Una molecola che non è solo pericolosa ma può far crescere il cervello
Qualche anno fa si è scoperto che delle proteine, i prioni, quando sono difettose sono pericolose, perché coinvolte in malattie neurodegenerative come il morbo di Creutzfeldt-Jakob e Alzheimer. Ora però la ricerca ne mostra la faccia buona: se ben funzionanti i prioni potrebbero essere importanti nello sviluppo del cervello in età infantile, come osserva una ricerca condotta da un team di neuroscienziati della SISSA di Trieste e pubblicato ieri sul Journal of Neuroscience.
Dottor Jekyll e Mr Hyde: la metafora del buono che nasconde una faccia cattiva ben si adatta al prione (PrPC nella sua forma fisiologica cellulare), una proteina abbondante nel nostro cervello. Al contrario del dottor Jekyll, del prione sono stati apprezzati prima gli aspetti spaventosi: se infatti questa molecola si ripiega su se stessa in modo anomalo, ha purtroppo un ruolo importante in processi neurodegenerativi che portano a malattie terribili come il morbo della mucca pazza.
I prioni, però, nella forma normale sono abbondanti nelle sinapsi, i punti di contatto dove il segnale nervoso passa da un neurone a quello successivo. Questa proteina è relativamente abbondante nel cervello dei bambini molto piccoli, motivo per cui gli scienziati hanno ipotizzato che abbia un ruolo nello sviluppo nervoso, in particolare nella neurogenesi, nella formazione di nuove connessioni sinaptiche e nella plasticità.