Il dolore provocato da stimoli sociali (che si prova per esempio quando si perde un amico, o quando si subisce un’ingiustizia o più in generale viene minacciato un legame di natura sociale) attiva circuiti cerebrali legati al dolore fisico. Ma non solo: come osserva uno studio condotto dalla SISSA, questo vale anche anche quando questo tipo di dolore si prova in maniera empatica (quando guardiamo un altro provarlo).
Vorremmo poter far a meno del dolore, eppure senza non potremmo sopravvivere. Il dolore ci segnala stimoli (interni o esterni) pericolosi e guida il nostro comportamento. Il suo fine ultimo è quello di rendere prioritari la fuga, la guarigione e il recupero del benessere. Ecco perché lo proviamo e siamo anche bravi a coglierlo negli altri. Il dolore infatti non protegge solo l’individuo ma anche i