In questo periodo, quando stiamo faticosamente provando a ripartire dopo oltre due mesi di lockdown, sentiamo spesso parlare dell’importanza di rispettare le regole e di fare squadra, adottando comportamenti responsabili a tutela di noi stessi e degli altri; purtroppo non tutti riescono a interiorizzare e applicare questo stile di vita nella quotidianità, certamente per alcuni si tratta di un compito piuttosto difficile da eseguire, tuttavia esistono anche diverse persone per le quali questo modus vivendi non è una novità, anzi è un’abitudine persino piacevole.
Mi riferisco in particolare agli sportivi, atleti professionisti, dilettanti o amatori, che ben conoscono lo spirito di sacrificio, la necessità di adattarsi e trovare soluzioni di fronte alle difficoltà, il grande valore del fair play e del rispetto reciproco, anche tra avversari. La pratica sportiva, a qualunque livello e di qualunque disciplina, forgia il carattere e la personalità, favorendo l’inclusione e la socializzazione, come abbiamo evidenziato molte volte in questa rubrica; se possibile, questi “effetti collaterali” benèfici dello sport balzano ancor più all’occhio quando esso è poco conosciuto e gli atleti che lo praticano possono contare su poche risorse fisiche ed economiche, dimostrando però di avere grinta e determinazione da vendere, oltre a una volontà di ferro.
È questo il caso dello wheelchair hockey, altrimenti detto hockey in carrozzina (elettrica); vi avevo già presentato questo sport nel giugno 2015 attraverso la storia di Simone Ranzato, che potete leggere o rileggere qui, ma ora lo conosceremo dal punto di vista di Ivan Minigutti, Presidente (ma anche ex giocatore, allenatore e consigliere) della squadra “IoP Madracs Udine ASD”, che oggi milita in serie A1.
Lo wheelchair hockey è l’unica disciplina che può essere praticata attivamente anche da disabili gravi, che nella vita quotidiana non sono autosufficienti ma in campo, con l’equipaggiamento adatto, effettuano parate spettacolari o segnano un goal che ribalta la partita; Ivan Minigutti, trentacinquenne di Cargnacco (UD), è uno di loro, infatti convive da sempre con l’atrofia muscolare spinale, meglio conosciuta come SMA. Questa patologia gli impedisce quasi completamente di muovere gli arti, ma non di vivere al massimo delle sue possibilità, prendendosi i suoi spazi e trovando comunque un modo per fare ciò che ha in mente di fare.
È proprio il suo spirito “avventuriero” che nel maggio 2010 lo spinge a superare la diffidenza iniziale e a partecipare al primo allenamento conoscitivo di quella che di lì a poco diventerà la squadra dei “Madracs”; quel primo incontro con i “biscioni” dell’hockey in carrozzina è folgorante, tanto che da allora dedica anima e corpo alla squadra, ricoprendo un po’ tutti i ruoli previsti dalla gerarchia, da giocatore a dirigente. Indipendentemente dal ruolo ricoperto, Ivan si è sempre impegnato al massimo per contribuire alla crescita della formazione neroverde, che oggi, grazie alle eccellenti capacità tecniche, organizzative, gestionali e comunicative acquisite in un decennio, gode di ottima visibilità e di tanta fiducia da parte della Federazione Italiana Wheelchair Hockey – F.I.W.H.
Anche nella stagione agonistica 2019/2020, interrotta sul più bello per l’incombere del Coronavirus, la compagine udinese ha dimostrato di avere grandi potenzialità, infatti è arrivata a un passo dal secondo posto nel girone e probabilmente avrebbe persino potuto aspirare a vincere uno scudetto nei playoff; il Covid19 ha chiuso in un cassetto anche il sogno della Coppa Italia, proprio mentre i “Madracs” si preparavano a disputare la semifinale. A questo punto è comprensibile che ci sia un po’ di amaro in bocca, ma in fondo si tratta solo di avere pazienza e aspettare fiduciosi: arriverà presto il momento di tornare in campo e segnare i goal che serviranno a girare la chiave, liberare quel sogno e volare in alto insieme a lui!
E chissà, magari gli atleti protagonisti di quel magico attimo di gloria non saranno soltanto undici, ovvero gli attuali tesserati della squadra… La disponibilità ad accogliere nuove leve (maschi, femmine, bambini, ragazzi o adulti non fa differenza, dato che questa disciplina sportiva non prevede alcuna suddivisione in categorie né limiti d’età) non manca mai, a patto che dimostrino dedizione totale all’hockey e al gruppo, non lesinando tempo ed energie per portare la società ai massimi livelli. Tutti i disabili fisici che vogliono mettersi in gioco e sono disposti ad assumersi un simile impegno (ma anche tutti coloro che vogliono semplicemente rimanere sempre aggiornati sulle imprese dei “Madracs”) possono contattare la squadra tramite il profilo Facebook o l’account Instagram; le nuove promesse dell’hockey in carrozzina verranno senz’altro riconosciute e la società investirà più che volentieri su di loro, anche in maniera importante (basti pensare che il costo di una carrozzina da gara si aggira intorno ai quindicimila euro e che le trasferte non sono sempre economiche, può essere necessario volare fino in Sicilia per giocare una partita da un’ora e mezza…) se ci saranno i presupposti per farlo.
Certo, non tutti avranno la stoffa dei grandi campioni, ma nel team ognuno potrà trovare il proprio spazio, a prescindere dal suo deficit; se poi il ruolo del giocatore non è proprio nelle sue corde, ma c’è la passione per lo sport, una persona può scegliere altre vie per rimanere in questa bella famiglia, dove gli stimoli per crescere e migliorarsi sono sempre tanti. Esattamente questa è stata la scelta di Ivan Minigutti che, come detto più sopra, è l’attuale Presidente della società, ma ha iniziato dal basso e non ha mai smesso di allenarsi; militando nelle fila dei neroverdi Ivan sfrutta anche le sue abilità comunicative e le competenze acquisite durante il suo percorso di studi universitari, culminato con una laurea triennale in Discipline dell’Audiovisivo, dei Media e dello Spettacolo – DAMS conseguita all’Università di Udine (sede didattica di Gorizia). Questo corso di laurea, con curriculum cinematografico, ha indubbiamente accresciuto l’amore di Ivan per la settima arte e per la comunicazione audiovisiva, che a breve potrà esprimere concretamente implementando il canale Youtube della squadra.
In un prossimo futuro il Presidente spera di realizzare un progetto lavorativo in proprio, per fare della sua passione anche una professione che gli permetta di guadagnarsi da vivere in quanto parte attiva del mondo, una società ben più ampia e complessa rispetto a un gruppo sportivo. Augurando a Ivan e compagni di riuscire a raggiungere tutti gli obbiettivi che si sono prefissati, dentro e fuori dal campo di gioco, crediamo sinceramente che già ora essi rappresentino un esempio da seguire per tutti coloro che sprecano tempo ed energie a giudicare, criticare e invidiare gli altri, o semplicemente a lamentarsi per ciò che non hanno e vorrebbero avere; se queste persone fondamentalmente infelici decideranno prima o poi di cambiare stile di vita adottandone uno più simile a quello positivo e propositivo dei “Madracs”, diventeranno sicuramente cittadine e cittadini migliori!