Come in tutto il territorio nazionale, anche nell’alta Valle del But ci si trova di fronte ad un’evidente emergenza educativa.
Di fronte a questa situazione, la scorsa estate, un gruppo di famiglie dei comuni di Sutrio, Cercivento, Treppo Carnico e Ligosullo, stimolata dall’Amministrazione Regionale, ha deciso di costituire l’Associazione di promozione sociale ‘La Scune’ (la culla) con lo scopo di unire e rendere più organico l’impegno educativo che già le singole famiglie portavano avanti.
L’educazione è un’arte ed è un’arte, soprattutto oggi, estremamente complessa. Dopo anni e anni in cui vigeva il “non devo far provare ai miei figli la durezza della vita da me sperimentata” finalmente si ricomincia a parlare di regole, di doveri, di serietà, di sanzioni. Questo è un passo avanti ma non è sufficiente.
L’Associazione ha ottenuto di recente, a seguito della partecipazione ad un bando di gara regionale, un contributo per la realizzazione delle iniziative inserite nel progetto denominato ‘Il Noce’ che consiste in una serie di incontri, attività e percorsi educativi finalizzati a favorire la trasmissione di sei valori fondanti la convivenza: la gratitudine, la sobrietà, il dono, la riconciliazione, l’identità e l’accoglienza.
Un altro bisogno evidente è quello, soprattutto nei ragazzi dei paesi più piccoli, di relazionarsi con i coetanei al di fuori dell’unico ambiente di socializzazione che è la scuola.
Con il progetto ‘Il Noce’ si vuole sottolineare che nell’azione educativa non basta porre delle regole ma bisogna riempire di valori e significati le attività che si propongono ai minori ed in tal senso sono state individuate diverse iniziative, alcune nuove ed altre già sperimentate, che portino a favorire la trasmissione dei valori fondanti la convivenza, che creino un’alleanza educativa tra genitori e tra genitori ed istituzioni laiche e religiose e che rafforzino la relazione e il dialogo genitori-figli.
Perché ‘Il Noce’? Assieme all’abete rosso è una delle piante simbolo della Carnia, cantato anche dal Carducci (Oh noci della Carnia addio…), il suo legno è prezioso e bello come i ragazzi a cui ci rivolgiamo. Per arrivare a gustarne il seme è necessario lavorare sodo e liberarsi prima del mallo (se c’è ancora) e poi del guscio così come per ottenere frutti nell’attività educativa bisogna toccare il cuore dei ragazzi dopo aver superato fatiche e resistenze. Le noci inoltre aiutano a prevenire varie malattie e l’invecchiamento e il contatto con i ragazzi fa bene agli adulti.
Il progetto ha già avuto importanti riscontri di pubblico e adesioni alle attività proposte tra le quali: