Pasqua e Pasquetta 2015 fatte volare da vento frizzante e punzecchiate da temperature non proprio adatte a scampagnata in maniche di camicia.
Quest’anno il Lunis di Pasca si è accompagnato, in alcune località, alle cerimonie organizzate per ricordare il 3 aprile del lontano (ma non così tanto da poterci permettere di scordarlo!) 1077, anno di nascita del Principatus Italiae et Imperii, ven a stai della Patria del Friuli. Tra esse, Cividale – dove ancora è visibile la cattedra marmorea su cui sedeva il Patriarca nel momento in cui riceveva dall’Imperatore o da un suo delegato l’investitura feudale – e Aquileia, dove invece avveniva, con cerimonia principesca, l’investitura ecclesiastica.
Cividale ed Aquileia, mete non a caso frequenti di chi, come noi, cerca di praticare il Biel Lâ: si tratta, infatti, di vere e proprie capitali, del potere temporale la prima, di quello spirituale la seconda…lucs una vora impuartants! Chissà quanti siti in rete, quanti libri, quanti documenti spiegano e raccontano gli eventi che hanno portato alla formazione di una realtà politico/ecclesiastica così rilevante nel quadro dell’epoca; a noi il compito di conoscerla, leggere o rileggere gli eventi, impararli e…divulgarli. Eh, sì, divulgarli, dato che nell’era dell’informazione a portata di click le idee sono ancora mooolto confuse.
Un esempio? Possibile che, all’ennesima intervista al tiggì sull’andamento dei flussi nel ponte pasquale, gli operatori del turismo ancora raccontino di visitatori (di italica provenienza!) che credono di essere nel (pur meraviglioso) Veneto? Nella percezione di certuni siamo come…come Cjosul! Cemut si clamial??? Chel la, po’, Cjòsul!
Povero Friuli Venezia Giulia – senza – trattino: nome lungo, localizzazione incerta!
Molti di noi avranno tentato di dare risposte e spiegazioni di varia natura al perché di questa ancora troppo diffusa confusione di confini. Forse una parte di verità c’è in ognuna delle supposizioni che possiamo aver fatto. Sarebbe comunque utile un parere dato super partes, cioè proprio da chi vive fuori Regione: che ci dica, par plasè, perché saremmo così evanescenti e difficili da definire???
Periferici rispetto allo Stivale, mitteleuropei e ombelico centrato fra il Mediterraneo e le Genti del Nord e dell’Est. Siamo una saurìda mistura che “no si cjosòla e vonda” ma si può degustare a fondo, soprattutto se si ha la buona volontà di informarsi sugli ingredienti. Non si tratta di ricetta segreta, bensì di storia che va raccontata e ascoltata. In tanti non la conosciamo affatto, in molti l’abbiam letta e dimenticata, in troppi l’abbiamo addirittura saltata a piè pari, considerandola superflua!
Conosci te stesso, diceva Qualcuno…o, amancul, fâs un tentatif…Decenni di fortunato benessere e cultura dell’omologazione hanno indotto ad essere sempre più superficiali e distratti, hanno disabituato ad osservare con spirito critico e attento persino il proprio contesto ambientale e sociale. Non ci accorgiamo del nostro Prossimo, di chel che al è a stâ dongja, non guardiamo neppure dove viviamo…Come pretendiamo di fare “self empowerment” e “ottimizzazione delle risorse”, con quale convinzione possiamo “portar avanti le nostre istanze” (tanto per ripetere frasi oramai inflazionate dai media) se non abbiamo che una pallida e imprecisa idea di chi siamo, cosa abbiamo di buono (e, perché no, di meno buono), di cosa necessitiamo?
Rischiamo di ritrovarci a brancolare in una dimensione astratta, a riversare energie su obiettivi eterodiretti, a inseguire falsi miti o a esporci al contagio di stantii stereotipi e ammuffiti pregiudizi. Intant il mont al va indenant, lasciandoci piuttosto inermi e opachi.
Se cerchiamo un perchè alle celebrazioni per il 3 aprile, allora vediamo quella ricorrenza come la buona occasione per vincere l’indolenza primaverile e rileggere pagine della nostra complessa storia, a beneficio della nostra cultura personale nonché della nostra autoconsapevolezza.
Se c’è (si spera) un punto da cui ripartire per la ritessitura socio –economico – culturale delle nostre fibre un po’ sfilacciate, quello non può prescindere da un rapporto più stretto e maturo con noi stessi, a livello di singolo e di comunità: guardiamo a fondo chi siamo e Cjosul, magicamente, avrà di nuovo nome, cognome e indirizzo!