Diverse volte nel corso della mia vita mi è capitato, come a tutti, di dover svolgere un lavoro, un compito, una mansione con una certa urgenza e in alcuni casi, con una scadenza precisa. La maggior parte delle persone che si ritrovano a dover compiere un lavoro entro una certa data ragiona in un modo molto semplice: devo farlo, ergo, lo faccio. Poi ci sono le persone come me, quelle che, a prescindere da quanto impellente sia il lavoro che le attende e a maggior ragione se il lavoro è difficile e richiede una certa dose di tempo, mettono in atto una strategia di difesa molto comune: procrastinano. Parlo di strategia perché, dopo anni e anni passati a stufarmi di me stessa, ho finalmente accettato la mia condizione e ho deciso di informarmi riguardo a ciò che maggiormente mi affliggeva rendendomi conto che la procrastinazione è di fatto una strategia, messa in atto dalla mente umana come difesa. Molti si chiederanno “beh, difesa da cosa?” ebbene signori la risposta è: dalla paura. Le persone in genere vivono piene di paure, ce ne sono di maggiori, paura di non riuscire a pagare il mutuo, e di minori, paura di uscire di casa e, dopo aver speso un’ora a lisciarmi i capelli, vedere che piove e ritrovarmi in testa una chioma alla Jimi Hendrix. Le paure maggiori le possiamo definire paure giustificate, ovvero quelle paure che hanno un fondamento ( alla fine quanti di noi hanno sempre la certezza assoluta di riuscire a pagare il mutuo ogni
mese?) . Le paure minori sono quelle che, anche se dovessero divenire realtà, non cambierebbero più di tanto le nostre vite. L’inghippo però sta proprio qui: sono proprio questo tipo di insignificanti paure che, se protratte nel tempo, creano problemi. Uno di questi problemi è la procrastinazione: strategia messa in atto dall’organismo per evitare la paura di dovere fare qualcosa. La procrastinazione è la nostra coperta di Linus, calda e avvolgente, che ci protegge dai mali del mondo. Nel
dizionario la sua vera definizione è “ rimandare a un prossimo futuro, indugiare, temporeggiare”. Procrastinare in ultima analisi significa soprattutto rimandare le cose importanti o che per qualche motivo ci fanno paura. Specialmente nell’ambiente universitario è una piaga che affligge milioni di studenti, me compresa, che per paura e ancora non si sa bene di cosa, rimandano un esame, lo studio di un paragrafo, persino la stesura della tesi. Il vero motivo però qual è? Recentemente mi è capitato di leggere il libro “ La paura è una sega mentale. Come liberarsene per sempre” di Giulio Cesare Giacobbe. In questo libro l’autore spiega da dove abbia origine la paura e anche un metodo per sconfiggerla. Quello che però maggiormente mi ha colpito è come definisca la paura cronica da cui deriva anche la procrastinazione. La definisce una nevrosi derivante dall’incapacità di essere passati a uno stadio adulto nella vita. Appena lessi ciò pensai “ ma può essere che io in tutto questo tempo alla fine mi sia comportata esattamente come una bambina spaurita?” e ripensandoci mi resi conto che era esattamente così. La procrastinazione, il rimandare tutto, sortisce esattamente questo effetto perché non ci porta mai a raggiungere le mete che vogliamo e ci prefiggiamo. La mia unica domanda adesso è “Per quanto resteremo ancora bambini?”