La GSA regola la Broetto Padova nella gara1 dei Playoff. Era importante rompere il ghiaccio, ché queste gare (contro formazioni obiettivamente inferiori) risultano pericolose proprio per il mutato obiettivo rispetto alla stagione regolare.
Non si lotta per i due punti, infatti: bisogna vincere gara per gara, avvicinandosi alla final four di Montecatini Terme, ove le vincitrici dei quattro singoli tabelloni si sfideranno per lasciarne in B una sola.
Gara per gara, serie per serie, punto a punto: solo così si può ambìre a diventare campioni del proprio girone, guadagnandosi il 75% di possibilità di promozione (da Montecatini saliranno in serie A le due finaliste e la terza classificata). E oggi contro Padova, nonostante qualche sporadico blackout, i bianchineri di Lino Lardo hanno mostrato tutta la loro superiorità.
Privi di Porta, e in corso d’opera anche del totem DiGiulio e del play tascabile Marchetti, gli udinesi hanno concesso ai patavini un solo vantaggio, lo 0-2 all’inizio. Da lì in poi hanno sempre mantenuto un margine di sicurezza, resistendo con un’arcigna difesa (marchio di fabbrica rispolverato al momento giusto) alle frombolerie avversarie. Il solo Di Fonzo ha bucato la retìna udinese con regolarità, mentre il temuto Canélo per l’ennesima volta contro la GSA ha spadellato mostrando molti dei propri limiti. Commovente la regìa, fra i padovani, del 44enne Leo Busca, vecchia conoscenza biancanera.
Fra i locali, eccellente precisione dalla lunetta (80% finale) e una caterva di rimbalzi svitati dall’anello (saranno tredici più degli avversari alla fine delle ostilità); ancora diverse incertezze dalla lunga distanza, con una percentuale nelle alcolicissime tripel da migliorare in vista, superata Padova, delle prossime gare. Menzione particolare per Joel Zacchetti, che sta sbocciando al momento opportuno, e per un mortifero Castelli, 100% dalla lunetta e tanto lavoro in difesa attorno ai suoi 15 punti finali.
Sì: guardo già al prossimo ostacolo, che dovrebbe essere l’Urania Milano (che ha espugnato Crema), capace in regular season di battere Udine a domicilio. Ma a Padova sarà battaglia, che Udine deve controllare giocando col cronometro, se serve. Ci sarà tempo per il run and gun quando ci vorremo divertire, oggi c’è da portare a casa un risultato che una città intera attende dal tempo della sparizione dai radar della Snaidero, ormai (pajono) secoli fa.
Debbo dire che sono sollevato di questa vittoria, ottenuta controllando tutto sommato con relativa facilità le ostilità patavine: vivo ancora era il ricordo di quel 1993, quando l’allora Elledì ribaltò in cinque secondi con le bombe di Nick Rosin e Tonzig un vantaggio udinese di tre punti. Il marine Marco Bonamico aveva a disposizione otto secondi per andare all’ultimo tiro, ma decise di scagliare la palla dalla propria metà campo con esiti prevedibili. Al ritorno finì in gloria per la Petrarca, che vinse di una quindicina di punti. Alla fine la Libertas Udine, al canto del cigno con questa denominazione, fu ripescata; di questi tempi i diritti si vendono, e non credo Udine possa né voglia sborsare belle dracme per acquisire i titoli di chi se ne vuole andare.
Attendiamo fiduciosi di vedere quanto accadrà giovedì sera: una vittoria sarebbe importante anche in vista dei prossimi turni di playoff.