
Cari lettori, come reagireste se vi dicessi che il protagonista di questa storia è un uomo dal sangue blu? Senz’altro pensereste che si tratta di un uomo di nobili origini, forse le lettrici più romantiche sognerebbero addirittura un principe azzurro…
Beh, mi spiace deludervi, ma i motivi per i quali ritengo di poter affermare che Alessandro Saggiorato ha il sangue blu sono altri: innanzitutto il blu è un colore freddo, freddo come il suo sangue che gli permette di rimanere calmo anche in situazioni potenzialmente rischiose; in secondo luogo il blu è il colore del cielo e del mare, due ambienti nei quali Alessandro si è sempre sentito a proprio agio e nei quali hanno trovato libero sfogo le sue più grandi passioni, che ormai gli sono entrate nel sangue.
La prima passione è il paracadutismo: lanciarsi da un aereo, spiegare la vela, librarsi nell’aria, lasciarsi avvolgere per qualche istante nell’abbraccio del cielo e poi scendere in picchiata, arrivando a terra con il corpo prima che con la mente… Questo è il “pane quotidiano” di Alessandro dal 1992 al 1997, durante i suoi cinque anni di militanza presso il 4° Reggimento Alpini Paracadutisti di Bolzano; in questo lasso di tempo, mentre avanza di grado fino a diventare Sergente Maggiore, egli ha spesso l’opportunità di ammirare il mondo dall’alto e probabilmente anche di rendersi conto che, se paragonati all’immensità del cielo (e più in generale dell’Universo), noi esseri umani siamo infinitamente piccoli e dannatamente impotenti.
Quasi a volerlo convincere di ciò, tra il 1996 e il 1997 arriva la sclerosi multipla, una malattia autoimmune che colpisce il sistema nervoso centrale e si manifesta con sintomi diversi, quali ad esempio difficoltà di deambulazione, stanchezza, dolore cronico, disturbi alla vista e alla sensibilità; al pari dei sintomi, anche gli effetti che essa produce su ogni individuo colpito (e sulla sua qualità di vita) sono variabili: nel caso di Alessandro, il danno arrecato dalla malattia è tale da costringerlo quasi subito (nell’arco di sei o sette mesi dalla diagnosi) a muoversi in carrozzina.
A questo punto, per lui la prospettiva cambia radicalmente e d’un tratto si ritrova a guardare il mondo dal basso verso l‘alto; la sua nuova condizione fisica non soltanto lo obbliga a intraprendere nuovi percorsi professionali (che lo portano a diventare prima disegnatore tecnico CAD e poi webmaster), ma gli impone anche di frequentare più spesso la piscina, influenzando positivamente il suo rapporto con l’elemento “acqua”: se prima questo elemento non gli era mai stato ostile e una nuotata poteva costituire un piacevole diversivo, ora l’acqua diventa un prezioso alleato, che gli permette di muoversi meglio e con meno fatica.
Durante le sedute di fisioterapia in acqua Alessandro rimane affascinato dai racconti di una terapista che nel tempo libero pratica immersioni subacquee e che pian piano gli mette la classica “pulce nell’orecchio”; poi una mattina, passeggiando sotto i portici del centro di Bressanone (sua città di residenza), l’occhio di Alessandro cade su un manifesto che pubblicizza i corsi organizzati dalla locale Società Subacquea. Da amante del rischio e dell’avventura qual è, decide che vale la pena provarci, quindi si rivolge alla Società stessa per ricevere indicazioni in merito; qui viene reindirizzato alla Società Subacquea di Bolzano, al cui interno opera un istruttore specializzato per disabili: così inizia l’emozionante viaggio di un Sergente Alpino Paracadutista in pensione alla scoperta degli abissi.
Dopo mesi di duro lavoro, nel 2004 Alessandro riesce ad ottenere il brevetto di primo grado, che gli consente di immergersi fino a dodici metri di profondità, purché accompagnato dal suo istruttore; questa sarebbe già una grande conquista, ma la passione non conosce limiti: ecco allora che sei anni dopo, sotto la guida di un altro istruttore (questa volta tesserato alla Società Subacquea di Bressanone, poiché quella di Bolzano nel frattempo si è sciolta), è il momento di conseguire il brevetto di secondo grado.
A questo punto il nostro “parà-sub” è libero di scendere ancora più giù, fino a diciotto metri di profondità e può farlo senza istruttore al seguito, infatti viene ritenuto idoneo a prestare assistenza a chiunque si immerga in coppia con lui e richieda il suo aiuto; ciò significa che in acqua Alessandro non ha alcun handicap, la sua condizione è esattamente uguale a quella dei sub normodotati, fatto salvo che lui si spinge avanti esclusivamente a forza di braccia e muove le gambe solo per brevissimi periodi di tempo.
Le prime immersioni lasciano Alessandro stupefatto, ma anche un po’ disorientato: capisce che là sotto c’è un mondo parallelo, che non è soltanto acqua; allo stesso tempo però non conosce tutte le creature che lo popolano, distingue a malapena i coralli, quindi non riesce a comprendere fino in fondo quello che vede. Così, decide che è ora di saperne di più e consegue una specializzazione di primo livello in Biologia Marina, grazie alla quale ora, com’è solito dire, gli basta un metro quadrato di roccia per soddisfare il suo desiderio di esplorazione.
Come tutti gli esploratori, anche i subacquei si stancano, quindi anche per loro è importante puntare al massimo risultato con il minimo sforzo; ecco perché molti di essi si specializzano nelle immersioni con aria arricchita Nitrox: si tratta di aria arricchita da una miscela gassosa di ossigeno e azoto, che permette una maggiore ossigenazione del sangue e di conseguenza rende la permanenza in acqua meno faticosa, consentendo altresì di allungarne i tempi. Grazie all’utilizzo della miscela Nitrox, una volta completata la “vestizione” e indossata tutta l’attrezzatura (operazioni per le quali ha bisogno di aiuto), Alessandro può entrare in acqua e godersi l’immersione in completa autonomia: proprio come se stesse ancora volando con il suo paracadute, è completamente libero di perdersi nel blu e di sfruttare la magia della terza dimensione (la profondità), che gli permette di aggirare un ostacolo sempre e comunque, passandoci sopra, sotto oppure di lato.
Al suo ritorno a galla, Alessandro è rigenerato sia nel corpo che nello spirito: le sue membra beneficiano del potere rilassante dell’acqua, mentre la sua anima trabocca di emozione per ciò che ha potuto ammirare nei fondali; si tratta di emozioni difficili da spiegare a parole, ma che sicuramente vale la pena condividere: per questo Alessandro ha voluto trasmettere la sua passione alla moglie Samanta (che ora si immerge spesso con lui) e a tempo debito spera di “contagiare” anche la figlia dodicenne. E per gli amici meno coraggiosi? Come fare a coinvolgerli in quest’affascinante avventura? Beh, ci penseranno i video che Alessandro girerà con la sua Go-Pro acquistata da poco!
Un video, reperibile al link https://www.youtube.com/watch?v=WRv_t_nXW80, è anche quello che il protagonista di questa storia vuole condividere con tutti i lettori di NordestNews, nella speranza che vedendolo in azione rimangano incuriositi e, a prescindere dalle loro condizioni fisiche, provino anche loro un’irrefrenabile voglia di tuffarsi “nel blu dipinto di blu”!