Ieri, martedì 23 giugno alle ore 21.45, presso lo stadio Filadelfia, è ufficialmente ripartita la serie a delle “Zebrette”, impegnate in una delicatissima sfida salvezza contro il Torino, il quale si è imposto con il risultato finale di 1-0, distaccandosi di sei punti dalla zona retrocessione e lasciandosi alle spalle proprio l’Udinese, la quale ora dista solo tre lunghezze dalla zona calda, con un calendario tutt’altro che semplice.
A preoccupare l’ambiente friulano non è il gioco espresso dalla squadra di Gotti, la quale domina la partita dall’inizio alla fine, come testimoniano anche alcuni dati: 59% di possesso palla, 16 calci d’ angolo a favore e 11 tiri, di cui 5 nello specchio della porta, emblema di una squadra che produce una mole di gioco impressionante rispetto ai suoi avversari, la quale scarsa confidenza con il gol rischia però di andare ad intaccare tutti gli altri aspetti positivi. Con 21 reti segnate sin qui, l’Udinese è il secondo peggior attacco della serie A, superiore solo a quello della Spal, penultima in classifica. Smettiamola dunque di fare affermazioni azzardate, quando parlando del nostro reparto avanzato diciamo convinti: “questi sono attaccanti da doppia cifra”; purtroppo non è cosi ed i numeri sono impietosi: 5 marcature per Okaka, da considerarsi anche un buon bottino, visto quanto si sacrifica per la squadra, 4 per Lasagna, il quale da sempre non dimostra di possedere l’istinto da killer sotto porta, tipico dei grandi attaccanti; appena una rete invece per Nestorovski, annunciato come grande colpo a parametro zero del mercato estivo, ha deluso ampiamente le aspettative con una sola segnatura stagionale, apparendo statico, poco incisivo ed inefficace, forse stava meglio in serie B; la lista si fa completa con il nome del polacco Teodorczyk, il peggiore dei quattro con zero gol fatti, complice anche lo scarso minutaggio sin qui concessogli, dovuto in gran parte agli enormi problemi fisici patiti, i quali lo hanno reso solo l’ombra del grande ariete da area di rigore che era ai tempi dell’Anderlecht. Se la matematica non è un’opinione, 5+4+1+0= 10. Alla doppia cifra dunque, ci arriviamo a malapena, sommando il contributo offerto dall’intero pacchetto offensivo della nostra rosa, una magra impressionante, a dimostrazione che i grandi centravanti si pagano cifre importanti e non sono in offerta speciale come al supermercato. L’unica sbavatura difensiva del match è il contropiede abilmente giostrato da Edera e finalizzato dal gallo Belotti, complice anche un intervento non perfetto del portiere Musso, colpevolmente trafitto sul primo palo; l’estremo difensore Sirigu, al contrario si è reso protagonista della vittoria granata con numerosi interventi salvifici, due su tutti la parata con la punta delle dita sulla perfetta volèe dal limite dell’area dell’ivoriano Fofana e la plastica respinta sul colpo di testa ravvicinato del difensore De Maio. Del resto per l’intero arco della partita, il Torino non ha fatto altro che ripiegare in difesa a protezione del vantaggio, dimostrando in più di qualche circostanza di essere squadra dalle palesi difficoltà nel costruire trame di gioco efficaci e nella lettura delle situazioni difensive; il tecnico Longo farebbe bene a ringraziare la sterilità realizzativa della squadra friulana, complice di avergli regalato bottino pieno. All’ enorme preoccupazione per la precaria situazione di classifica in cui attualmente ci troviamo, si aggiunge quella per il gravissimo infortunio subito da Mandragora, uscito dal campo in lacrime nel corso della seconda frazione; nessuna notizia certa ora come ora, ma i primi segnali non inducono all’ottimismo; si parla di un coinvolgimento del crociato, con conseguente prognosi di lungo stop. I bianconeri perderebbero dunque per il resto della stagione un elemento chiave per il proprio gioco, il quale potrebbe essere sostituito dal bosniaco Jajalo, anch’egli arrivato in estate a parametro zero dalla cadetteria, di qualità decisamente inferiore al talentino scuola Juve, come dimostra anche il secondo tempo piuttosto opaco disputato ieri; con l’uscita dal campo del nostro playmaker, infatti, l’Udinese ha perso ampiamente di lucidità ed incisività nella costruzione delle trame di gioco, affidandosi perlopiù a numerosi lanci lunghi, alla disperata ricerca delle famigerate punte. A quanto appena detto, si aggiunge poi l’ammonizione per De Paul, il quale salterà per squalifica la partita in casa contro l’Atalanta, altra assenza pesantissima in una gara che si prospetta tutt’altro che semplice.
Cari tifosi ed appassionati bianconeri, l’impressione è che anche quest’anno la salvezza dovremo giocarcela all’ultima giornata; cerchiamo però, per quanto sia possibile in situazioni di questo tipo, di essere fiduciosi nel lavoro che sta svolgendo mister Gotti, a mio parere grandissimo professionista dalle immense doti umane e tecnico- tattiche. A lui l’arduo compito di operare delle scelte mirate, in grado di sopperire adeguatamente alle assenze ed arginare il ciclone Atalanta, il quale non si ferma di fronte a nulla, come testimonia il 7-1 rifilatoci all’andata. L’unica soluzione che vedo io allo stato attuale, è quella di barricarci in undici in difesa, proprio come ha fatto il Torino ieri, nella speranza di rendere la vita difficile agli uomini di Gasperini e di portare a casa almeno un punto, che sarebbe oro colato visti gli impegni futuri che ci attendono.
Samuele Marcon