Il parco è la testimonianza più evidente della grande passione di Luigi
Chiozza per la botanica.
Egli raccolse in questo angolo di paradiso piante provenienti da ogni
parte del mondo: si possono ammirare tra le altre sequoie secolari
(Nord America), liquidambra (Nord America), ginko biloba (Cina)
accanto a piante autoctone quali carpino bianco e acero campestre.
L’interesse naturalistico che riveste questo parco all’inglese, di circa
22 ettari, è straordinario.
Già il padre di Luigi Chiozza, Giuseppe, ne aveva elaborato il progetto:
aveva previsto la struttura generale del parco e studiato le baulature
(vale a dire la convessità che si fa assumere a un terreno rialzando
a colmo il centro e degradando i lati per lo sgrondamento
superficiale dell’acqua in eccesso). Il parco, realizzato tra il 1800 e il
1870, fin dalle prime fasi progettuali è studiato in ogni dettaglio.
Luigi Chiozza impiantò 150 specie di piante, tra alberi e arbusti. Tutte
le piante presenti nel parco sono mappate e catalogate (a cura
dell’Ersa regionale).
Di notevole interesse sono le varie tipologie di prati stabili, presenti
all’interno del parco, dove si trovano tutte le specie vegetali spontanee.
Il parco riveste altresì un forte interesse micologico: vi si trovano innumerevoli
varietà di funghi, sia velenosi che commestibili.
Non da ultimo, elementi preziosi del parco sono le specie a fiore: viole,
crocus, orchidee e primule che in primavera danno il meglio di sé
in spettacolari fioriture a macchie.
La selezione naturale delle piante (che furono collocate già di dimensioni
sviluppate) viene compensata dalla riproduzione spontanea di
altre, per cui alcune piante quali il tasso, l’acero, il carpino, il bosso
e il tiglio tendono a predominare sulle altre specie.