Le recenti vicende giudiziarie in Campania per le gravi irregolarità emerse negli appalti a livello nazionale per la realizzazione del Sistri, il sistema integrato di controllo della tracciabilità dei rifiuti su strada, rafforzano tutte le perplessità dell’Associazione Piccole e Medie Industrie di Udine sulla sua effettiva utilità ed efficacia. “Il Sistri – dichiara Bernardino Ceccarelli, Presidente del Gruppo Trasporti e Logistica dell’API di Udine – non solo ha già fallito nell’intento di contrastare in questo campo le attività illecite, ma sembra anzi averle alimentate. Tecnicamente, poi, così come è ideato, non può essere più riproposto, men che meno a partire dal 1° ottobre prossimo, senza neppure un periodo di sperimentazione. Si rischierà di generare un blocco operativo nella gestione e nel trasporto dei rifiuti con conseguenze gravemente dannose per coloro i quali, come le imprese di autotrasporto, si troveranno costretti a operare seguendo procedure confuse e diverse tecnologie informatiche”.
A giudizio di Ceccarelli il Ministro dell’Ambiente dovrebbe ritirare il decreto e ripensare dalle radici l’intero sistema di tracciabilità, sostituendolo con uno nuovo per i soli rifiuti pericolosi che risponda a criteri di semplicità, sostenibilità economica e trasparenza, dopo un approfondito confronto con le associazioni imprenditoriali. “Peraltro – prosegue Ceccarelli – esistono già sistemi di rilevamento satellitare con tracciabilità “millimetrica”, senza che vi sia la necessità di produrne di nuovi”.
Il Sistri che coinvolge circa 300.000 gestori e 22.000 imprese di trasporto su strada, era stato concepito nel 2009 dal Ministero dell’Ambiente e istituito nel marzo 2011: non è mai stato operativo perché oggettivamente inapplicabile, tant’è che nell’agosto dello stesso anno è stato