Quanto coraggio ci vuole a ripartire a razzo dopo quello che è successo domenica mattina a Udine. Come con un fulmine a ciel sereno se ne è andato, nella camera di un celeberrimo albergo di Udine dove pernottava con la sua squadra, uno dei più talentuosi uomini del calcio italiano di oggi: il capitano della Fiorentina Davide Astori. Quello che deve fare il calcio per ripartire al meglio dopo un evento come questo è molto chiaro. Il movimento del pallone deve ripromettersi di innalzare il livello del rispetto per i dogmi della salute, perché se c’è stato qualcosa che è sfuggito evidentemente bisogna restrellare meglio, alla ricerca di ogni piccolo problema che possa affliggere chi il calcio (e lo sport tutto…) lo pratica. Ci vuole una maggiore sensibilità rispetto agli allarmi relativi di salute, poiché esistono molte soluzioni per ogni casistica, e bisogna solamente optare di volta in volta per la contromisura più adeguata al singolo caso, compreso l’eventuale ritiro dello sportivo al fine di preservarne la salute e l’incolumità, in quei (pochi) casi in cui non sia giudicata come possibile la continuazione agonistica. L’uomo dev’essere l’unico a gravitare al centro della scena dello sport, e poco deve importare di tutto il resto degli isterismi e delle esasperazioni che a volte ne causano i malanni… E in generale il calcio deve avere maggiore sensibilità rispetto a quelle opportunità utili a preservare la salute del movimento. Tra queste possiamo metterci pure quella che poteva essere vista come una salutare pausa intermedia. Quella che doveva esserci proprio domenica, all’evenienza dello svolgimento delle elezioni politiche alle quali tutti hanno diritto di partecipare senza che vi siano fenomeni contestuali in grado di distogliere anche minimamente l’attenzione dall’evento elettorale. Ma il calcio ha deciso di non fermarsi, nonostante che lo stop fosse stato richiesto da Damiano Tommasi, il patron dell’associazione calciatori. E così domenica scorsa il mondo dei pallonari era regolarmente in prima linea, e ciò ha fatto si che quantomeno quanto di tragico forse a questo punto era destinato ad avvenire lo stesso avvenisse nel contesto di un ritiro calcistico prepartita. Ora però bisogna farsene una ragione e andare avanti, anche per una questione di rispettare la memoria di chi non c’è più e sicuramente avrebbe voluto che nonostante la fatalità si fosse andati avanti comunque, e pure con lo spirito migliore possibile. E per l’Udinese questo ripartire subito buttandosi a capofitto sulla pratica sportiva specifica significa pensare a lanciare il guanto di sfida addirittura ad una Signora del Calcio universalmente conosciuta come tale che si chiama Juventus. E questo è un passo obbligato, perché bisogna ricominciare a mettere da parte punticini dopo che oramai è tanto tempo che non se ne collezionano, per quanto attiene all’economia del campionato dell’Udinese. Di certo sarà difficile andare a punti allo Juventus Stadium, ma quello che è sicuro è che bisogna provarci. E per farlo sarà necessario ritrovare quella compattezza di squadra che si aveva fino a qualche tempo fa, abbandonando soprattutto ogni minimo sperimentalismo di sorta. Ora bisogna mettere in campo la migliore Udinese, punto e basta. Detto ciò è possibile lanciare rassicurazioni sul fatto che sarà possibile quasi certamente raccogliere qui 9/12 punti che servono all’Udinese per piazzarsi lì dove più desidera, ossia nella zona della massima gratificazione possibile per quanto riguarda questo campionato. Questo perché vi è un congruo numero di opportunità di conquista e bisogna soltanto essere in grado di raccogliere il massimo possibile, da quelli che non sono altro che gli scontri diretti con le concorrenti più prossime del campionato. Quello che è incontrovertibile è che oggi come oggi, o da domani come domani se preferite, l’Udinese dovrà solo dimostrare di sapere essere a pieno sé stessa, senza risparmiare nessuna delle energie a sua disposizione.
Articolo di
Valentino Deotti
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