Sembrava fosse effettivamente non così remoto il momento in cui discorrevamo tra le righe della nostra rubrica di una Udinese che per così dire basculava in altalena senza in realtà riuscire a stabilizzarsi su una quota stabile e di riferimento, ed in effetti quel periodo lo vivevamo proprio ieri si potrebbe dire. Correva in effetti proprio la seconda stagione dell’era Guidolin allorquando una Udinese molto alterna nel rendimento alternava partite da dieci e lode a gare in tutto e per tutto da dimenticare. E questo fenomeno in quel tempo si verificava proprio nella prima parte della stagione, quella che per capirci conduce sino agli inizi di novembre. E quella stagione culminò con un’incredibile corsa performata dall’Udinese sino alla conquista del piazzamento più alto che la squadra bianconera friulana abbia colto negli ultimissimi lustri. In quella stagione, dopo un tale inizio particolarmente a singhiozzo, si arrivò benedettamente al terzo posto, udite udite: sul gradino meno elevato del podio della Serie A di allora. Orbene, ora come ora sarebbe abbastanza folle e fuori luogo arrivare ad ipotizzare quale potrà essere il piazzamento che questa Udinese raggiungerà al transito sul traguardo finale. Una cosa invece è certa: il primo abbozzo di evoluzione di questo campionato sembra essere inconfondibilmente contraddistinto da questo andamento a singhiozzo con prestazioni antipodiche per qualità messe assieme su un breve periodo di tempo. Non sappiamo ancora dove arriverai alla fine della corsa, cara Udinese, ma sappiamo che anche allora avevi incominciato con due susssulti positivi e mezzo, per poi cogliere calo di rendimento a partire dal 21 di Settembre, con l’Udinese che in quel periodo colse sole due vittorie, entrambe in casa, contro Bologna e Novara. Anche quella volta sulla panchina dei bianconeri c’era un tecnico che come motivatore era veramente tra i più eccelsi, e si chiamava Francesco Guidolin. Anche quella volta se non andiamo errando l’Udinese colse alla prima giornata un risultato utile contro Madama Juventus, questa volta ad Udine. Ma rispetto a quella volta questa volta che un qualche cosa in più. Non tanto sotto il profilo dei numeri quanto sotto il profilo del gioco. Stavolta l’Udinese si è dimostrata davvero eccelsa quanto a gioco contro una Juventus al cospetto della quale ha colto il risultato pieno sul campo di Madama. Ma stavolta l’Udinese nonostante non si sia dimostrata all’altezza nella seconda sfida, quella casalinga contro il Palermo, nella terza sfida contro la Lazio sul piano agonistico si è risollevata e non di poco. L’Udinese che è scesa in campo a Roma su un campo notoriamente etichettato come difficile è parsa una squadra in buona sostanza assai più volitiva e ambiziosa rispetto a quella davvero noiosa ed involuta che si è fatta battere in casa contro un Palermo che è una squadra “bella” ed organizzata ma che non doveva rappresentare un insidia come in realtà è stato. Contro la Lazio si è vista per l’appunto, di contro, una squadra che si è dimostrata molto più continua nel tenere sotto pressione il difficile avversario, che è andato in pericolose ambasce più di una volta. La Lazio vista domenica scorsa all’Olimpico di timori reverenziali ce ne aveva eccome, rispetto ad una Udinese che è riuscita a schiacciarla nella propria metà campo per buona parte del tempo di gioco. All’Udinese scesa in campo contro la Lazio è mancata una sola caratteristica, la cui assenza si è rivelata poi decisiva. All’Udinese dell’Olimpico è mancata quella coordinazione nei momenti decisivi che se presente poteva produrre in qualsiasi momento lo scatto di reni decisivo. L’Udinese poteva cogliere la vittoria nella stessa misura e nello stesso modo in cui l’ha colta la squadra di casa che però ha beneficiato in maniera evidente del fattore campo. Per il resto all’Udinese è mancato soltanto il guizzo decisivo, ossia quel cambio di velocità e quello scatto di reni che potevano portare la squadra friulana a far saltare, anche per una sola volta che si sarebbe però rivelata quella decisiva, la gabbia difensiva della Lazio che a dire il vero è parsa più di una volta in imbarazzo al cospetto delle folate difensive intentate dall’Udinese. Una Udinese più sprintosa che avesse giocato maggiormente a memoria sarebbe sicuramente riuscita a far crollare l’impalcatura difensiva laziale per quella volta che si sarebbe rivelata decisiva: sul risultato di 1 a 0 l’Udinese di domenica scorsa sarebbe sicuramente riuscita a conservare il proprio vantaggio. Invece, purtroppo, come abbiamo visto il guizzo utile ad ottenere il vantaggio è capitato alla Lazio, che poi si è limitata a gestire la situazione di vantaggio come avrebbe dovuto fare invece l’Udinese in caso di maggiori fortune dal punto di vista del profitto. In gare come questa la squadra che riesce per prima a mettere la testa avanti poi di solito conduce in porto il risultato, e questa fortuna questa volta è capitata alla Lazio in seguito ad una casualità. Un primo passaggio a vuoto clamoroso della difesa bianconera che fino a quel momento si era rivelata brillante ha permesso alla Lazio di passare avanti dal punto di vista del risultato, ma quel che vogliamo mettere in luce stavolta è ben altro. La novità migliore è la persistenza positiva dal punto di vista del forcing messa in mostra dall’Udinese, che ha cinto d’assedio la Lazio per una buona tre quarti di gara, come già anzitempo delineato. Ora l’Udinese deve solamente pensare a implementare il numero di cavalli necessario a portare avanti la lunga stagione corrente con la giusta dose di grinta. Il motore dell’Udinese può sicuramente guadagnare potenza. Ci vorrà soltanto ancora del tempo per lubrificare al punto giusto i suoi pistoni in modo che il motore del gioco bianconero possa finalmente andare su di giri. Al propulsore bianconero manca soltanto una adeguata ripresa che si può ottenere solamente avendo qualche chilometro in più sulle spalle. Non resta quindi che macinare kilometri allorquando sia possibile. Ossia allorquando si possa coniugare l’acquisizione facile del corroborante del risultato con l’adeguata dose di impegno sul piano fisico. E sono proprio partite come quella prossima che si prospetta a calendario a suscitare interesse sotto questo profilo. Vedersela con l’Empoli in casa proprio in questa fase darà all’Udinese proprio questo genere di opportunità. L’Empoli da affrontare in quello che oggi si chiama “Il Nuovo Stadio dell’Udinese” non è un banco di prova così difficile da superare, e così l’Udinese probabilmente disporrà pure dei margini per fare della partita di domenica prossima ad Udine una occasione oltreché per raggranellare punti, anche per innestare una marcia superiore e fare kilometri, attendendo che i giri del motore di questa Udinese si facciano veramente elevati. E siamo sicuri che la giusta cavalleria, la giusta potenza questa Udinese non tarderà a raggiungerla. Giusto per delineare dei tempi possiamo dire che l’Udinese quando saremo alle porte di novembre… i giri giusti li avrà eccome. Conosciamo Mister Colantuono ed il suo staff, e sappiamo che in tempi non infiniti sapranno dare a questa Udinese la giusta carica, i più giusti sprint ed intraprendenza. Sono solo questi gli ingredienti che mancano, e bisogna acquisirli qualsiasi sia il loro prezzo.
Articolo di
Valentino Deotti
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