«Con il taglio di circa il 25% dei trasferimenti regionali la Provincia non sarà in grado di chiudere il bilancio di previsione 2013. E, se dovremo rispettare il patto di stabilità, non saremo in grado di fare niente di più che pagare i dipendenti senza poter dare corso alle opere previste». Lo ha detto oggi il presidente della Provincia Pietro Fontanini in Consiglio provinciale nel corso dell’illustrazione dell’assestamento di bilancio. Punto approvato dopo un lungo dibattito in aula in cui, su molti punti, maggioranza e opposizione sono stati concordi. «Dalla bozza del bilancio regionale si evince che i tagli alla Provincia più grande del Friuli Venezia Giulia – ha evidenziato – saranno del 25% nei trasferimenti per la spesa corrente rispetto al 2012. Tagli significativi sono anche quelli che riguardano il personale: -22%. Oltre a ciò – ha proseguito Fontanini – il patto di stabilità che sarà definito entro il 31 marzo del prossimo anno porterà ulteriori riduzioni di spesa.
La Provincia è fortemente preoccupata per questi tagli che ci penalizzano. Aspettiamo comunque che il bilancio regionale venga approvato. A tutt’oggi noi siamo nell’impossibilità di approvare il bilancio per cui andremo all’esercizio provvisorio. Attendiamo che la regione dia il via libera al documento economico contabile per il 2013, solo così sapremo quanti fondi avremo a disposizione. Attualmente – ha dichiarato Fontanini – siamo in una situazione di confusione finanziaria. E siamo fortemente preoccupati per quanto riguarda il patto di stabilità: se dovesse entrare in vigore, la nostra Provincia potrebbe pagare solo 5 milioni di euro per il prossimo anno. A fronte di pagamenti che, per la piena efficacia dell’azione di un ente come il nostro ovvero per permetterci di fare strade e scuole, sono pari a circa 30-40 milioni di euro. E questo si tradurrà in un disastro per i cantieri che abbiamo aperto e quindi per l’economia del territorio. Devo avvertire – ha aggiunto Fontanini – che, se perdurerà questa situazione di difficoltà non saremo in grado di onorare gli impegni già assunti. Ciò significa che non potremo pagare le imprese che già lavorano per noi. È un situazione pesante molto preoccupante. Speriamo che da Trieste ci arrivi un segnale che ci dia possibilità di alleggerire la situazione».
Come ha poi riferito Cristiano Shaurli (Pd) «dovremo proporre al governo regionale soluzioni per risolvere questa situazione. Il patto di stabilità, non solo mette una pietra tombale sulla capacità di spesa e di investimento, ma, soprattutto, sulla nostra specialità regionale. Bisogna chiedere alla regione che faccia delle scelta senza seguire pedissequamente le scelte nazionali». Maurizio Gerussi (Pdl) ha ricordato il triste esempio della Sicilia: «premiata a fronte di un’amministrazione sconsiderata con uno stanziamento di 990 milioni di euro da parte del Governo Monti. Governo che invece penalizza regioni virtuose come la nostra».
Per il capogruppo del Pdl Renato Carlantoni «ci deve essere una battaglia trasversale per difendere la specialità. E la difendiamo con cosa? Con la competitività. Non è possibile che da Tarvisio, ad esempio, la gente continui a trasferirsi in Austria per il migliore trattamento fiscale. In questo quadro – ha evidenziato – la politica è la prima sconfitta. Con i tagli fatti alla Provincia di Udine si preannuncia la paralisi dell’intero sistema economico perché non faremo più nulla».
«La classe politica friulana deve avere il coraggio di esprimersi». Ha tuonato Matteo Piasente (capogruppo della Lega Nord). «I friulani – per Piasente – debbono avere uno scatto di orgoglio troviamo la forza per esprimere, ci deve essere uno scatto di orgoglio. Io qui – ha ricordato Piasente – rappresento l’unico partito che è all’opposizione del governo Monti, quello che doveva risolvere tutti i problemi e che invece pone in essere azioni come quella a favore del governo della Sicilia».
A chiudere il dibattito le considerazioni del presidente Fontanini che ha ribadito, in particolare alcune questioni fondamentali sul patto di stabilità e sui tagli ai trasferimenti. «Polesello – ha ricordato Fontanini – ha detto che la Regione fa melina sul futuro delle Province. Sono d’accordo con Shaurli – ha proseguito – laddove ha evidenziato che, in questa regione, non si possono fare tagli orizzontali. Nella nostra regione infatti c’è una sperequazione tra Udine e Trieste. Per questo dobbiamo avere la forza di opporci ai tagli lineari: i tagli vanno fatti – ha sottolineato Fontanini – ma con più attenzione. Tutti devono fare la loro parte. Noi c’eravamo preparati a un taglio del 10%. Spero che la regione agisca. Noi faremo la nostra parte per suggerire al Consiglio regionale una serie di riparti oggettivi».
Quanto al futuro delle Province, Fontanini si è detto molto preoccupato «perché ho paura che ci sia il recepimento di norme statali e, in particolare, di quanto previsto dalla legge “salva-Italia” laddove è prevista l’abolizione delle Province con la nomina di un commissario. Non vorrei, per rispetto della storia di questa Provincia e di questo ente che si arrivi all’assurdo chiudendo la Provincia che ha le carte in regola per governare in quanto ampiamente sopra i parametri fissati da Monti (La Provincia di Udine ha 540 mila abitanti e una superficie di più di 4.900 chilometri quadrati, ndr)».