“In cucina non si può avere fretta. Ha bisogno dei suoi tempi e dei suoi ritmi perché è un atto d’amore che fa bene a te e a chi mangia. E a chi mi chiede una ricetta veloce rispondo sempre di andare al ristorante”. Così ha esordito lo chef Alessandro Borghese, ospite della rassegna Pordenone Pensa – organizzata dal Circolo Culturale Eureka in collaborazione con la Provincia di Pordenone. Il simpatico cuoco interprete di trasmissioni televisive seguitissime come Ale contro tutti su Sky e Cucina con Ale su Real Time ha conquistato il pubblico pordenonese, che si è presentato numeroso ed eterogeneo: nella sala consiliare della Provincia di Pordenone sedevano infatti vicine nonne, signore e ragazzine, ma anche uomini e addetti ai lavori.
Giubbotto di pelle, anelli da motociclista e scarpe bianche e nere, Borghese ha intrattenuto la folla con i suoi racconti, a cavallo tra la passione per il suo lavoro, la faticosa gavetta, l’attaccamento alla tradizione e ai gusti puliti, le sensazioni olfattive legate all’infanzia, i programmi di cucina che invadono la tv.
ù“Prima non si parlava così tanto di fornelli. Oggi ragazzini di 12/13 anni mi fermano per strada e mi chiedono una ricetta. La crisi ti riporta in cucina che, tra l’altro, è una nostra eccellenza alla stregua della letteratura e dell’arte – ha detto, rispondendo alle domande della giornalista Tina Ruggeri – grazie a tutti questi programmi c’è stato un notevole riavvicinamento della gente alla cucina, ma anche al mondo agricolo”.
“C’è anche da dire che in tv si vede la parte più bella del lavoro – ha aggiunto – fare il cuoco è invece un mestiere duro. Una lista infinita di giovani mi chiede di fare esperienza in cucina senza sapere che si inizia lavando i piatti”.
Ed è proprio come lavapiatti che Borghese ha iniziato la sua carriera, a 17 anni nelle cambuse delle navi da crociera, dove la mamma (l’attrice Barbara Bouchet) lo aveva imbarcato per fare esperienza. E, nello sviluppo della sua passione per i