![Continua il viaggio di Donne al volante](https://www.nordestnews.com/wp-content/uploads/2015/03/15_donne_volante.jpg)
Donne al volante, il progetto di Scienza Express edizioni e della giornalista Simona Regina, finanziato dalla Regione Autonoma FVG, propone “Donne al volante. Gli stereotipi sono un pericolo costante”: quattro incontri, nei capoluoghi di provincia della regione, per riflettere sugli stereotipi di genere e sulle pari opportunità nell’attuale contesto storico, politico, culturale e sociale del nostro Paese. Gli incontri sono aperti al pubblico (ingresso gratuito).
Il viaggio di Donne al volante in Friuli Venezia Giulia continua giovedì 26 marzo a Pordenone. Alle 9.30 la Biblioteca Comunale (sala conferenze Teresina Degan), in piazza XX settembre, ospita l’incontro Donne al volante. Gli stereotipi sono un pericolo costante: un dibattito a più voci per riflettere sul ruolo delle donne nella nostra società. Si racconteranno la scrittrice pordenonese Giulia Blasi, la psicologa Maria Antonietta Annunziata, responsabile del servizio di psicologia oncologica del CRO di Aviano, e Fernanda Flamigni, autrice del libro autobiografico Non volevo vedere (Edizioni Ediesse).
Fernanda Flamigni, classe 1967, nel libro racconta il tentato omicidio che ha subito nel 1996. Colpita da tre proiettili alla testa, da allora è cieca. A ferirla colui che all’epoca era suo marito e da cui stava divorziando. “Dopo un lungo periodo di convalescenza e riabilitazione – racconta – sono riuscita a riprendere in mano la mia vita. Oggi sono impiegata in una grossa compagnia di assicurazioni, mi sono risposata con un uomo meraviglioso e ho due figli splendidi”.
“Una famiglia serena e gioiosa” è ciò che sognava da adolescente, mentre sul piano professionale sognava di “lavorare per una grossa casa editrice e tradurre tutti i best-seller di questo mondo”. Non a caso si è laureata in Interpreti e Traduttori all’Università di Trieste. La forza delle donne, secondo lei, risiede nella capacità “di fare rete, di cui dobbiamo essere orgogliose”. “E la vera sfida che abbiamo davanti – sostiene – è quella di liberarci dallo stereotipo prettamente maschile di persona di successo, legato a un concetto gerarchico di potere”.
Giulia Blasi adolescente sognava di diventare una scrittrice. Ed è quello che fa: gioca con le parole. Scrive libri (Deadsexy, Nudo d’uomo con calzino, Il mondo prima che arrivassi tu, Siamo ancora tutti vivi) articoli, post e tweet. E conduce su Radio 1 Rai Hashtag Radio Uno, un programma quotidiano dedicato alla satira su Twitter.
Nata a Pordenone nel 1972, ha vissuto tutta l’adolescenza in provincia, fra il capoluogo, la montagna di Tramonti di Sotto e la campagna di San Giovanni di Casarsa, prima di trasferirsi a Trieste per l’università. Anche lei ha studiato alla Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori. Dal 2005 vive e scrive a Roma.
“Essere donna oggi è sicuramente più semplice di quanto non lo fosse anche solo vent’anni fa – sostiene –. Fino al 1996, lo stupro era considerato un reato contro la morale e non contro la persona, solo per darvi la misura di quanto il nostro corpo sia stato a lungo considerato demanio pubblico”. Ma ciò non significa che la strada non sia ancora tortuosa. “Le sfide di oggi riguardano innanzitutto le disuguaglianze sociali, che fanno sì che la disoccupazione femminile sia più alta di quella maschile perché è ancora considerato normale che il lavoro di una donna sia principalmente domestico. Poi c’è il fatto che non siamo sicure da nessuna parte, né in casa né fuori: in ogni momento possiamo essere colpite solo in quanto donne. Ma siamo più libere di un tempo, e l’indipendenza economica ci mette al riparo dalla necessità di dipendere dagli altri, dalla loro volontà e dalla loro opinione”. Gli stereotipi, poi, sono ancora duri a morire e ostacolano le donne nel mettersi pienamente al volante della propria vita. Uno per tutti, per esempio, “ l’idea che essere belle e desiderabili secondo i canoni estetici correnti sia una priorità assoluta per una donna, e l’invecchiamento una colpa”.
Maria Antonietta Annunziata è responsabile del Servizio di psicologia oncologica del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano. Quando era adolescente sarebbe voluta diventare una ginecologa. Poi strada facendo pensava e diceva di voler fare la psichiatra e alla fine, nel 1977, si è iscritta alla Facoltà di psicologia a Padova. “Lavoro moltissimo e torno a casa ogni sera stanca, ma molto gratificata, senza pensarmi “donna di successo”, ma donna e professionista che fa seriamente il proprio lavoro, con coscienza e responsabilità”.
Sul piano professionale, secondo lei, “la sfida è impegnarsi, farsi apprezzare”. Ma anche non dare mai nulla per scontato e rimanere sempre in allerta. E poi conciliare la vita lavorativa con quella familiare. “Quando si lavora e si ha famiglia, riuscire ad ‘avere un volante’ dipende anche dal supporto del partner”.
Tra gli stereotipi che rischiano di imbrigliare il talento e le ambizioni femminili, crede sia pericoloso “pensare che il mondo del lavoro sia maschile (anche se di fatto è prevalentemente così), perché questo può diventare un limite, portare alla rassegnazione, a non mettersi in gioco”.
Irrazionali, emotive, sensibili, gelose. Cortesi, modeste, generose, remissive e arrendevoli. Spesso sull’orlo di una crisi di nervi. Sono le regine del focolare, predisposte ad accudire casa e familiari, ma inadatte a prendere le redini di un Paese o di un’azienda. Possono far quadrare i conti in famiglia, ma per il resto la matematica non è pane per i loro denti. Per natura e vocazione sono destinate a essere innanzitutto mamme, tanto che in nome della genitorialità sono disposte a rinunciare a tutto. Ma sono veramente cosi le donne?
Il progetto Donne al volante vuole proporre in particolare (ma non solo) alle studentesse e agli studenti del Friuli Venezia Giulia, storie di donne e di successi possibili, modelli femminili che, andando oltre quelli dominanti ancorati per lo più alla seduzione e all’accudimento,contribuiscano a delineare un ritratto della femminilità in grado di rispettare e valorizzare la pluralità dell’essere donna.
Il cuore del progetto sono quattro incontri (nei capoluoghi di provincia della regione) tra “donne al volante” e chi sta iniziando a definire il proprio percorso o sta solo immaginando cosa potrebbe fare, essere, diventare da grande e, più in generale, con chiunque abbia voglia di riflettere su quali sono, oggi, le reali opportunità delle donne, tra diritti acquisiti e altri ancora da conquistare pienamente.
Il progetto nasce dall’incontro tra la giornalista Simona Regina e la casa editrice Scienza Express edizioni ed è realizzato con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia (Direzione centrale lavoro, formazione, istruzione, pari opportunità, politiche giovanili e ricerca).
L’incontro di giovedì 26 marzo è stato organizzato con il patrocinio del Comune di Pordenone
Tutti gli aggiornamenti sul blog scienzaexpress.it/blog/donnealvolante.
Il viaggio di Donne al volante è accompagnato dal blog che ospiterà storie, libri, ricerche, idee per provare a rispondere, in particolare, a due domande cruciali: che cosa serve oggi per mettersi al volante della propria vita? E quali stereotipi rischiano ancora di ingabbiare donne e uomini in modelli e ruoli predefiniti?
Il progetto si articola anche in un concorso (che si svolgerà in autunno 2015) rivolto alle studentesse e agli studenti delle scuole secondarie della regione. Dovranno raccontare o illustrare donne al volante: che siano famose e di successo o vincenti nella vita quotidiana. Il prossimo anno scolastico, saranno inoltre organizzati seminari di formazione agli insegnanti per proporre strumenti didattici sulle pari opportunità
Per informazioni info@scienzaexpress.it oppure +39 328 651 7089