Mantenute le aliquote base previste dal Decreto Monti per non aggravare il carico fiscale sui contribuenti
Si lavora per facilitare il cittadino nei pagamenti che non si potranno fare più con bollettino postale inviato dagli uffici comunali
L’amministrazione comunale di Cividale del Friuli ha scelto di mantenere le aliquote base previste dal Decreto Monti per l’Imu per non aggravare il carico fiscale sui contribuenti.
Queste le previsioni delle aliquote approvate nella recente assemblea civica: per la prima casa il 4 per mille, per le seconde case e altri immobili (aree, negozi, laboratori, ecc) 7,6 per mille. La detrazione per la casa principale è di 200 euro che si somma a 50 euro per ogni figlio under 26 anni residente nello stesso immobile. Per le aree fabbricabili restano inalterati i valori in vigore dal 2008. Le pertinenze della casa principale cui applicare l’aliquota agevolata del 4 per mille possono essere fino a un massimo di 3, appartenenti alle tipologie catastali magazzini, depositi, autorimesse, tettoie. “Per anziani o disabili che hanno trasferito la residenza in case di riposo/istituti di ricovero – spiega l’assessore alle finanze, Daniela Bernardi – l’amministrazione comunale si è avvalsa della facoltà concessa dalla legge di prevedere per gli immobili posseduti l’aliquota agevolata del 4 per mille con diritto alla detrazione”.
Aliquote e detrazioni previste sono state approvate alla luce della normativa in vigore anche se è evidente che l’Imu rimane “cantiere aperto” su cui, a oggi, ci sono poche certezze, soprattutto sul fonte versamenti e non solo, ancora al vaglio del Parlamento.
“Queste incertezze non dipendono dal Municipio. Pare certo che il versamento dovrà avvenire unicamente con modello F24, quindi senza possibilità di usare bollettino postale. E non si sa ancora se pagamento dovrà avvenire in 2 o 3 rate. Diventa pertanto molto difficoltosa l’estrapolazione dei dati individuali per inviare, come avveniva ogni anno, le schede personalizzate ai cittadini per pagare la vecchia Ici. Stiamo tuttavia valutando come procedere per di agevolare comunque i contribuenti, pur nel confuso quadro normativo degli ultimi mesi. È una situazione che penalizza sia i Comuni che i contribuenti: non permette di fornire indicazioni certe e non consente programmare gli adempimenti, seppur molto vicini, previsti per il 16 giugno”.
L’ipotesi operativa al vaglio del Comune è quella di inviare una nota informativa con allegata la scheda immobili individuale con, evidenziata, l’imposta da versare sia per la quota dovuta al Municipio, sia quella dovuta allo Stato. Al contribuente rimarrà l’onere di provvedere alla compilazione del modello F24 avvalendosi del supporto e dell’assistenza di caf, patronati e altri operatori del settore. L’invio del modello F24 precompilato, a oggi, non è possibile: i tracciati informatici, infatti, non saranno adeguabili in tempo utile per poter effettuare l’invio entro il mese di maggio, quindi in tempo utile per la scadenza di giugno.
Le aliquote applicate dal Comune ai fini Imu sono inferiori a quelle in vigore per l’Ici. Ciò che cambia radicalmente è il valore dell’immobile, dato revisione della rendita catastale (circa il 60%). Le categorie di settore udinesi stimano in più 1.500 euro per capannoni vuoti, più 570 euro per negozianti, più 900 per uffici. Si tratta pur sempre e solo di proiezioni.