Fontanini: “Argomento di forte attualità. No al silenzio e all’impunità” – Massimo impegno per Protocollo d’intesa verso coordinamento unitario
Sta continuando a registrare una buona adesione da parte di cittadini e associazioni l’iniziativa promossa dalla Provincia di Udine contro il femicidio (o femminicidio) e contro la violenza sulle donne: la petizione sottoscrivibile online accedendo al sito istituzionale (www.provincia.udine.it, con la sezione specifica in homepage) per chiedere maggiore attenzione da parte delle istituzioni preposte – Procura a Tribunale – vuole essere uno stimolo per far sentire la voce della gente che non intende stare a guardare i massacri e i crimini di genere per evitare i quali, spesso, non bastano neppure le denunce presentate alle forze dell’ordine. Il Presidente della Provincia di Udine, Pietro Fontanini, invita tutta la popolazione friulana, e non solo, a sostenere questa campagna di sensibilizzazione, anche perché servirà per riuscire a creare una sorta di coordinamento fra i soggetti istituzionali, progetto al quale sta lavorando l’assessore Elena Lizzi: “E’ in fase di elaborazione la proposta di un Protocollo d’intesa da sottoporre ad enti ed Istituzioni di ogni livello al fine di “trovare buone pratiche per la sensibilizzazione, l’informazione e la prevenzione per quanto riguarda la violenza contro le donne”. Alcuni incontri preliminari si sono già svolti con successo, ma ci sono alcune Istituzioni – denuncia preoccupata la Lizzi – che stanno ponendo qualche resistenza e noi vogliamo convincerle con l’aiuto del popolo e di questa petizione pubblica attraverso il sito della Provincia che qualcosa si può e si deve fare. Cittadini e cittadine: aiutateci a convincere gli scettici!”. Nessuna ingerenza – tranquillizza l’assessore – nelle competenze altrui, ma un contributo comune in memoria delle troppe donne uccise”.
“Il femicidio è l’estrema conseguenza delle forme di violenza esistenti contro le donne – ricordano Fontanini e Lizzi – Queste morti non sono isolati incidenti che arrivano in maniera inaspettata e immediata, ma sono l’ultimo efferato atto di violenza che pone fine ad una serie di violenze continuative nel tempo. Secondo l’Istat una donna su tre, tra i 16 e i 70 anni è stata colpita, nell’arco della propria vita, dall’aggressività di un uomo, e nel 63% dei casi alla violenza hanno assistito i figli. Le donne più colpite sono quelle comprese nella fascia 16-24 anni. E prendendo a riferimento un rapporto dell’UNIFEM, il Fondo ONU di sviluppo per le donne, si legge che “la violenza sulle donne è probabilmente la forma più pervasiva di violazione dei diritti umani conosciuta oggi, oltraggio che devasta vite, disgrega comunità e ostacola lo sviluppo”, ed “è un problema di proporzioni pandemiche”.