Fallito il primo match point salvezza per l’Udinese, che perde in casa per 3-1 per mano della Sampdoria. Comincia meglio la squadra di Ranieri, creando un paio di occasioni limpide con capitan Quagliarella, abilmente sventate da Musso; a passare è però la squadra bianconera, attraverso la solita micidiale ripartenza di capitan Lasagna, che si lascia alle spalle Yoshida e incrocia di sinistro facendo 1-0. Al tramonto del primo tempo però la squadra blucerchiata la pareggia: sponda pallavolistica di Ekdal a liberare l’intramontabile Quagliarella, che si coordina e insacca con un destro chirurgico di prima intenzione. Nella ripresa parte meglio la squadra di Gotti, che colleziona tre nitide occasioni, nate dalle immense qualità tecniche di Rodrigo De Paul, il quale costruisce bene ma spreca sotto porta; non è da meno neanche capitan Lasagna, che si fa ipnotizzare da Audero a due passi dalla linea bianca; la storia è sempre quella, gol sbagliato, gol subito. Minuto 89: pasticcio difensivo tra Samir ed Ekong, i quali sembrano giocare a palla prigioniera invece di spazzare la palla, Bonazzoli ringrazia e con una meravigliosa rovesciata insacca nel sette alle spalle dell’incolpevole Musso. La terza rete vale solo per le statistiche, con Gabbiadini che, al minuto 94, si lascia alle spalle il difensore bianconero Nuytinck (al quale in precedenza era stata annullata la rete del momentaneo 2-2 per un tocco con il braccio) e incrocia con il destro chiudendo i discorsi.
L’Udinese sembra aver pagato la stanchezza più che la mancanza di gioco in questo caso; fatto sta che è stata fallita per l’ennesima volta una ghiotta occasione per ipotecare definitivamente il discorso salvezza, ci sarà da lottare fino alla fine. Complimenti alla Sampdoria, che non ha rubato nulla, anzi, dimostrandosi cinica, spietata e molto compatta quando c’era da soffrire. La vittoria di ieri vale l’aggancio in classifica proprio ai bianconeri, fermi a quota 35 punti; nessuna delle due deve stare però troppo tranquilla da qui alla fine della stagione, gli scenari sono ancora più che mai incerti.
Samuele Marcon