo universitario risalgono i suoi viaggi in Corea, in Chiapas e in Palestina, oltre che a Parigi; in particolare, il mese trascorso in Chiapas gli ha dato l’opportunità di raccogliere materiale per la tesi di laurea (una dissertazione sull’educazione autonoma zapatista in Chiapas), che ha rappresentato uno dei primi tentativi di Maurizio di raccontare il mondo con la penna, anzi, con il laptop.
Già prima di laurearsi, Maurizio aveva ben chiara una cosa: l’interpretazione non era la sua strada, almeno non quella principale; per lui la via maestra, quella che lo avrebbe portato lontano, era il giornalismo. Così, dopo la laurea, i primi tirocini presso il “mensile di interviste” Una città e il quotidiano online Il Corriere di Romagna, entrambi con sede legale a Forlì.
Ma per diventare un giornalista “serio” (e soprattutto per essere considerato tale) bisogna avere tutte le carte in regola, ragion per cui il futuro reporter, dopo aver sostenuto i test d’ingresso in varie scuole ed aver ricevuto alcune porte in faccia a causa della sua disabilità, decide di frequentare l’Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino.
Durante il corso di studi svolge anche uno stage in RAI, che gli permette di acquisire nuove conoscenze e di imparare molto, soprattutto lavorando fianco a fianco con un altro giornalista non vedente; tuttavia in questo contesto percepisce la tendenza, a mio avviso tipicamente italiana, a “darti meno fiducia perché sei disabile”.
Quando gli si presenta l’opportunità di trasferirsi a Bruxelles per terminare il praticantato alla sede belga dell’Agenzia ANSA, Maurizio non ci pensa due volte, prende (anzi ri-prende) la valigia e parte; vivendo la città, scopre di trovarcisi a suo agio, quindi decide di mettere radici e inizia a cercare lavoro lì. Per qualche tempo presta servizio presso gli Uffici Stampa di alcune ONG, ma si tratta di un impiego part-time, che gli lascia la libertà di perfezionare la sua formazione seguendo un Master in giornalismo online e radio; il Master, promosso dall’Università di Liverpool, ha la durata di due anni, nel corso dei quali il giornalista-viaggiatore farà settimanalmente la spola tra Liverpool, Londra e Bruxelles.
Proprio a Londra Maurizio instaura un rapporto di collaborazione con la BBC, rapporto che continua tutt’ora e che lo ha indotto a lasciar perdere qualunque impiego fisso, gettandosi a capofitto nel mondo del giornalismo freelance. Attualmente scrive per diverse testate online, tra le quali Redattore Sociale ed Equal Times e collabora con alcune emittenti radiofoniche estere per la realizzazione di trasmissioni in lingua italiana.
Pur avendo stabilito il suo quartier generale a Bruxelles, il giovane giornalista non si ferma mai, è sempre in viaggio: spesso per lavoro, ma ancor più spesso per placare la sua “sete di mondo”, il suo insaziabile desiderio di conoscere luoghi, persone e culture nuove, di comprenderne il più possibile l’essenza e di provare a raccontarla a modo suo, con la schiettezza, la spontaneità e l’ironia che sono insite nel suo DNA.