Torna il campionato e torna lo psicodramma per l’Udinese. L’effetto Coppa Italia è svanito come neve al sole e oltre a fornire false speranze e fatue illusioni di ripresa a qualche dirigente, altro non ha portato. Anzi, chi sperava in un’inversione di tendenza da parte dei bianconeri è stato prontamente smentito da quanto visto a Marassi. Espulsioni a parte, credo che nessuno abbia da ridire sul legittimo successo dei blucerchiati, piuttosto l’ennesimo capitombolo dei friulani dovrebbe finalmente far riflettere chi di dovere in seno alla società per correre ai ripari subito e non quando la frittata sarà fatta. Sostenere che questa squadra sia più forte dello scorso anno o che il nostro campionato inizia non si sa bene quando appaiono ormai solo come maldestri esercizi di stile per negare l’innegabile, o, se preferite, sembrano per lo più segnali di un preoccupante negazionismo esasperato che rasenta ormai il menefreghismo. Il mio vecchio allenatore di calcio sosteneva che il gioco del pallone non è complicato, basta correre e arrivare prima dell’avversario sulla palla. Ecco, la Sampdoria Lunedì ha vinto proprio così, proprio come il Sassuolo ha vinto contro il Milan: nel calcio il blasone conta fino ad un certo punto e, di rado, ti fa uscire dalle crisi di gioco e risultati.
Intanto siamo arrivati alla prima di ritorno e con 20 punticini in saccoccia non è che si guardi al futuro con troppo ottimismo; si comincia con la Lazio per la prima di una serie di partite che, bontà loro, dovrebbero essere affrontate come finali fino al conseguimento della quota salvezza, altrimenti la stagione rischia di chiudersi con l’epilogo amaro che nessuno si era immaginato.
Quanto meno ci pensa il giudice sportivo ad obbligare il mister a delle scelte alternative visto che Allan e Gabriel Silva sono stati fermati per un turno. Per il resto sta a Guidolin decidere se continuare con modulo e uomini che fin qui hanno ciccato o se rischiare qualcosa per cercare di invertire una tendenza casalinga da serie B.
Dal canto suo non è che la Lazio arrivi a Udine nel suo periodo più smagliante, anche per i biancocelesti ci sono state crisi di gioco e di risultati ma quantomeno da parte loro qualcosa si è mosso con un cambio di allenatore che ha portato alla qualificazione di coppa Italia, e che la squadra è al nono posto in classifica! Contro l’Udinese rientro di tutti i titolari dopo il turn over di coppa e probabile 4-5-1 con Klose unica punta supportato dagli inserimenti dei centrocampisti.
Negli ultimi anni la sfida contro i biancocelesti a Udine ha quasi sempre significato spareggio per l’Europa, quest’anno per l’Udinese conta solo, si fa per dire, in chiave salvezza con la truppa di Guidolin che non può più permettersi passi falsi interni. Nei 34 incontri disputati fin qui in serie A i padroni di casa hanno prevalso in 13 occasioni contro le 11 degli avversari; l’anno scorso finì 1 a 0 per Di Natale e compagni mentre l’ultimo successo esterno risale al campionato 2006/2007 quando i capitolini si imposero per 4 a 2.
Per la prima di ritorno è stato designato l’arbitro Rocchi di Firenze, con fischio d’inizio anticipato alle 12.30.