Sebbene l’ultima stagione sia stata più insidiosa e travagliata del previsto, la Juventus batte in casa la Sampdoria con il risultato di 2-0 e si aggiudica con due turni d’anticipo il nono scudetto consecutivo; è la prima squadra della storia a riuscire in tale intento, superando di fatto il Bayern Monaco, fermo a quota otto titoli. Nonostante la mole di gioco prodotta sia stata inferiore alle aspettative, causa anche un mercato estivo privo di grandi colpi, eccezion fatta per il difensore centrale olandese De Ligt, i bianconeri hanno saputo riconfermarsi per l’ennesima volta quale corazzata più forte del nostro campionato, meno schiacciante rispetto alle annate precedenti, ma pur sempre estremamente efficace. Andiamo dunque ad analizzare più nel dettaglio i protagonisti in positivo ed in negativo del percorso verso la gloria.
MAURIZIO SARRI- Il direttore d’orchestra
Seppur pesantemente criticato, perennemente in bilico e tacciato da molti come mediocre, Maurizio Sarri ha raggiunto l’obiettivo, vincendo il primo campionato della sua carriera a livello professionistico e coronando di fatto ciò che a detta sua rappresenta il sogno di una vita; una scalata impressionante quella del tecnico toscano, a dir poco inimmaginabile se pensiamo che solo dieci anni fa, militava in serie C alla guida dell’Alessandria, con alle spalle diverse esperienze a livello dilettantistico ed una carriera da impiegato in banca. L’approdo a Torino è stato per lui oltre che un’enorme opportunità lavorativa, anche un’occasione di crescita personale, poiché si è progressivamente scrollato di dosso la pesante etichetta da integralista, anzi da “sarrista”, attribuitogli da numerosi addetti ai lavori, in seguito ai principi di gestione e di gioco messi in mostra sia in terra medicea che partenopea. A lui la pecca di non aver saputo trasferire sul rettangolo di gioco la propria filosofia calcistica, il cui punto cardine è la bellezza estetica, da ricercare attraverso un atteggiamento prevalentemente propositivo, ed una rapida ed efficace circolazione della palla, al fine di produrre una mole di gioco impressionante, capace di sfinire l’avversario ed allo stesso tempo di offrire spettacolo a chi guarda. L’impressione è che molte delle idee proposte siano rimaste sulla carta, trovando riscontro solo in maniera parziale ed intermittente a livello pratico; due sono a mio avviso le cause di tale discontinuità nelle prestazioni: la prima è riconducibile alle caratteristiche individuali dei giocatori in organico, è impensabile infatti ancorare a rigidi principi tattici uomini come Dybala e Cristiano Ronaldo, abituati a svariare lungo tutto il perimetro al fine di stimolare la loro estrosità e vena creativa; la seconda invece, tocca inevitabilmente la questione mercato, totalmente insufficiente infatti il contributo offerto dal ds Fabio Paratici, portatore di una strategia apparentemente senza capo né coda. La carenza a livello di organico è riscontrabile in tutti i reparti e nonostante Sarri abbia sperimentato diversi moduli di gioco, tra cui prevalgono il 4-3-3, il 4-3-1-2 ed il 4-4-2, si è sempre trovato ad adattare diversi giocatori in ruoli non naturali, vedi per l’appunto Cuadrado come terzino destro, Bernardeschi come trequartista e Dybala come prima punta, tanto per citarne alcuni. Per le ragioni sopracitate, dunque, mi sento di promuovere il tecnico toscano, poco spettacolo ma obiettivo raggiunto: VOTO 6,5.
DYBALA, RONALDO, DE LIGT- Gli uomini simbolo
Qualora mi chiedessero di scegliere i tre giocatori etichettabili come uomini simbolo del trionfo bianconero non potrei non citare Dybala, Ronaldo e De Ligt, i primi due poiché in grado di risolvere momenti complicati in più occasioni, mediante splendide giocate individuali, il secondo per aver offerto, specie nel periodo post lockdown, delle prestazioni di altissimo livello, in grado di garantire una discreta solidità difensiva a tutta la squadra.
Dybala- dopo un inizio non facile, sostituisce CR7 a San Siro contro il Milan, segnando il gol decisivo; da lì in poi inanella prestazioni di altissima qualità con una costanza di rendimento a dir poco impressionante; nel post lockdown si carica la Juve sulle spalle, brillando di luce propria. VOTO 7,5.
Ronaldo- tutto sommato si dimostra il solito totem, un trascinatore costante e concreto, aspetto questo non da poco considerata l’età; alla ripresa post pandemia si affievolisce e la sua squadra ne risente, ma ben presto torna ad essere protagonista.. e la juve vince. VOTO 7.
De Ligt- Chiellini si rompe il crociato, costringendo il baby difensore olandese ad un adattamento non poco traumatico alla nostra serie A; l’inizio e scioccante e lo rende protagonista di numerosi gol causati e rigori subiti; viene spostato sul centro-sinistra a stagione in corso, innalzando a livello esponenziale il proprio rendimento. VOTO 6,5.
I FLOP- Il centrocampo mai sbocciato
Tra i bocciati non possiamo non inserire il pacchetto dei centrocampisti, alcuni troppo “datati”, altri totalmente inadatti per caratteristiche; estraiamo dal gruppo dei bocciati solo i profili di Bentancur, unico degno di interpretare alla perfezione le idee del tecnico e di Matuidi, il quale, nonostante l’oramai non più veneranda età offre ancora il suo importante contributo. Ha deluso ampiamente le aspettative invece Miralem Pjanic, il cui obiettivo ad inizio stagione era, a detta del tecnico, quello di toccare 200 palloni a partita; obiettivo fallito, il bosniaco appare sempre più in difficoltà, diventando l’ombra di sé stesso, per lui un futuro in maglia “blaugrana”. VOTO 5.
Khedira, Ramsey, Rabiot- il primo penalizzato da frequenti infortuni, complice anche la gioventù oramai volata via, i secondi altalenanti, fuori luogo, mediocri, semplicemente non da Juve; VOTO 4.
Alla stregua delle considerazioni appena fatte, l’interrogativo per il futuro non può che essere il seguente: riuscirà la dirigenza bianconera a mettere a disposizione del tecnico una rosa ampia, adatta per caratteristiche e competitiva in tutti i reparti? Qualora così fosse, per il buon Maurizio Sarri non ci sarebbero più alibi; comunque sia, nel periodo appena trascorso, qualcosa è già stato fatto in chiave mercato, con l’arrivo di Arthur dal Barcellona per 70 milioni di euro, più Pjanic in qualità di contropartita tecnica; il premio scudetto vero e proprio, invece, potrebbe chiamarsi Jorginho, profilo più che gradito all’attuale tecnico bianconero.
Samuele Marcon