![Salvatore Cimmino](https://www.nordestnews.com/wp-content/uploads/2017/07/Salvatore-Cimmino.jpg)
L’estate è iniziata da una ventina di giorni appena e già si annuncia torrida. E allora, cosa c’è di meglio di una bella nuotata per rinfrescarci un po’? Forza, prepariamo pinne, fucile ed occhiali (come suggeriva Edoardo Vianello a suo tempo) e tuffiamoci! Attenti, però: dovremo scendere in profondità, infatti lo scopo di questa “vasca” non sarà tanto quello di dare refrigerio al nostro corpo accaldato e tonificare i nostri muscoli flosci, ma piuttosto quello di rinfrescare le nostre idee e rinvigorire le nostre menti avvizzite e atrofizzate, ormai da troppo tempo abituate alla pigrizia anziché alla lungimiranza.
La nuotata che vi racconterò oggi comincia alla fine di novembre 2005 in uno studio medico di Roma; Salvatore Cimmino, quarantunenne originario di Torre Annunziata (NA), romano d’adozione, accusa forti dolori alla schiena e la sua colonna vertebrale appare fortemente usurata, al punto da non riuscire più a sostenere il peso del corpo. Dopo la visita, l’amico medico al quale Salvatore ha chiesto consulto gli spiega che i suoi problemi derivano da una postura scorretta, direttamente riconducibile alla deambulazione con l’arto artificiale che da oltre trent’anni ha sostituito la sua gamba destra, amputatagli quand’era soltanto adolescente a causa di un osteosarcoma; per curare i suoi dolori, il medico gli consiglia di iniziare al più presto a frequentare una piscina, non immaginando certo che nel giro di pochi mesi quella struttura diventerà la seconda casa di Salvatore, mai entrato in acqua prima di allora eppure sin da subito perfettamente a suo agio in quell’ambiente.
Iniziando ad allenarsi con regolarità, egli riacquista in breve tempo l’indipendenza e la libertà di movimento, ma soprattutto si accorge che mentre nuota non prova stanchezza, potrebbe continuare quell’attività per ore, macinando chilometri a suon di bracciate; così gli viene un’idea: perché non mettere questo suo talento a servizio degli altri, in particolare di tutti coloro che, esattamente come lui, vivono la disabilità sulla propria pelle? Il suo sogno è percorrere a nuoto il maggior numero di chilometri possibile per creare ponti virtuali e costruire un mondo senza frontiere né barriere.
Il primo di questi ponti sorge il 15 luglio 2006 quando, a soli otto mesi dal suo Battesimo in piscina, Salvatore “brucia” i ventidue chilometri che separano Capri da Sorrento in cinque ore e mezza; la finalità di questa traversata, resa possibile anche grazie all’appoggio delle Fiamme Oro (gruppo sportivo della Polizia di Stato) e del mondo politico locale, è quella di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sull’importanza di investire nella ricerca e nello sviluppo di nuove tecnologie per la disabilità, nonché quella di far capire che se queste tecnologie sono alla portata di tutti, la qualità di vita dei soggetti diversamente abili migliora notevolmente, il loro accesso al mondo del lavoro è senz’altro facilitato, essi riescono ad essere produttivi e in ultima istanza anche lo Stato ne trae beneficio.
Nel maggio dell’anno successivo è la volta del Giro d’Italia a Nuoto, un evento organizzato in dieci tappe di quindici chilometri ciascuna (da Genova a Fano, passando per Trieste) durante il quale Salvatore può contare sul sostegno economico della Fondazione Roma e sul supporto logistico del Circolo Canottieri Aniene, che nel frattempo lo annovera tra i suoi soci. Questa particolare iniziativa, menzionata anche su “La Settimana Enigmistica”, gli permette di visitare il nostro Paese da nord a sud, facendosi un’idea piuttosto chiara dei servizi che ogni Regione (intesa come Amministrazione del territorio, per questo la maiuscola) è in grado di offrire ai diversamente abili e di quelli che invece sono gli ambiti nei quali si può e si deve migliorare; proprio per fare il punto della situazione e affrontare il tema della disabilità a 360 gradi, gettando così le basi per un ponte virtuale tra disabili e normodotati, ma soprattutto tra cittadini e istituzioni, nei giorni che precedono ogni tappa si organizza nella sala consiliare del Comune ospitante un incontro pubblico aperto a tutti gli interessati.
Nel 2008 Salvatore prende parte in solitaria alla “Capri – Torre Annunziata” e alla “Capri – Napoli”, prova del campionato mondiale di gran fondo; il messaggio che intende trasmettere con la sua partecipazione è molto semplice, ma purtroppo per nulla scontato, almeno non qui in Italia: se ci sono le condizioni giuste, non esistono limiti, un disabile può effettuare prestazioni agonistiche di alto livello esattamente come un normodotato.
Proprio partendo dalla convinzione che i limiti (più specificatamente intesi come handicap) non sono insiti nelle persone, ma piuttosto nel territorio dove queste vivono e operano, il nostro “maratoneta acquatico” allarga progressivamente i suoi orizzonti. Nel 2009 è protagonista del Giro d’Europa a Nuoto; quest’impresa, articolata in sei tappe di lunghezza variabile, fino a un massimo di quaranta chilometri, non solo gli regala grandi soddisfazioni personali (non capita tutti i giorni di attraversare a nuoto il Canale della Manica in 9 ore e 50 minuti, stabilendo il record italiano di tutti i tempi!), ma gli permette anche di visitare Nazioni che, a differenza della nostra, aborrono il concetto di assistenzialismo passivo e offrono veramente tanto alla disabilità, in particolare per quanto concerne l’accesso a tecnologie all’avanguardia nonché l’assenza di barriere architettoniche e culturali.
Tuttavia Salvatore Cimmino è pienamente consapevole del fatto che accanto a questi Paesi virtuosi e a quelli che come l’Italia si trovano nella “zona grigia”, poiché non sono ancora completamente in grado di garantire a tutti i loro abitanti il diritto a una cittadinanza attiva, ce ne sono molti altri che versano in condizioni disastrose, in cui purtroppo la disabilità si accoppia con la povertà. Dal 2010 a oggi Salvatore ha nuotato più volte nelle acque che bagnano questi territori, che sono stati la splendida cornice di alcune tappe del progetto “A nuoto nei mari del globo – Per un mondo senza barriere e senza frontiere”.
Il sogno di conquistare tutti i mari della Terra per portare la sua testimonianza a quante più persone possibile e per far sì che i riflettori vengano finalmente puntati sul mondo della disabilità ha iniziato a concretizzarsi nel maggio 2010 in Israele, quando Salvatore ha attraversato in solitaria il lago di Tiberiade, lungo diciassette chilometri; a questa prima tappa ne sono seguite finora altre undici, delle quali ricordiamo in particolare le due che si sono svolte in Africa, nella Repubblica Democratica del Congo. Il 22 aprile 2012 il percorso prevedeva la traversata del lago di Kivu da Kihumba (sull’isola di Idjwi) a Goma, per un totale di 47 chilometri; nonostante quest’impresa sia stata una tra le più rischiose compiute finora da Salvatore (sia a causa delle avverse condizioni meteorologiche che rendevano difficile il mantenimento della rotta da parte della barca d’appoggio, sia perché nelle acque del lago vi è una forte concentrazione di gas metano, potenzialmente letale), lo scorso 10 maggio egli ha voluto ripetere l’esperienza, nuotando per 60 chilometri da Monvu a Bukavu, sempre sull’isola di Idjwi.
Quasi a voler preannunciare questa dodicesima (e finora ultima) tappa del suo giro del mondo a nuoto, lo scorso mese di aprile Salvatore Cimmino ha fatto recapitare presso la comunità dei Padri Caracciolini di Kamole un container di ausili e presidi ospedalieri indispensabili alle persone con disabilità che vivono a Idjwi; il trasporto è stato effettuato dal Ministero degli Affari Esteri – Direzione Generale della Cooperazione Italiana allo Sviluppo che, nella persona dell’Ambasciatore Pietro Sebastiani, si è formalmente impegnato a sostenere Salvatore e le sue imprese, che hanno indubbiamente un grande valore sportivo ma sono ancora più importanti per la loro grandissima rilevanza sociale.
Come abbiamo già detto, “A nuoto nei mari del globo – Per un mondo senza barriere e senza frontiere” è un’iniziativa di dimensioni planetarie, patrocinata addirittura dall’ONU (dov’è stata presentata il 10 giugno 2014), che per continuare a crescere ha bisogno del sostegno delle istituzioni, delle società sportive che promuovono il nuoto, dei centri di ricerca medica e tecnologica, ma anche di tutti noi cittadini del mondo: ecco perché Salvatore ha lanciato una raccolta fondi sulla piattaforma online https://buonacausa.org/cause/a-nuoto-nei-mari-del-globo, per permettere a chiunque lo desideri di sentirsi parte attiva della società civile e contribuire nel suo piccolo a colmare la distanza ancora esistente tra le persone disabili e il mondo produttivo.
Nei prossimi mesi il progetto prenderà il largo alla volta dell’Asia, più precisamente del Giappone; infatti la tredicesima tappa, inserita all’interno di un evento che durerà circa due settimane, consisterà nella traversata dello Stretto di Tsugaru, che collega il Mar del Giappone all’Oceano Pacifico. Uno degli obbiettivi di quest’ulteriore sfida sarà quello di far collaborare tra loro i maggiori centri di ricerca a livello mondiale nel campo delle nuove tecnologie, cosicché nel medio – lungo periodo si possa giungere alla realizzazione e commercializzazione di ausili in grado di migliorare sensibilmente la qualità di vita dei disabili motori, in particolare degli amputati. Il fine ultimo dell’intero progetto vorrebbe poi essere quello, quasi utopico, di promuovere la nascita di una legislazione applicabile su scala globale che faciliti a tutti l’accesso alle nuove tecnologie.
Nella speranza che questo sogno diventi presto realtà e che bracciata dopo bracciata la distanza tra diversamente abili e normodotati si accorci progressivamente fino ad annullarsi, segnalo a tutti i lettori e a tutte le lettrici di “A ruota libera” la possibilità di continuare a seguire Salvatore Cimmino nelle sue imprese collegandosi al sito http://www.salvatorecimmino.it/?lang=it/, in modo tale che le nostre idee rimangano sempre fresche e siano il frutto di una mentalità aperta e inclusiva, attenta alle esigenze dei singoli in quanto soggetti concorrenti al raggiungimento del bene comune.