Il meccanismo chiave di “attacco” dei virus consiste nel riversare il proprio DNA dentro la cellula infettata, parassitando poi i meccanismi di trascrizione dell’ospite e usandoli per riprodursi. Per combattere l’azione dei virus o sfruttarla a nostro favore gli scienziati cercano di comprendere nei dettagli questo processo. Un gruppo di ricercatori – fra i quali uno della SISSA – ha studiato la scansione temporale del “riversamento” (quanto tempo ci vuole e qual è precisamente la sequenza di eventi), osservando che questa dipende da quanto e come è aggrovigliato il doppio filamento di DNA all’interno del virus.
I virus sono elementi tanto semplici quanto “furbi”: troppo rudimentali per riprodursi da soli, sfruttano il “macchinario” riproduttivo delle cellule, inserendovi pezzi del proprio DNA, in modo che venga trascritto dall’ospite. Per fare questo prima di tutto devono iniettare il proprio materiale genetico all’interno delle cellule che parassitano. Un team internazionale di ricercatori, fra cui Cristian Micheletti della SISSA (la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste), ha studiato come avviene e quanto tempo ci vuole perché questo passaggio si completi.
Micheletti e colleghi hanno costruito un modello al computer del DNA del virus e hanno poi simulato l’inserimento del materiale genetico dal capside virale al nucleo della cellula ospite. Il passaggio è tutt’altro che fluido, e anzi è soggetto a forze d’attrito che dipendono dalla conformazione del filamento di DNA. “La fluidità del passaggio dipende da quanto e come il DNA del virus è aggrovigliato”, spiega Micheletti. “Più il doppio filamento che costituisce il genoma è topologicamente ordinato più velocemente questo fuoriesce dal virus. La situazione ha alcune analogie con il comportamento di un cavo d’ancora che sia stato preparato correttamente: quando l’ancora viene gettata fuoribordo, il cavo si svolge in maniera efficiente senza blocchi o strattoni dovuti a grovigli.”
Il DNA ha una caratteristica intrinseca che rende molto particolare il suo modo spontaneo di aggrovigliarsi. Per il semplice fatto di essere una doppia elica, è predisposto a formare spontaneamente avvolgimenti molto ordinati,