“Che il mercato del lavoro sia in affanno è fuor di dubbio, ma da qui a sollecitare i giovani, come fa qualche ministro, ad adattarsi ad altre mansioni ed altri impieghi mi sembra troppo riduttivo”: il Presidente della Provincia di Udine, Pietro Fontanini, intervenuto alla prima edizione di “Un Biel Lavorâ” organizzato dal Comune di Buja, ha affermato, durante la tavola rotonda moderata da Paolo Zippo di radio Company, che “è assai semplicistico sentire pronunciare dagli illustri ministri frasi rinunciatarie rivolte ai giovani, del tipo, visto che il lavoro arranca, si prenda quello che c’è”. Il numero uno di Palazzo Belgrado ritiene invece che “innanzitutto si debba cercare di trovare l’occupazione che sia in linea con il percorso di formazione e di expertise acquisita: “Un Paese che suggerisce ai giovani di adattarsi e di dimenticare lauree, specializzazioni ed eventuali esperienze lavorative maturate, è un Paese senza futuro. La rabbia dei giovani la capisco benissimo ed ha tutto il mio appoggio. Anch’io sono arrabbiato con un Paese e soprattutto con un governo i cui rappresentanti mortificano le legittime aspettative delle giovani generazioni sulle quali, soltanto, si può sperare in una palingenesi”.
Fontanini, plaudendo all’iniziativa “Un Biel Lavorâ” che ha permesso agli studenti di incontrare le aziende e confrontarsi direttamente con i potenziali interlocutori per una futura professione, spezza una lancia a favore del nostro territorio: “Dal momento che viviamo in una Regione autonoma e a statuto speciale, dovremmo dimostrarci ‘speciali’ anche nell’essere in controtendenza rispetto al trend nazionale. Il Friuli, e mi riferisco al mondo economico e datoriale, dovrebbe dare prova, con i fatti, di tenere ai giovani, al loro impiego in modo tale da farlo corrispondere al titolo di studio e alle conoscenze apprese. La carta della specialità si deve giocare anche su questo fronte, affinché i giovani non siano costretti a mettere nel cassetto master, dottorati e l’alta formazione, per accettare lavori che non corrispondono al loro cursus”. Toni amari, evidentemente, hanno caratterizzato le parole del Presidente, del resto “siamo arrivati al punto paradossale per cui un datore di lavoro che riesce ad assumere a tempo indeterminato un giovane si sente un eroe. E’ possibile andare avanti così, quando dovrebbe essere normale assumere giovani. E invece sempre più spesso li si fa lavorare con i voucher…”.