Di male in peggio. L’Udinese mette in serie due risultati a dir poco orrendi in una quindicina di giorni e vive davvero nel peggiore dei modi possibili quella che senza ombra di dubbio alcuna e la fase cruciale del suo campionato. Prima la mazzata obrobriosa in casa al cospetto di madama Juventus, che ha riportato tutti con i piedi vincolati alla terra ferma da un solidissimo cemento armato ideologico che riduceva di molto il campo delle speraanze legate al futuro prossimo dell’Udinese, poi l’immediata conferma del fatto che le speranze di volare ora siano ben poche arrivata da una partita in quel di Palermo che era difficile già in premessa, figuriamoci poi leggendone le rilevanze a posteriori, a giochi fatti. La partita contro madama Juventus, tra le mura amiche di quella che oggi si chiama bene o male “Dacia Arena Friuli” ha fatto presente a tutti che per trarre frutti da una prestazione bisogna giocarsela, e anche con una certa intensità. Questo contro la Juventus nell’ultimo scontro utile non si è verificato e questo l’abbiamo capito assai amaramente. Niente gioco espresso, niente risultati e niente frutti. Questa è la legge del calcio. Poi a Palermo c’è stata un’altra tremenda mazzata, che ha fatto un poco meno male rispetto alla precedente solo per il semplice fatto che a Palermo si è giocato un bel poco di più. Molta resa in campo in più rispetto a quanto si è verificato nella gara contro i tremendi altri bianconeri di Torino, anche se alla fine il risultato è stato altrettanto deprimente dal punto di vista numerico e computazionale. Altri quattro gol che devono per forza suonare un vibrante campanello d’allarme. Dovrebbe essere oramai chiaro a tutti che in quello che è il momento a dir poco cruciale della stagione, quello dal quale tutto dipende, l’Udinese non sta girando minimamente a dovere. E dovrebbe essere altrettanto chiaro agli occhi di chi conosce l’ambiente anche solo per sentito dire che chi di dovere sta facendo poco o nulla per mettere mano alla squadra in un momento in cui è l’ora suonata di mettere le mani in pasta come si suol dire. Dall’intorno più prossimo alla squadra non arriva nessun segnali di particolari iniziative atte a cambiare le carte in tavola, a dare una smossa all’ambiente. E qui non si capisce veramente come non si sia pensato a mandare la squadra… a riordinarsi le idee magari intensificando pure le moli di lavoro. Niente ritiro, o quantomeno nulla acta rispetto ad una versione punitiva di raduno per la squadra che quindi non viene così strigliata a dovere. E questo sarebbe come già lasciato intendere il momento in cui risulterebbe necessario agire proprio in tal senso. Se la società non pensa a mettere alle strette la squadra e l’ambiente come le sarebbe richiesto dallo stato delle cose contingenziale, dobbiamo però darle atto che su un altro versante sta agendo con una certa qual concretezza. Il fronte sul quale la società sta rispolverando gli antichi lustri è quello del calciomercato, intorno al quale non regna di certo l’immobilismo che impera in tema di gestione di squadra. Tutt’altro. Nelle more del capitolo specifico la società sta dimostrando come sempre di saper intraprendere istanze risolutrici, forse oggi come non mai, in considerazione del fatto che tutta questa vivacità in termini di campagna acquisti in questa fase davvero non si attendeva. E’ arrivato un nome altisonante davvero come Kuzmanovic, che dovrebbe essere un puntello davvero valido e utile per risollevare le sorti di un centrocampo che al momento manca di mordente ed esperienza operativa. Lo slavo dovrebbe andare a risultare a dir poco provvidenziale proprio al fine di tamponare la relativa falla. Eppoi la scarsità di uomini disponibili a tamponare gli esterni e l’organico delle mezze punte dovrebbe essere sopperita grazie all’arrivo di un altro nome noto allo scenario italiano anche per la sua validità tecnica. Stiamo parlando proprio di un certo Behrami, che nelle sue precedenti esperienze nel campionato italiano ha dato davvero egregia mostra di se e la cui acquisizione sembra essere in dirittura d’arrivo, salvo sostanziosi dietrofront attuati da qualche parte in causa. Molto utile dovrebbe essere poi l’arrivo di un centrocampista da Genova sponda Samp, visto che la Doria vorrebbe per se un certo Fernandes e darebbe in cambio all’Udinese un certo Kalinjc, rubusta pedina per il centrocampo bianconero del futuro che con lui si rinforzerebbe in tema di mezzepunte interne. Quindi se da un lato la società bianconera pare essere al momento restia rispetto ad intraprendere iniziative ufficiali utili a smuovere l’ambiente della squadra bianconera, onore al merito della proprietà stessa è la rinnovata abilità con la quale la società si sta muovendo nei meandri del mercato, della quale però come detto ne sapevamo già ampiamente. L’azione della società si dovrebbe intensificare invece per quanto attiene al fatto di dare campo libero a qualcuno capace di vedere quel che non va in seno alla struttura del gruppo squadra che forse necessita di una scossa. Si richiederebbe in poche parole l’azione di un valido motivatore che sappia agire sulla squadra, ed in merito a questo capitolo si deve ricercare una maggiore efficacia del lavoro specifico di un certo mister Colantuono, che mai come ora deve saper dimostrare di essere abile nel conferire alla squadra quella scossa utile a far ripartire le sinergie agonistiche propriocettive della squadra. E quindi, caro mister Colantuono, ora come ora si richiede come non mai che un abile motivatore come lei ci dimostri una buona volta le proprie abilità di motivatore, nel momento in cui la squadra ha bisogno di essere sferzata a dovere. Questo alle porte di una fase in cui dal punto di visto della cernita di risultati l’Udinese non può davvero lasciarsi scappare nulla.
Articolo di
Valentino Deotti
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