Seguo il calcio da sempre e tranne una folle parentesi per la Roma di Nils Erik Liedholm, da quando i bianconeri friulani son passati dalla serie c alla serie a traghettati da Giacomini, l’ Udinese è sempre stata la mia squadra del cuore. Passano i nomi di calciatori, più o meno bravi, passano le proprietà, resta l’ Udinese, nel bene e nel male quei colori hanno fatto, fanno e faranno parte della mia vita. Da buon tifoso, me la prendo quando vedo partite come quelle della scorsa domenica, quando un rigore ha mandato in confusione un’intera squadra che non sarà delle migliori ma avrebbe potuto tranquillamente giocarsela con quella Lazio.
Tre giornate, più o meno condizionate da omini gialli, e la bella classifica è diventata barcollante, ma la classifica, pur se maturata in modo discutibile è quella che questa squadra merita, in quanto ammettendo che ci sia stato qualche torto, alcuni punti sono anche arrivati in modo immeritato e tutto ciò fà parte di quello che è il ‘giuoco’ del calcio, quello che non vuole cambiamenti e resta ancorato al vecchio per potersi barcamenare come più conviene.
Grazie a Pozzo per quanto ha costruito e ci stà facendo vivere, basti guardare che fine fanno provinciali illustri come il Parma, per comprendere che infondo, pur senza vincer niente, l’ Udinese non è così male, ma la paura di scivolare c’è sempre. Volendo essere complottisti si potrebbe dar voce a quei sussurri che da tempo si sentono, secondo i quali l’ Udinese non deve arrivare in europa perchè poi vende tutti e si fà sbatter fuori subito. Può anche esser vero ma se è così dico io, chi è più bravo gli arrivi davanti e non ci sono più problemi, senza sgambetti più o meno voluti. O ad altre vocine che sussurrano che fin che c’è il Paron calcio a Udine si vedrà, più o meno bello, ma si vedrà, poi gli interessi vireranno in terra monarchica e qui si vedranno solo le seconde scelte. Potrebbe anche essere ma sono certo che se si vuole che la nuova bomboniera friulana abbia il risalto che merita ci vuole qualche sacrificio. Il pubblico lo fà pagando tagliandi in momenti in cui ‘i santesins a stan ben par comprà el pan’ e venendo sballottati di qua e di là per poter finire i lavori mentre si guardano partite penose, mentre la proprietà dovrebbe farne per trattenere e portare qualche pedina importante per costruire la nuova Udinese post Di Natale. Niente super nomi non servono, un regista vero, anche giovane ma col piede caldo, una punta che garantisca una decina di gol ed una guida tecnica che sappia valorizzare ciò che ha mostrando un bel calcio che magari porti i bianconeri a giocarsi una finale di coppa Italia. Le occasioni ci sono state e sono state snobbate tanto da sprecarle, ora si potrebbe cambiare marcia senza per forza cambiare filosofia, ben venga prima di tutto la salvezza ma poi si può fare di più…purtroppo non quest’ anno ma se questo è l’ anno zero dal prossimo il Friuli vuole rivedere un’ Udinese degna dei colori bianconeri.