Ieri 11 luglio, alle ore 21.45 è andato in scena presso l’Allianz Stadium di Torino il big match tra Juventus e Atalanta, valevole per la 32^giornata di campionato; il tabellino finale recita 2-2 ma il pallino del gioco è stato costantemente in mano ad una sola squadra.. e non stiamo parlando dei pluricampioni d’Italia.
Veder giocare la squadra di Gasperini è proprio una gioia per gli occhi e la partita di ieri non ha fatto eccezione, perché alla Dea non interessa la squadra che ha di fronte, nemmeno se quest’ultima vanta la fama ed il blasone della Juventus. Pur essendo in trasferta, è la squadra nerazzurra a fare la partita, spensierata, fluida nella manovra e magnificamente propositiva, schiaccia l’avversaria nella propria metà campo per 15 interminabili minuti, attaccando senza sosta prima di trovare il vantaggio al minuto 18, segna Zapata, raccogliendo un meraviglioso assist di collo esterno offertogli dal “Papu”Gomez. C’è poco da dire sulla squadra di Sarri, apparsa rigida e ingessata, a dimostrazione che sono le giocate individuali a permetterle di tirare avanti il carretto e non il bel gioco, come invece si auspicavano i supporters e gli addetti ai lavori juventini; la pareggia Cristiano Ronaldo su rigore, assegnato in seguito ad un tocco con il braccio in area di De Roon. L’Atalanta non si perde d’animo, continua a macinare gioco e ritrova il vantaggio al minuto 80 con una bordata dal limite di Malinovskyi, che si insacca nell’angolino basso alla sinistra dell’incolpevole Szczesny. Minuto 89:altro fallo di mano in area, stavolta di Muriel e secondo penalty di giornata realizzato da CR7, siglando un pareggio che vale oro per quanto si è visto in campo. La Juve è tutta qui, due rigori e niente più.
Ormai da tempo mi accorgo di sbagliarmi quando parlando della squadra di Bergamo, la paragono all’Udinese da Champions di guidoliniana memoria; quelle di Udine sono state semplicemente parentesi felici del calcio friulano, l’Atalanta è invece molto molto di più, è una grande squadra, un esempio, un modello, una società estremamente organizzata che sta raccogliendo i frutti di un ambizioso progetto avviato pochi anni fa, in grado di valorizzare i giovani talenti, (la Dea infatti vanta il miglior settore giovanile di tutta Italia) e allo stesso tempo di rafforzare una rosa dalla base già molto buona, che si sta sempre più ampliando, basti pensare ad esempio all’ingaggio di Castagne, valido sostituto del titolare Gosens o alla coppia Muriel- Malinovskyi, che permette di far rifiatare in tranquillità gli imprescindibili Ilicic e Gomez, tanto per citarne alcuni.
Nonostante abbia messo una seria ipoteca sul discorso Champions, si può dire che, per l’enorme mole di gioco prodotta nel corso di tutti i 90 minuti, l’Atalanta abbia perso due punti, più che averne guadagnato uno; la Juve invece, strappa in extremis un pareggio che vale oro in vista della conquista dello scudetto, portandosi a +8 sulle dirette inseguitrici, nonostante la discontinuità di gioco e di risultati, messa in mostra dalla ripresa post lockdown. Per fortuna che anche le altre stentano dico io, altrimenti per i bianconeri la situazione di classifica sarebbe molto meno tranquilla; chiamatemi pure anti juventino se volete.
Samuele Marcon