Nei telegiornali e nei quotidiani si sentono ogni giorno delle notizie orribili. Una volta solevo fare colazione la mattina guardando il tg. Un po’ perché era un’abitudine, un po’ perché m’interessava davvero sapere cosa succedeva intorno a me. Ogni giorno sentivo notizie di stragi, attentati, guerre… questo nel mondo. Poi arrivava il turno dell’Italia e cominciavo a sentire notizie di incidenti e omicidi vari. Dopo un po’ mi sono resa conto di una cosa: guardare il tg non m’interessava più. Anzi. Mi deprimeva. Nel film di Woody Allen “Basta che funzioni ” il protagonista, in un monologo all’inizio del film, racconta di come padre si suicidò perché i giornali del mattino lo deprimevano.
I telegiornali, giornali, quotidiani e riviste riportano sempre un gran numero di notizie e molte di vitale importanza. Esiste però un limite sulla durata e l’esposizione di certe tragedie? Ok, viene consumato un omicidio. Riporto la notizia. Posso riportare anche il caso giudiziario. Ma è davvero giusto poi continuare a scavare così a fondo nella tragedia di una persona uccisa? È giusto sapere tutti i particolari prima della sua vita e dopo della sua morte?
A pensarci bene però i giornalisti vanno a scavare lì dove è richiesto. Ciò vuol dire che qualcuno richiede o quantomeno segue appassionatamente questo tipo di dettagli. Siamo davvero degli esseri così macabri da seguire tutti i dettagli più grotteschi e osceni di un omicidio per ore? Visto il palinsesto televisivo sì.