Esito incoraggiante sul “benessere dei bambini e delle bambine nella provincia di Gorizia”, emerso da un’indagine condotta nei primi mesi del 2012 dal Comitato provinciale UNICEF, in collaborazione con la Provincia di Gorizia, la Croce Rossa locale, la Caritas diocesana, l’Ufficio Scolastico provinciale e l’ISIG di Gorizia.
Con l’obiettivo di verificare lo stato di “salute” dei ragazzi nella provincia di Gorizia, la ricerca ha coinvolto docenti delle scuole dell’infanzia e dell’obbligo, le parrocchie, le associazioni sportive e musicali della provincia, istituzioni che, oggi più che mai, sono chiamate a giocare un ruolo importante nella vita dei bambini, promuovendo e creando le condizioni necessarie alla loro crescita e sviluppo.
Dall’analisi si è rilevato come, nelle scuole del territorio provinciale, non siano presenti situazioni macroscopiche di disagio materiale; tuttavia, nella scuola elementare sono il 2,17% gli allievi che, quasi sicuramente, sono in situazione di disagio, in dubbio il 3,42% degli allievi di scuola media e il 5,12% nel biennio delle scuole superiori: in totale, in numeri reali, 117 bambini o ragazzi vengono percepiti come quasi sicuramente in condizioni disagiate e dubbi sono espressi per oltre 250 allievi.
I casi di mancanza di oggetti e indumenti personali sono relativamente più frequenti nella scuola dell’infanzia, dove sembrano interessare oltre un centinaio di bambini; infatti, l’adeguatezza dell’abbigliamento (indumenti e calzature) rispetto al tempo atmosferico è abituale per circa il 98% degli allievi, ma – anche se la percentuale è relativamente bassa – non possiamo ignorare che l’1,5% di allievi inadeguatamente abbigliati comprende comunque circa 150 bambini e ragazzi.
Il dubbio rimane: si tratta di effettiva mancanza materiale o disattenzione familiare?
Parlando delle attese dei genitori, infatti, per quanto concerne il successo scolastico dei figli, queste tendono a essere eccessive: già nella scuola dell’infanzia oltre il 3% dei bambini è oggetto di attese eccessive e, globalmente considerati, sia arriva ad una percentuale del 5%, con punte del 6% circa nelle scuole elementari e medie.
Dal lato opposto, oltre il 6% degli allievi globalmente considerati non riceverebbero dall’ambiente familiare stimoli all’impegno scolastico, visto che i genitori sembrano manifestare nei loro confronti attese modeste o nulle.
Il disagio emotivo-relazionale, manifestato attraverso comportamenti aggressivi e/o distruttivi e attraverso l’isolamento dalle esperienze comunicative e di interazione nel gruppo, secondo gli insegnanti coinvolge quote superiori di alunni e, in particolare, sembra più accentuato nei bienni degli istituti “tecnici” e “professionali”.
È risultata dall’indagine la necessità di approfondire, attraverso ulteriori ricerche, se i bambini e ragazzi che risultano isolati dalle esperienze comunicative e di interazione sono gli stessi che manifestano disagio materiale o di trascuratezza e scarsa cura personale e che non si possono avvalere di oggetti, indumenti e materiali, il cui possesso – spesso legato alla moda ed alla pubblicità – è considerato “normale ed indispensabile” dai compagni.
Un’ipotesi che se dimostrata, indicherebbe che il disagio materiale e la privazione, oltre a produrre effetti immediati sul piano del benessere fisico individuale dei bambini e ragazzi, hanno anche un effetto sociale sul piano della percezione di “inadeguatezza” rispetto al contesto, che a sua volta si può tradurre in autoisolamento e/o emarginazione dal gruppo dei pari.