Nel suggestivo palcoscenico di Wembley, gli uomini di Roberto Mancini battono l’Austria e si qualificano per i quarti di finale del Campionato Europeo; ad attenderli ci sarà la vincente tra Belgio e Portogallo, match che si disputerà nella prima serata di domani sera.
L’ansia da prestazione che colpisce gli azzurri all’inizio del match non è un problema dei ragazzi di Franco Foda, i quali- probabilmente galvanizzati dallo storico passaggio del turno- si rendono protagonisti di una grande partita, pressando alti e ricompattandosi immediatamente dietro alla linea della palla in fase difensiva, nell’attesa di una possibile fulminea ripartenza. Il piano tattico degli austriaci mette per la prima volta in seria difficoltà gli azzurri, che nonostante la consueta qualità del gioco, si dimostrano molto più contratti rispetto al solito. Nella prima frazione, un legno a portiere battuto nega la gioia del gol a bomber Immobile, mentre nella ripresa, la Var annulla la rete del possibile vantaggio ad Arnautovic, causa fuorigioco millimetrico a dir poco impercettibile in presa diretta. La tecnologia salva l’Italia dalla clamorosa beffa ed i tempi regolamentari si concludono- non senza sofferenza- sul punteggio di 0-0. La partita odierna ha evidenziato, tra gli altri aspetti, la profondità e la qualità della rosa assemblata dal c.t. , data l’enorme quantità di forze fresche da poter inserire dalla panchina. Tra queste, Mancini decide di inserire Pessina, al posto di uno sfinito Barella e Chiesa, a rilevare Berardi; è proprio l’esterno offensivo della Juve a segnare il gol apriscatole del match al minuto 95′ del primo tempo supplementare, a cui segue la rete di Pessina (105′), che porta gli azzurri sul punteggio di 2-0. L’Austria però non si rassegna e tenta il tutto per tutto con uno schieramento a trazione anteriore, scelta che porta i suoi frutti, visto il gol di testa su palla inattiva di Kalajdzic, al minuto 114′. Donnarumma blinda il risultato definitivo con un paio di interventi salvifici sul finale.
La battaglia di Wembley si conclude dunque con il punteggio di 2-1 in favore dell’Italia, ma i complimenti all’avversario per organizzazione di gioco, caparbietà e attaccamento sino all’ultimo pallone sono a dir poco doverosi. Ne è indicatore l’esultanza liberatoria dei ragazzi e di tutto lo staff tricolore al triplice fischio arbitrale, ennesima dimostrazione palese di un gruppo coeso e abilmente plasmato, che non ha ancora voglia di fermarsi. Ora il gioco comincia a farsi duro, testa dunque alla prossima delicatissima gara, nella speranza che il meraviglioso percorso della Nazionale non si arresti bruscamente al prossimo step.
Samuele Marcon