“Difenderci dal fanatismo islamico è un nostro diritto e un nostro dovere. Questo è l’insegnamento, più che mai attuale, di Padre Marco d’Aviano”. E’ il concetto-cardine richiamato in occasione della posa e intitolazione di una targa a Padre Marco d’Aviano (realizzata dalla suola mosaicisti di Spilimbergo) nella Corte interna del palazzo della Provincia.
Una cerimonia a cui hanno partecipato il presidente e diversi assessori della Provincia, il Comitato per la canonizzazione di Padre Marco, uomini di chiesa, rappresentanti degli alpini e semplici cittadini.
“Padre Marco – ha detto Alessandro Ciriani – è stato un protagonista della storia al pari di Giovanna d’Arco. La sua immensa forza morale e la sua opera salvarono l’Europa dall’invasione ottomana del 1683, alle porte di Vienna. Il suo è un esempio da non “musealizzare” ma al contrario da riportare ai nostri giorni segnati dalla persecuzioni dei cristiani e dai crimini del califfato contro il quale abbiamo il dovere di difenderci”. Ma per Ciriani l’insegnamento del Beato Marco è utile anche per respingere “un laicismo e un relativismo che mette tutto sullo stesso piano e tollera tutto tranne le nostre radici che affondano nella civiltà cristiana, greca e romana”.
Analoghe le parole di Pier Giorgio Zannese, del Comitato per la canonizzazione, secondo il quale “la figura del Beato Marco, cara a molti fedeli ma da troppo tento dimenticata dalla storia, riemerge in questo periodo preoccupante. Il fanatismo del califfato ci porta ogni giorno massacri di cristiani che non vogliono convertirsi, un vero e proprio genocidio. Difenderci è un nostro diritto e un nostro dovere”.
Zannese ha anche ricordato che “il Friuli ha vissuto per secoli nel terrore delle invasioni turche subendo morte, devastazione e massacri provocati dalle scorrerie del 1477 e del 1499. Furono incendiati 132 villaggi friulani e sgozzarono in un solo giorno, in riva al Tagliamento in piena, oltre 10 mila giovani, uomini, donne e altre li catturarono per venderli come schiavi”.
A benedire la targa è stato Don Basilio Danelon, mentre Walter Arzaretti, anch’esso esponente del Comitato per la canonizzazione, ha tracciato una biografia del Beato Marco (1631-1699). Presentato anche un ritratto di Marco d’Aviano realizzato dal pittore Andrea Susanna, destinato in dono ai francescani. La cerimonia è stata deliziata dalla corale di Ghirano di Prata che ha eseguito qualche brano in onore del frate avianese.