Cari, carissimi Lettori, che sia un Buon Anno di Pâs e Salût, innanzi tutto!
Queste prime righe del 2016 si innestano sulle orme lasciate dal nostro biel lâ dei due anni passati e, se possibile, cercano di ripartire da quelle per trovare nuovi e significativi sentieri.
E’ con gioia e gratitudine che festeggiamo questa prosecuzione del cammino insieme con Voi; siamo partiti cidins cidins da quella prima puntata della ormai lontana estate 2014, ricordate? in uno dei tanti e incantevoli luoghi più o meno noti di questo benedetto e amato Friuli – ex “ricco Nord – Est” – ora un pôc spaurît e alla ricerca di se stesso e di nuove fondamenta su cui poiâsi par cjalâ cun sperança indenant…
Chissà se questo nuovo anno che nel nome sa di futuro ma che invece è presente e attuale riesce a portare un cambiamento (culturale?) positivo e costruttivo, una crescita non del PIL ma della qualità delle nostre vite, cioè una forma alta di benessere basata su ce che al coventa par da bon?
Ma cosa conta veramente in questi quattro passi di bell’andare che facciamo sul nostro martoriato pianeta nell’arco di tempo delle nostre esili esistenze?
Forse il cambiamento culturale inizia proprio dal porsi più spesso questo genere di interrogativi e, possibilmente, dal tentare di dar risposte! Non si pretende di cavar fuori grandi verità (anzi, si tema chi sostiene con la forza di essere depositario di indiscutibili Grandi Verità) o la soluzione ai mali del mondo, certo! Si cerca semplicemente qualche timido segno che testimoni che l’Umanità stia iniziando a curarsi un po’ più…di se stessa nella sua interezza! Insomma, un’avvisaglia che la ricerca individuale e collettiva della Felicità stia mutando direzione senza dover necessariamente avvenire a spese di altri .
Potere, ricchezza, prestigio: ecco le tre parole – chiave che risuonavano nel nostro vecchio manuale di sociologia e che definivano il movente di cetantis azioni umane e i valori delle società. Pensavamo fossero valori solo delle benestanti e grasse società occidentali, invece ci accorgiamo che son degli universali molto apprezzati atôr pal mont: fanno gola, fanno venire la bava alle bocche di troppa gente che li presegue a tutti i costi, glotìnt ju ancja i scrùpu, scuindùda daur bandieris, simbui, religjions, gabàns e robis di ogni sorta.
Perché è lì, nelle tre – parolette – tre, che cadiamo in molti: brama, brama del piccolo uomo che pensa di vincere la propria finitudine spacànt il mont e ridusìnt a tocs chei atris, siei fradis…Puara int, puars nô! Dove si crede di andare, di tal maniera???? Di nissuna banda!!! Cuatri pas, un svol di ucel, questa è la vita di tutti, dal plui puarìn, malât, dèbul e stuart al plui potènt, comandànt, capo che vi venga in mente.
Va bene, o sin di pasàç, sai che novità! Lo diciamo con il sorriso, sia chiaro: non vogliamo mica cominciare l’anno con il musìc, anzi! Vogliamo addirittura distruggere quel logoro stereotipo che vede il Furlàn pesimìst, dûr e malinconic!
Bastaaaa! Qui c’è VOGLIA DI VIVERE…e DI VIVERE BENE, PER GIUNTA!!!
Caro il nostro 2016, viôt di finìla con bombe, morti annegati, copadories, imbroòns, pulìtics coròts, ingiustizie, abusi, miseria, apatia, paura, terrore, sasìns!
VONDA!
E da buoni Furlàns tacâts a la vita, al ben vivi, al biel lâ, o disìn di lassâ pierdi lis stupidagjinis e di porci anche noi, ogni giorno, instancabilmente, la domandina basica basica: ma cosa conta veramente?
Senza presunzione alcuna, una prima risposta ci sentiamo già di proporVela; essa deriva, immancabilmente, da uno dei nostri giri a tôr pa’ Furlanìa. Cresce un pochino la Vostra curiosità o siete scettici?
Abbiamo fatti da porre alla Vostra attenzione, anzi, abbiamo un fatto: il Lascito Dal Dan.
Se anche Voi bazzicate in zona Palmanova e dintorni, con gran probabilità Vi sarà caduto l’occhio su un cartello direzionale marrone, uno di quelli che, solitamente, indicano località di interesse turistico – culturale – paesaggistico. Tanto per darVi qualche informazione in più, tale cartello lo adocchiate una volta iessûts di Palma viars Grau, su la ciampa, dove una laterale porta al paesino di Privano.
Tanti, davvero tanti passaggi avevamo fatto in passato, bypassando quel cartello e sempre ripromettendoci in una successiva occasione di obbedirgli e di lasciarci da lui condurre, con fiducia e con una certa aspettativa.
Un biel dì lu vin fat! Siamo andati a puesta in quel di Privano, a vedere cosa mai fosse questo “Lascito Dal Dan”. Nella puntata settantaquattro Ve lo racconteremo con gran piacere; per ora Vi diciamo quel che il “Lascito” ci ha suggerito, ovverosia che, fra le cose che contano nella vita, c’è il pensiero concreto verso chi vive nei panni di quelle che la moda verbale degli ultimi decenni chiama “Diverse Abilità”, cioè Persone, innanzitutto! Persone che hanno tutto il diritto di vivere una vita dignitosa ma che hanno bisogno delle mani – e dei cuori – della Società Civile (civile!) e dello Stato Sociale (prosociale!) per poter attuare tale diritto.
Biel lant, avanti tutta verso Privano, in quella che fu la casa della signora Paola.
(continua nella puntata numero settantaquattro).