Il passo successivo alla ripresa degli allenamenti collettivi è senza ombra di dubbio la tanto desiderata ripartenza dei campionati, ipotizzata per quanto attiene al nostro paese per il weekend del 13 giugno, con un calendario che prevede la disputa di un incontro ogni tre giorni, in modo da terminare la stagione regolare 2019-2020 (coppe comprese) entro il 20 agosto. Tuttavia, stando a quanto emerso dall’ultimo consiglio federale, la FIGC avrebbe vagliato un ‘piano B’ qualora ci si dovesse nuovamente fermare causa emergenza da Covid-19; in caso di nuovo stop, infatti, non ci sarebbe il tempo materiale per disputare le gare mancanti.
Mediante la messa in atto di questo nuovo format, lo scudetto, i posti alle coppe europee, le promozioni e le retrocessioni verrebbero assegnati al termine di playoff e playout; il campionato italiano verrebbe trasformato dunque in un vero e proprio torneo, con le squadre divise in gironi, quest’ultimi basati sull’attuale piazzamento in classifica e su criteri ancora tutti da definire. La lotta per il titolo, in base anche alle misure adottate, potrebbe coinvolgere squadre quali Napoli, Milan e Verona (rispettivamente al 7°, 8° e 9° posto), il cui obiettivo scudetto era sino ad ora a dir poco impensabile. Nei bassifondi della classifica , si scatenerebbe poi una vera e propria bagarre salvezza, con protagoniste anche tutte quelle società che attualmente pensavano di trovarsi in una situazione di classifica relativamente tranquilla (in aggiunta a Spal, Brescia, Lecce e Genoa, sarebbero incluse in “zona calda” anche Sampdoria, Torino, Udinese e Fiorentina).
Cambiare la formula dei campionati in corsa, potrebbe inoltre portare ad un’ estate all’insegna delle aule di tribunale, con una molteplicità di ricorsi che potrebbero essere presentati per innumerevoli motivi: per questioni giuridiche dal canto dei club, sfavorevoli all’idea poiché convinti che l’attuale torneo verrebbe falsato, per motivi economici rivendicati dalle maggiori emittenti televisive (Sky e Dazn tanto per portare due esempi) e per un discorso di coerenza, in quanto qualora per questioni di sicurezza e di salute nazionale non si potesse giocare, la disputa dei playoff e dei playout non avrebbe alcun senso. Furiosi i presidenti delle società, i quali in questi giorni stanno erigendo un vero e proprio muro: “Playoff e playout? Un’idiozia.”- tuona il patron del Genoa Enrico Preziosi; “Se non si può giocare non si gioca, punto!“- aggiunge poi il massimo esponente granata Urbano Cairo e molti altri ancora hanno espresso la loro opinione in merito alla questione, anche con toni piuttosto accesi.
Il futuro del mondo del pallone dunque, stando a quanto appena analizzato, potrebbe fare spazio ancora una volta a nuovi possibili clamorosi scenari; esprimendo un mio personalissimo parere da puro tifoso, nonché appassionato del mondo del calcio a 360 gradi, concludo affermando che, sebbene la proposta della Federcalcio possa essere condivisibile per quanto attiene al rispetto delle tempistiche, tuttavia ciò non esclude un ipotetico e drastico ribaltone nei risultati finali.
Samuele Marcon