“Sarà un anno di cambiamento, con irruzioni di forze politiche nuove e contrazioni di quelle storiche; scopriremo di essere un po’ meno speciali rispetto alle altre regioni, con un evento drammatico – il taglio delle risorse – che si ripercuoterà su tutti noi. Uno sconquasso che il nostro giornale narrerà con lucidità”.
Il direttore del Messaggero Veneto Omar Monestier, lunedì sera ospite del Lions Host Udine, club presieduto dall’ingegner Carlo Brunetti, ha tracciato nel suo intervento lo scenario, non solo politico, dei prossimi tempi: dal consolidamento del digitale nel mondo dell’editoria, rivoluzione già intrapresa dal maggior quotidiano friulano che punta sempre più a un rapporto diretto coi lettori tramite il web, allo spostamento del commercio cittadino verso i grandi centri di periferia.
Vivace il dibattito suscitato dall’intervento di Monestier, che ha esordito con quel legame unico e tutto speciale che, a partire dal terremoto del ’76 (“raccontato con ossessione dal direttore Vittorino Meloni”), si è instaurato tra friulani e il loro giornale locale. “Ho incontrato Zamberletti – ha riferito Monestier – e mi ha abbracciato dicendomi che avevo in mano un’eredità importante, di continuare il lavoro di Meloni, ma intendo farlo con un po’ di pepe in più”, ha aggiunto l’attuale direttore, che oggi deve fare i conti con la concorrenza di radio, tv e web, che anticipano notizie che il quotidiano può riportare solo il giorno successivo. “Perciò noi dobbiamo raccontare più fatti e meglio”.
L’ospite ha poi illustrato l’evoluzione dell’editoria, che ha visto sparire un categoria potente come quella dei tipografici. Per ora gli abbonamenti online al Messaggero Veneto hanno un rapporto di 1 a 10 rispetto alle copie venduta in edicola, ma con il cambio generazionale avverrà un graduale abbandono del giornale cartaceo. Trasformazioni dolorose, che mietono vittime, ma inevitabili, e non è solo il caso dei giornali: “il piccolo commercio è cresciuto senza concorrenza, con ricariche sul prezzo fino al 40%. Quei tempi sono finiti. Può esserci futuro per i negozi del centro se cambia l’approccio e si punta su costume e divertimento”.
E a chi gli chiedeva perché la stampa parla sempre di crisi invece di sostenere gli sforzi dei piccoli imprenditori, Monestier ha risposto che “può essere consolatorio raccontare chi fa bene, ma il nostro mestiere è segnalare chi fa male. Questo è un paese tecnicamente fallito, ci hanno preso un attimo prima del baratro. Il messaggio salvifico che tutto va bene non lo diamo perché non è la verità, ed è pericoloso anche dire che le cose miglioreranno, così come continuare a convincerci che abbiamo quel “quid” in più. Non è più così, di eccellenze è pieno il mondo”.
“Ci è piaciuta la schiettezza e la franchezza con cui il direttore del Messaggero Veneto ha esposto i tanti temi di attualità che i soci Lions hanno sottoposto alla sua attenzione – ha commentato a fine serata Brunetti -, caratteristiche che abbiamo ritrovato anche nel giornale da quando Monestier è arrivato a dirigerlo”.
Alla serata all’Hotel Astoria di Udine erano presenti anche il vicegovernatore del Distretto Lions nordest Anna Dessy Zanazzo, il vicepresidente Lions Club Trieste Host Stefano Laudato, anche direttore della Fondazione Teatro Giovanni da Udine.