Dopo il problema ‘nome dello stadio’ che secondo delibera comunale ‘il nome Friuli dovrà essere affiancato all’indicazione dello sponsor e l’Udinese Calcio Spa dovrà corrispondere annualmente al Comune una somma in denaro pari al 20% del valore annuo del contratto di sponsorizzazione e, comunque, per un importo non inferiore ai 150 mila euro’ ora c’è l’ amaro in bocca per la cessione di una ‘Bandiera’ dell’ Udinese. No non stiamo parlando di un pezzo di stoffa ma di uno dei gladiatori simbolo dell’ Udinese, Giampiero Pinzi. Il beniamino della curva ed in generale di molti tifosi bianconeri, subito dopo la partita col Palermo ha levato le tende per un biennale al Chievo. No non ha fatto una scelta da mercenario, non è che al Chievo prenderà molto più che all’ Udinese ma avrà più possibilità di giocare, non sarà una terza o quarta scelta come in Friuli quest’ anno ed in più avrà 2 anni di contratto che a Udine non gli avrebbero offerto. L’ Udinese è una Spa e si comporta come tale, si è liberata di un ingaggio e questo non è da sottovalutare. In teoria, ma se ciò può funzionare in una grossa piazza, in cittadine come Udine i giocatori legati alla maglia, le ‘Bandiere’ appunto, quelli che mettono ancora un poco di sentimento in questo mondo fatto solo di soldi e convenienze, soptattutto se sono tra i pochi italiani, possono essere fondamentali per gli equilibri di spogliatoio, per il mantenimento della ‘schiena’ della squadra. Si vede che così non la pensa mr Colantuono e probabilmente nemmeno la società. Ma come, direte voi, se ha deciso lui di andarsene? Certo lo ha deciso ma l’ impressione è che sia stato messo nelle condizioni di scegliere in un determinato modo. Piaccia o no ora si deve fare senza, l’ Udinese va’ avanti e tra pochi giorni vedremo come, siamo grati a chi fà si che sia in serie A da anni e spesso a discreti livelli, ma non basta che lo stadio sia nuovo perchè si riempia.